
In concorso Annarita Zambrano e Simone Bozzelli insieme alle certezze Lav Diaz e Quentin Dupieux. In Piazza Grande Laura Luchetti e Edoardo Leo. Attesa per l’esordio di Brando De Sica. Al via il 2 agosto.
di Tommaso Tocci
Si apre con il consueto incrocio di lingue tedesca, francese e italiana - caratteristica di un vero crocevia del cinema europeo e mondiale - la conferenza stampa che presenta la nuova edizione del Festival di Locarno, in programma dal 2 al 12 agosto prossimi. Sarà l’edizione numero 76, ancora una volta presidiata dalla cinefilia affilata di Giona A. Nazzaro che giunge al terzo anno di direzione artistica.
Nazzaro introduce un programma che vuole essere “ambizioso, popolare ma non populista” e che vede alla testa del Concorso internazionale (giuria affidata alla presidenza dell’attore veterano Lambert Wilson) la nuova opera del prolifico Radu Jude, Do not Expect Too Much of the End of the World, dopo l’Orso d’oro a Berlino per l’ultimo Sesso sfortunato o follie porno. Gli fanno compagnia l’autore per eccellenza del cinema filippino Lav Diaz, con Essential Truths of the Lake, e il vulcanico Quentin Dupieux, che mentre prepara il suo biopic su Dalì fa uscire Yannick con Pio Marmaï e Blanche Gardin.
E poi il cinema contemporaneo emergente: Sweet Dreams di Ena Sendijarevicche aveva ben impressionato a Rotterdam con Take me Somewhere Nice nel 2019, l’esuberante portoghese Basil Da Cunha che nello stesso anno si era fatto notare proprio a Locarno con O fim do mundo, e l’interessante esordio ucraino Stepne di Maryna Vroda, già Palma d’oro a Cannes con il corto Cross Country.
Saranno due i titoli italiani a contendersi il Pardo d’Oro: Rossosperanza di Annarita Zambrano (molto atteso il suo ritorno dopo la partecipazione a Cannes in Un certain regard nel 2017 con Dopo la guerra), una black comedy ambientata negli anni ottanta, e Patagonia del classe ‘94 Simone Bozzelli, all’esordio dopo alcuni cortometraggi e video musicali (tra gli altri per i Maneskin).
Ancora italiani nella sezione Piazza Grande, il cuore dell’evento svizzero con le tradizionali serate sul maxi schermo all’aperto: Edoardo Leo presenta Non sono quello che sono, mentre Laura Luchetti sarà presente con La bella estate. Assieme a loro alcuni successi di Cannes come la Palma d’oro Anatomie d'une chute di Triet e il ritorno di Ken Loach con The Old Oak, oltre al blockbuster coreano Smugglers di Ryoo Seung-wan e al consueto mix di titoli per il grande pubblico, proposte storiche (La città delle donne di Fellini), lunghi e cortometraggi (come Dammi di Yann Demange, con Riz Ahmed che sarà anche ospite e riceverà l’Excellence Award Davide Campari).