
Dal 28 novembre, al cinema Quattro Fontane di Roma, una selezione dei film dell’attrice. SCOPRI IL POGRAMMA.
di Pino Farinotti
Si è inaugurata il 24 ottobre la seconda edizione della rassegna XX secolo – L’invenzione più bella, in programma fino al 4 giugno al cinema Quattro Fontane di Roma. Dopo la programmazione dedicata a Stanley Kubrick e a Yasujirô Ozu, John Ford e Jean Renoir arrivano Marlene Dietrich e Marco Ferreri, dal 28 novembre all’11dicembre.
Pino Farinotti racconta l’ascesa di un’attrice incredibile: Marlene Dietrich.
Marlene Dietrich (1901-1992) è un personaggio enorme. Coagula tante storie, che oltrepassano di gran lunga il suo ruolo di attrice, di diva. Vale l’immagine generale, la politica, i paesi che l’anno adottata “geografia”, vale anche la sua ambiguità, la sua provocazione di carattere. E naturalmente la sua proposta sessuale.
Nacque a Berlino e per tutta la vita si dichiarò berlinese, anche se era diventata cittadina americana. Nel 1930, quando si fece notare dal mondo per il ruolo di Lola Lola in quell’opera di arte generale che è L’angelo azzurro, divenne subito un’icona preventiva, che si sarebbe poi riaffermata in tante opere e tante storie. Il film, diretto da Josef von Sternberg, il suo mentore decisivo, fece subito parte di quel cartello nobile che derivava dalla cultura tedesca figlia della prestigiosa Scuola di Weimar, che aveva ristrutturato quasi tutte le forme d’arte. E c’era una novità, si trattava del primo titolo tedesco “parlato”. E la parola, soprattutto la musica e il canto, non erano certo roba da preistoria, possedevano un registro compiuto, avevano oltrepassato la fase pionieristica.
E c’erano delle derivazioni importanti e visibili. Certi fotogrammi sembrano grafiche di Otto Dix o di George Grosz figli dell’estetica di quella scuola. E poi il master, il film era tratto dal romanzo “Il professor Unrat” firmato da Heinrich Mann, fratello del più celebre Thomas, un gigante della letteratura, premio Nobel. La Dietrich creò un modello squisitamente tedesco ma la Paramount, che immediatamente contrattualizzò l’attrice, lo trasformò con una contaminazione delle regole hollywoodiane. La major aveva capito che Marlene possedeva le qualità per diventare antagonista della divina della Metro, Greta Garbo. E Dietrich presentava un registro in più, certo importante, la voce e il canto. Alla fine Greta decise di non prestarsi alla contesa, e lasciò le scene a trentaquattro anni.
I gerarchi nazisti avevano naturalmente intuito la rilevanza di un personaggio come la Dietrich, e la corteggiarono. Sembra che lo stesso Hitler le facesse una corte assidua, ma l’attrice non era il tipo. Odiava quel regime. Da “americana” non mancò mai di dare il suo contributo in quel senso. Dando spettacoli per i militari in varie tournée durante la guerra.
Ma fece di più. Marlene aveva legato il suo nome alla leggendaria canzone Lili Marleen, che era la colonna sonora, sentimentale e drammatica del regime. Cantata in tutto il mondo. Ebbene la Dietrich assunse quel simbolo e ne fece un segnale potente, ribaltato. Cantò Lili Marleen in inglese. La lingua del nemico. L’artista non era nuova a quell’azione: anticipare, rivedere le regole. Come quando nel film Marocco (Morocco) del 1930, ancora diretto da von Sternberg, che l’attrice aveva imposto alla major, esegue una performance dove, vestita da uomo, bacia una donna. Una sequenza che viene ritenuta una delle prime manifestazioni di omosessualità. Novant’anni fa, ma Marlene poteva permettersi delle... esclusive.
Marlene Dietrich è stata amata dai più grandi autori, da Billy Wilder a Jacques Feyder a Orson Welles, Ernst Lubitsch e Alexander Korda. E sempre, nelle sue parti ha lasciato qualcosa di profondo, diverso, ricordabile.
Ha cantato decine di canzoni, molte delle quali diventati dei classici.
Ricordiamo i due classici, appunto, dell’Angelo azzurro: "Die Fesche Lola" e "Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt" (in italiano: "Da capo a piedi sono orientata all'amore"). E non può mancare la rapinosa, mitologica "Where Have All the Flowers Gone?".
IL PROGRAMMA
Lunedì 28 novembre
ore 18.00 Shanghai Express
Martedì 29 novembre
ore 18.00 Marocco
Mercoledì 30 novembre
ore 15.45 Shanghai Express
ore 20.00 Testimone d’accusa
Domenica 4 dicembre
ore 11.00 Desiderio
Lunedì 5 dicembre
ore 18.00 Partita d’azzardo
Martedì 6 dicembre
ore 20.00 Scandalo internazionale
Mercoledì 7 dicembre
ore 15.45 Testimone d’accusa
ore 20.00 Angelo
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