
Si è spento a Roma a 88 anni, dopo una vita spesa tra teatro e cinema. Aveva lavorato con Pasolini e Benigni.
È morto ieri sera a Roma, all'Ospedale San Filippo Neri, Paolo Bonacelli, 88 anni, attore che ha attraversato la storia del cinema lavorando con Pasolini (Salò o le 120 giornate di Sodoma), Benigni (Johnny Stecchino), ma anche Alan Parker (Fuga di mezzanotte) e Jim Jarmusch (Taxisti di notte).
Non c'è attore che incantò Pier Paolo Pasolini e Roberto Benigni, in grado di stare a teatro come un re alla sua corte, di recitare in inglese su un taxi e di vestire perfettamente i panni di un monsignore come Paolo Bonacelli. Travolgente interprete che sembrava rubato alla lirica verdiana, è stato un vecchio signore del palco che ha donato il suo sorriso e i suoi occhi belli e malinconici anche a molti personaggi cinematografici. Aristocratico nei modi, non è mai stato "il più bello del reame", destino-status del suo collega e amico Vittorio Gassman. Lui si è accontentato in un primo tempo del teatro, delle commedie con Ugo Tognazzi mattatore, raccogliendo lentamente una popolarità che l'ha fatto diventare una star viscerale e antidivistica del nostro panorama artistico.