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The Halt, il racconto di un paese vicino alla catastrofe

Con uno stile inconfondibile e immutato, Lav Diaz indaga il cataclisma dell'anima filippina. Presentato alla Quinzaine des réalisateurs.
di Roberto Manassero

venerdì 24 maggio 2019 - Festival

Nell'anno 2034 il Sud-est asiatico è piombato in una notte perenne a causa delle potentissime eruzioni vulcaniche che tre anni prima hanno coinvolto il mare di Celebes e della polvere di lava che ha oscurato il sole. L'epidemia di un'influenza sconosciuta ha decimato le popolazioni e nelle Filippine il potere è nelle mani di un dittatore folle che governa con la paura e la violenza. Alcune sacche di resistenza permangono, ma l'azione di repressione è implacabile.

Il cinema estatico, fluviale, politico di Lav Diaz entra con The Halt nel regno della fantascienza e della distopia. Il regista filippino non rinuncia comunque all'ossessione per l'identità e la storia nazionale delle Filippine e allo stile inconfondibile che un po' alla volta lo ha imposto all'attenzione dei festival internazionali.
Roberto Manassero

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