L'attore si è spento nella sua casa di Portland per cause naturali, poco prima del suo 72esimo compleanno.
Con signorilità e magnetismo, William Hurt ha affascinato da sempre il grande schermo, seducendolo con sublime eleganza interpretativa. Primogenito di Claire McGill, segretaria di redazione presso il "Time", e di Alfred McCord Hurt, funzionario governativo, il divo nasce a Washington D.C. nel 1950, trascorrendo i primi anni di vita in giro per il mondo, specialmente nell'Isola di Guam. In seguito al divorzio dei genitori, il bimbo di soli sei anni si stabilisce nella Grande Mela con il fratello James e la madre che, nel 1960, sposa Henry Luce III, fondatore delle riviste "Time" e "Life". La vita agiata rischia di far prendere una brutta piega allo scapestrato adolescente che verrà iscritto dal patrigno alla Tufts University di Medford, nel Massachusetts: qui studia teologia e si appassiona, casualmente, alla recitazione.
Il 1980 lo vede debuttare al cinema, colpito da profondi Stati di allucinazione nel fanta-dramma firmato Ken Russell. In futuro, Hurt sarà Uno scomodo testimone innamorato di Sigourney Weaver, verrà attraversato da un Brivido caldo per Kathleen Turner e si cimenterà nel reduce menomato dal Vietnam, ne Il Grande Freddo.
Nel 1985 consegue il premio come miglior attore al Festival di Cannes e l'Oscar, grazie alla struggente performance del prigioniero omosessuale ne Il bacio della donna ragno.