Scritta, diretta e interpretata da Jason Segel, la serie si inserisce nel filone di quelle opere che giocano con la surrealtà e il mistero. Disponibile su Amazon Prime Video.
di Giorgio Crico
Peter è un impiegato di un servizio di streaming legale di musica che non riesce a trovare un vero senso alla sua vita. Si trascina di giorno in giorno, vivendo una routine sempre uguale in cui fatica a trovare qualcosa a cui aggrapparsi per sentirsi, se non felice, quanto meno soddisfatto. La risposta a questi suoi dubbi esistenziali sembra cadergli tra capo e collo un giorno apparentemente come tutti gli altri, in cui si imbatte più volte negli stessi volantini.
Colpito dalla ricorrenza, Peter si decide a telefonare al numero stampato sui fogli: gli rispondono dal Jejune Institute e lo invitano a presentarsi in sede, dove sarà protagonista di una cerimonia d’iniziazione. Prima però che questa abbia luogo, una volta arrivato al Jejune, Peter inizia a ricevere messaggi da una non meglio specificata “Elsewhere society”, la quale lo mette in guardia dal Jejune Institute, lo spinge a lasciare l’edificio e quindi scappare, fino ad arrivare in un negozio, dove incontra una donna di nome Simone. I due si accordano per lavorare insieme e risolvere gli enigmi che la Elsewhere sottopone loro: tutto ciò sembra rendere Peter più contento, si sente più in grado di vivere fino in fondo ma questo sentimento si esaurisce man mano che, una volta tornato a casa dopo la conclusione della “missione”, i giorni ricominciano a trascorrere tutti uguali.
L’emozione però torna a intensificarsi quando la Elsewhere comunica a Peter di presentarsi per partecipare a un nuovo gioco: qui, l’impiegato si vede assegnare tre nuovi compagni di squadra, tra i quali c’è anche Simone. Gli altri due sono Janice, una signora di circa settant’anni, e Fredwynn, un uomo intelligente ma un filo paranoico. Al gruppo viene affidata la missione di ritrovare una certa Clara; mentre cercano di imbastire un piano d’azione, i quattro si rendono conto che ognuno di loro ha un’idea molto diversa sulla vera natura della Elsewhere Society e di cosa stia dietro a questo “gioco” molto intricato.
Se leggere la trama di Messaggi da Elsewhere confonde, bisogna stare tranquilli: è perfettamente normale e puntualmente calcolato. La nuova serie ideata, scritta (in collaborazione con una writer room piuttosto nutrita), parzialmente diretta e interpretata da Jason Segel, l’ex Marshall di How I Met Your Mother, non è un prodotto di narrazione lineare.
Flirtando un po’ con Twin Peaks e altre opere che giocano con la surrealtà, il non-detto e, più in generale, il mistero, Dispatches From Elsewhere si diverte a disorientare lo spettatore con eventi a ripetizione e continui colpi di scena senza però prendersi la briga di spiegare assolutamente niente, sicché il pubblico segue a brancolare nel buio esattamente come i protagonisti.
Ogni sequenza è pensata per creare un senso di estraniamento, una specie di inintelligibilità palese che però risulta anche un elemento di fascino e di attrazione del serial, che emerge come avvincente anche a causa della speranza insita che il non-detto, prima o poi, trovi una spiegazione.
Del resto, Messaggi da Elsewhere è ampiamente ispirato a The Institute, un documentario che racconta di un alternate reality game durato tre anni e capace di coinvolgere più di 10mila persone, fatto dall’artista concettuale Jeff Hull che, appunto, attraverso volantini distribuiti in tutta San Francisco, reclutava persone di ogni genere e tipo all’interno del Jejune Institute per poi assegnare loro “missioni” ed enigmi da risolvere. A questo spunto narrativo, poi, Segel ha inserito il tema del senso di irrisolutezza della propria vita e l’elemento totalmente originale della Elsewhere Society.
Tolto l’ex How I Met Your Mother, autentico deus ex machina dello show, il resto del cast principale è formato da Andre Benjamin (artista musicale membro degli Outkast), Eve Lindley, Richard E. Grant e la grande veterana Sally Field.