La poetica di Assayas, i suoi umori, le sue storie sono intrise di r'n'r. Nel 1984, con alcuni cortometraggi alle spalle e già una fama di critico cinematografico a tempo pieno, girò Winston Tong en studio, documentazione della registrazione del primo album solista del cantante dei Tuxedo Moon, Steven Brown. Nel 1986 esordì al lungometraggio con un titolo che sembra essere rubato da un pezzo dei Joy Division, Désordre - Disordine. Un film su un gruppo di ragazzi legati dalla passione per la musica, tutti alle prese con una band musicale... il loro percorso è però "disordinato", il caos e la violenza (un proprietario di un negozio di dischi viene ucciso dopo aver cercato di sventare una rapina dei protagonisti al suo negozio), segnano tutto il percorso, come pure i litigi, i tradimenti, il disgregarsi continuo del sogno di incidere e diventare famosi. Un sogno, l'utopia della musica, che si lega all'età della adolescenza. Un'opera poetica, gelida, spietata, mai compromissoria, che fa dell'atto disperato di autodeterminazione, di libertà, un atto violento, un peccato originale che segna questi loser moderni. La morte e le scelte difficili, il seguire i personaggi nel tormentato svolgersi delle loro esistenze, sono già tratti dominanti del giovane autore che prende su di sé la pesante eredità dei registi-critici della Nouvelle Vague. Così il seguente Il bambino d'inverno (1989) è ancora un ritratto di "durezza", morte, tradimenti e incomprensioni (siamo lontani però dal classico schema del melò). Contro il destino, nel 1991, si avvale delle musiche di John Cale, così come accade per Une nouvelle vie (1993).
L'eau froide (1994) è un passo fondamentale per Assayas, autore che centellina le sue produzioni, e parte della loro rilevanza va addebitato proprio alla loro "necessità". Il mondo degli adolescenti, in una pellicola ambientata nel 1972. Due ragazzi, l'azione che inizia ancora una volta in un negozio di dischi con un furto; poi la famiglia, la scuola, l'amore, la violenza, in un crescendo che rimane in parte congelato, e in parte si sublima nel rito primordiale di una festa in una casa di campagna con il grande falò e tanti ragazzi intorno. Nella colonna sonora Bob Dylan dice che continua a "bussare alle porte del cielo" e la Joplin "soffre" le avventure di Bobby McGee e si fanno avanti pure Nico e Alice. Cooper. Irma Vep segna invece l'incontro fatale (i due sono legati sentimentalmente) del Nostro con Maggie Cheung. È per Assayas una sorta di summa teorica e nello stesso sentimentale (le due componenti non si distaccano mai, la cinefilia e la cultura per lui sono sempre un atto d'amore): c'è il confronto con il cinema asiatico e in particolare Hong Kong (sua grande passione),. c'è Hollywood, altro grande riferimento amato/odiato, c'è il cinema francese e quella particolare stagione rappresentata dai Film D'Arte come quelli di Feuillade e appunto la sua saga Les Vampires (Maggie Cheung interpreta se stessa, chiamata a Parigi per calarsi nei panni della protagonista del remake di Les Vampires).
Un trasporto, quello per l'Asia e per il suo porsi al centro di un internazionalismo nuovo (postmoderno?), che trova grande spazio in Demonlover (2002) con la colonna sonora dei Sonic Youth. Un umorismo pop che ci fa arrivare dritti dritti a Clean. Basta scorrere l'intervista pubblicata sul numero di maggio di questo inserto o le molte dichiarazioni a proposito, o ancora il fondamentale articolo che Assayas firma per uno speciale dei Cahiers du Cinema su musica e cinema per capire quanto la componente rock permei la sua vita artistica. I suoi racconti di giovani, i suoi personaggi adolescenti, gli scontri generazionali, non possono essere capiti se non attraverso il filtro del suono di quella storia della sua rabbia, della sua forza espressiva. Assayas ha affermato più volte di aver iniziato a girare nel periodo del punk, con un trasporto "dadaista" che metteva in primo piano l'espressione. La sua arte sa cogliere il dolore e i sentimenti e li riesce a porre in una forma diretta. fino a toccare certi fondi sentimentali, certi urli che solo il rock ha saputo ingabbiare. In Clean - Quando il rock ti scorre nelle vene c'è appunto questo, c'è la registrazione, la sala il pezzo, le speranze, un personaggio importante come David Roback che dai Ram Parade (siamo in pieno Paisley) agli Opal fino ai Mazzy Star ne deve aver vista, di strada, come anche di talenti e di storie "soniche"; c'è Tricky, ci sono suoni che cambiano, che si evolvono o si trasformano, conservando sempre una sincerità spesso crudele o malirconica, che Assayas sa cogliere in maniera tanto poetica.
Da Il Mucchio Selvaggio settembre 2005