Advertisement
Irene Casagrande: «Mi piacerebbe recitare in un fantasy»

La giovane attrice sarà presto in Atlas di Niccolò Castelli e in o 40 & Climbing di Bindu De Stoppani.
di Ilaria Ravarino

giovedì 29 aprile 2021 - Celebrities

Nata in provincia di Treviso nel 1996, Casagrande esordisce in tv nel 2013 accanto a Sergio Castellitto, nella versione italiana della fortunata serie In Treatment. Nel 2015 è la giovane Oriana Fallaci ne L'Oriana di Marco Turco, e tra il 2015 e il 2018 partecipa alle serie Rai Una grande famiglia di Ivan Cotroneo e Vivi e lascia vivere di Pappi Corsicato, per poi entrare nel cast fisso della trilogia 1992, 1993, 1994 di Giuseppe Gagliardi per Sky. Dopo Uno per tutti di Mimmo Calopresti, Casagrande sarà in Atlas di Niccolò Castelli e 40 & Climbing di Bindu De Stoppani.

La prima volta su un palco: quando?
Il divano di casa mia da bambina. Mi ci arrampicavo, con una zucchina fra le mani come microfono e il lenzuolo addosso.
La prima volta su un palco vero?
A 14 anni, dopo il primo corso di teatro, nel teatrino - spazio polifunzionale di Vittorio Veneto, la mia cittadina. Mettevamo in scena un adattamento da Ragazze Interrotte (il film di James Mangold, tratto dal diario di Susanna Kaysen "La ragazza interrotta", ndr).
La prima volta che hai recitato fuori da un palco?
Da adolescente raccontavo bugie a pioggia: volevo conquistarmi l'indipendenza anche a costo di rosicchiarla così. Non bugie clamorose, ma le classiche: tipo dire che andavo a dormire da un'amica, e invece...
Il ruolo per cui potrebbero riconoscerti per strada?
Pensavo fosse quello di Alice in In Treatment, e invece mi capita più spesso con Viola, la figlia di Stefano Accorsi in 1992. Era un ruolo marginale, ma evidentemente ha funzionato.
Il tuo cavallo di battaglia ai provini?
Ci sono monologhi che amo molto dal Caligola di Albert Camus, ma purtroppo sono tutti maschili. Sono brani strazianti che incarnano i contrasti e le tensioni del potere, che portano all'estremo i dilemmi morali. Pura poesia. Mi dispiace non poterli fare.
C'è una cosa che sai fare bene, e che vorresti fare in un film?
A parte studiare e fare il topo da biblioteca, sono bravissima a fumare sigarette. È il cruccio della mia vita. Però dicono tutti che rollo il tabacco benissimo.
Cosa non deve mancare nel tuo camerino?
Un libro e la mia musica. Mi preparo playlist con brani che mi appartengano, e che lego al personaggio o alla scena da girare.
Sul set o sul palco ti senti sicura se...
Se mi sento sicura del gruppo, se il percorso è condiviso, se c'è ascolto e affiatamento.
A chi porteresti il caffè sul set pur di vederlo recitare?
Sparo altissimo? Meryl Streep.
Qual è il film che, se lo vedi iniziato in tv, non puoi smettere di guardare?
In tv è difficilissimo trovarlo, ma se dovesse passare Synecdoche, New York (di Charlie Kaufman, ndr) non potrei fare a meno di guardarlo. Per me è una bibbia.
Il film di cui cambieresti il finale?
I cento passi di Marco Tullio Giordana, per salvare Peppino Impastato. Sarebbe bello vivere in paese in cui i giornalisti non perdono la vita.
Serata a casa, Netflix & chill: cosa guardi? Cosa ordini?
Peaky Blinders e cucina cinese, sono una grande amante del genere.
Un personaggio del cinema con cui passeresti una serata?
M., il Presidente di Todo Modo di Elio Petri. Non sarebbe una serata divertente, ma gli farei molte domande.
Protagonista di un film di genere: quale?
Un fantasy. Farei volentieri una creaturina ambigua: un folletto dell'aria, un elfo, un pixie.
Se non facessi l'attrice come ti guadagneresti da vivere?
Ho tanti sogni nel cassetto accumulati: mi sarebbe piaciuto fare la redattrice e lavorare sui testi. Da piccola pensavo di fare la scrittrice, ma avevo paura di illudermi coltivando ambizioni troppo alte.
Chi può dirti che stai sbagliando?
Direi chiunque: prendo molto bene le critiche. Mi piace mettermi in discussione.
Da chi vorresti sentirti dire che sei brava?
Da tutte le persone che amo, dalle amiche e dai colleghi. È bello quando a dirtelo è chi fa il tuo stesso mestiere.
Gli ultimi tre brani ascoltati sul telefono?
Abro la ventana di Lhasa de Sela, Mango di Willie Peyote e Parigi di Enzo Carella.
Dopo questa intervista che farai?
Mi rimetto a studiare. A luglio mi laureo: porto una tesi in antropologia dei movimenti sociali.


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati