Arnold Schwarzenegger (Arnold Alois Schwarzenegger). Data di nascita 30 luglio 1947 a Thal (Austria). Arnold Schwarzenegger ha oggi 77 anni ed è del segno zodiacale Leone.
Conan il Barbaro e il Terminator venuto dal futuro per salvare il mondo dalla catastrofe hanno lasciato il posto a un carismatico politico ancora dotato di una muscolatura tanto notevole da impedire persino agli abiti di Giorgio Armani di cadere con un aplomb perfetto ma anche della capacità di conquistare gli elettori della California che nel novembre 2003 lo hanno eletto governatore.
Ho conosciuto Arnold Schwarzenegger a Milano dopo una sfilata di Armani, quando ha gentilmente accettato un incontro con pochi addetti ai lavori nel giardino di un palazzetto di via Borgonuovo.
I personaggi interpretati da Arnold hanno dimostrato con quanta pazienza e intelligenza 1’ex campione di body building - disciplina in cui ha vinto tredici titoli mondiali - abbia saputo costruire la sua carriera. Una carriera tutta in salita. Povero emigrato negli Stati Uniti, sradicato dal suo Paese d’origine, l’attore è infatti dotato di un accento austriaco indomabile che, all’inizio, non lo favoriva certo nel lavoro, dato che in America non esiste il sano istituto del doppiaggio che ha salvato tante carriere in Italia. Tuttavia Schwarzy, che è pure sopravvissuto a un grave intervento chirurgico al cuore, la sostituzione di una valvola aortica, ha scalato il successo. L’ex campione tutto muscoli, con il sorriso poco fotogenico rovinato dagli incisivi separati e il volto dalle mascelle quadrate, ha saputo ritagliarsi un suo spazio a Hollywood, diventando un divo celebre in tutto il mondo e anzi un mostro sacro. Interpreta e produce i suoi film, come fa anche Clint Eastwood, prendendo spunto da temi che incombono nell’inconscio collettivo. Così accade, per esempio, nel film Il sesto giorno, che tratta della donazione. Il doppio protagonista si muove nel film in una scenografia da incubo, in cui la donazione umana è già un dato di fatto, pur essendo proibita dalla legge e dalla religione.
Sono temi di successo che hanno rimpinguato le casse dell’attore anche per la sua carriera politica, che non si fermerà alla California. Le sue ambizioni hanno radici profonde. Arnold, grazie alle sue nozze con Maria Shriver, è diventato cugino dello scomparso John Kennedy jr che pure, da giovanissimo, voleva intraprendere la carriera di attore e che poi divenne editore. Ed è anche cugino di Carolina Schlossberg, l’altra figlia di John Kennedy e di Jackie Bouvier Kennedy Onassis, e “ziastro” di Athina Onassis, nipote del miliardario greco. Athina, che da quando ha raggiunto la maggiore età, è una delle donne più ricche del mondo, potrebbe aiutarlo nella scalata politica, se lui e la famiglia rimarranno in buoni rapporti col padre di lei Thierry Roussel e se verrà mai abolito il divieto di essere eletto alla Casa Bianca per chi non è nato negli Stati Uniti.
Ma torniamo al mio incontro con lui. Sullo sfondo del tramonto milanese, i capelli di Schwarzy, un gigante buono, apparivano rossastri per effetto delle tinture a cui aveva dovuto sottoporsi per esigenze sceniche. All’improvviso Arnold mostrò interesse per la collana di corallo che indossavo, con un turchese incastonato nel fermaglio. Mi chiese notizie dettagliate circa la provenienza della pietra, avendo capito che era di origine tibetana, e io gli domandai come mai fosse così esperto. Mi mostrò allora l’anello che portava al dito, degno della sua stazza, con al centro un enorme turchese, e mi raccontò una storia affascinante. L’aveva ricevuto in dono da uno sciamano, un indiano navaho, che gli aveva raccomandato di portarlo sempre per difendere se stesso e la sua famiglia. Era una sorta di talismano, dal quale non si era mai separato, tranne una volta.
Mentre mi narrava questa strana storia, Schwarzenegger accarezzava l’anello con delicatezza e gratitudine. Non mi volle rivelare che cosa era successo quando si era sfilato il talismano, ma, guardandomi, mi disse che il fatto che io indossassi quella collana molto significativo per lui. Era un segno che anche in Italia c’erano influssi positivi per lui e i suoi film.
Da Chi, Agosto 2004