Il ricordo più affettuoso tuttavia se lo merita quello che non c'é più, Lee Van Cleef. Leone aveva in mente quel suo profilo grifagno fin da quando l'aveva visto la prima volta in una piccola parte: uno dei tre banditi che aspettano alla stazione il cattivo di Mezzogiorno di Fuoco. Lo andò a ripescare in California che ormai pensava d'aver chiuso col cinema: aveva problemi di alcool e di fumo, campava vendendo qualche piccola scultura. I due film di Sergio lo rimisero al mondo in ogni senso, e lui gli fu grato e devoto fino alla fine. Ora che ci penso, sono morti lo stesso anno, era l'89.
Van Cleef, il “Cattivo”, era in realtà uno degli uomini più miti e gentili che abbia mai conosciuto. In “Per qualche dollaro in più” doveva prendere a schiaffi una prostituta, e non riusciva neanche a far finta. L'attrice, che era Rada Rassimov, gli diceva “Ma dai, non ti preoccupare anche se ti scappa una sberla vera, non m'importa, picchiami...”.
Lui spiegava arrossendo che proprio non gli riusciva di alzare le mani su una donna, era più forte di lui. E poi, non solo non era capace di montare, ma addirittura aveva una incontrollabile paura dei cavalli. Gli dettero un morellino docile e ammaestrato come una bestia da circo (se ci fate caso, in altre scene dello stesso BB&C lo monta anche Wallach, altro stracittadino negato per la sella).
Ma per farlo salire in groppa ci voleva una sedia (giuro) e un uomo che reggesse l'animale.
E dopo anche scendere, ovviamente, era analoga tragedia. Però proprio sfruttando il terrore che irrigidiva Van Cleef, Leone ebbe il colpo di genio d'inventarsi quella ormai celeberrima discesa da cavallo del Colonnello e poi di Sentenza: ritto sulla staffa, lentissimo, un cobra pronto a scattare. Riguardatevela, se vi capita. Quella non era bravura d'attore, era semplicemente fifa riciclata.