Harmony Korine sfoggia un ottimismo coinciliante con un McConaughey supremo. Al Luxembourg City Film Festival.
di Tommaso Tocci
Il poeta Moondog vive come un naufrago urbano a Key West, isola a sud della Florida. Alcol, sesso, droga e un totale senso di abbandono sono le sue uniche priorità assieme alla lettura di vecchie poesie condite da ululati in mezzo a una folla. Da Miami arriva però una telefonata con cui la moglie Minnie, ricchissima, lo richiama all'ovile per presenziare al matrimonio della figlia Heather. Moondog torna quindi alla civiltà, pur senza cambiare abitudini. Ma stavolta l'enorme ricchezza che finanzia la sua vita da spiantato viene messa davvero in pericolo da eventi imprevisti, e Moondog si trova costretto ad affrontare il nemico più insormontabile: un centro di riabilitazione e l'obbligo di dover pubblicare una nuova opera.
Lo avevamo lasciato così, Harmony Korine, a dare il benvenuto al decennio che veniva con l'estasi velenosa di Spring Breakers. Una parabola fluo che inietta nella mente immagini di bikini, armi, gangster e ballate di Britney Spears, sfidandoci a fare i conti con una rilevanza storico-artistica che rimane considerevole.