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Edgar Rice Burroughs: il grande inventore

Edito in questi giorni la sua raccolta di romanzi “John Carter di Marte”. Ma allo scrittore si deve molto di più: Tarzan.
di Pino Farinotti

giovedì 9 luglio 2020 - Focus

È una buona notizia, del dopo-covid: i libri, la carta, tornano a circolare. Ed è reperibile, nelle librerie, un testo che possiede una valenza storica. L’autore è Edgar Rice Burroughs, il titolo del libro è “John Carter di Marte” (GMLibri 553 pag. 18€). Il risvolto racconta: “Marte non è un pianeta morto. È quello che scopre l’ex soldato John Carter dopo essersi misteriosamente ritrovato sulle sue lande rosse. Marte è infatti un mondo sull’orlo del collasso, dilaniato dalla guerra tra le tribù barbariche che lo popolano, dove la spada comanda sulla scienza. Posto di fronte a creature mostruose, razze sconosciute e alla mera sopravvivenza, John Carter si ritrova a essere l’ago della bilancia del conflitto. Forse c’è un modo per far tornare la pace, e per scoprirlo deve fare breccia nel cuore della bellissima principessa Dejah Thoris.”

Nel volume sono raccolti i primi tre romanzi del “Ciclo di Marte”: “La principessa di Marte”, “Gli dei di Marte”, “Il signore della Guerra”.

Nel 2012 Andrew Stanton ha firmato il film John Carter, tratto dal romanzo “Sotto le lune di Marte”, con Taylor Kitsch protagonista. La storia: John Carter, cercatore d’oro ed ex soldato sudista, fuggendo dagli indiani e dall’esercito statunitense, incappa in una figura misteriosa e viene involontariamente teletrasportato su Marte, dove la diversa gravità gli conferisce forza e agilità superiori a tutte le diverse specie del pianeta. Subito coinvolto nelle lotte tra tribù per la supremazia, a causa dell’inconsapevole salvataggio della principessa del regno di Helium, l’alieno provenuto dalla Terra riuscirà, alla fine, a tornare sul pianeta d’origine. 

Il modello “Carter” è certo un precursore, decisamente importante,  evoluto secondo le epoche, se è vero che  ha ispirato gli autori di Star Trek e Star Wars. Ma a Burroughs (1885-1950) tutti dobbiamo molto di più. Nel 1914, pubblicò “Tarzan delle scimmie”, senza grandi aspettative. Sbagliava. Tarzan è uno dei grandi, magnifici modelli dell’incanto universale. Lo sappiamo. Un codice che ha creato un precedente da cui non è stato più possibile prescindere. Come Robin Hood o Zorro, eroi fortissimi e ripetitivi, il primo, derivato dalla tradizione popolare, e il secondo da un testo di Johnston McCulley. E tutti quanti accolti nel profondo del nostro immaginario, come un’antropologia evocata dalla memoria e dalla coscienza. 


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