lunedì 17 dicembre 2018 - Splendor
Ospiti di questa puntata sono Mario Martone, Roberto Cotroneo, Don Pasta e Pippo Ciorra: una puntata "cosmopolita" che viaggia tra luoghi lingue e sogni di tutto il pianeta con il cinema, la musica, l'architettura e il romanzo.
Il prossimo lungometraggio di Mario Martone, Capri Revolution, sarà al cinema il 19 dicembre con un cast composto per la maggior parte da attori che hanno meno di trent'anni. Ambientato nel 1914, poso prima della Prima Guerra Mondiale, il film si interroga su temi attuali: "È un film mosso nel tempo, un vero e proprio viaggio in una comune che assomiglia molto a quelle celebri degli anni '60 e '70. È anche un film sull'arte, un'arte politica che si interrogava sul rapporto dell'uomo con la natura". Marianna Fontana è la protagonista femminile della pellicola - per Martone "è stata una grande fortuna incontrarla" - insieme all'isola di Capri che però conosce poco: "sono un napoletano della costa, ho sempre frequentato il Cilento, sul set si è creato da subito un grande rapporto con essa. Certo oggi è completamente diversa, oggetto di mondanità, ma i luoghi conservano ancora un'anima profonda".
Roberto Cotroneo giornalista, scrittore e fotografo italiano ha parlato a Splendor del suo nuovo romanzo "Niente di Personale": "Il nodo del libro è questa parte arcaica di Roma in cui ruota intorno tutto. L'idea è nata dopo aver visto La grande bellezza, c'è in tutto il libro una Roma un po' disfatta, una Roma culturale scomparsa". A suo dire è un libro che ha come ambizione letteraria quella di reinventare il linguaggio: "Ho apprezzato molto i critici che si sono accorti di questo approccio. Eco diceva se scrivi un romanzo devi essere megalomane, quando scrivi devi farlo con il massimo delle possibilità, anche per questo ci ho messo due anni a scriverlo e a correggerlo".
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Si chiama I Villani il documentario di Daniele De Michele, in arte Don Pasta, cuoco e dj che ha voluto rendere omaggio alla cucina italiana. "Ho iniziato facendo un viaggio in giro per la penisola intervistando le nonne, architettura dell'arte culinaria nostrana. La cucina non è un fatto tecnico ma culturale, appartiene al popolo, la cucina italiana è dialettale". Molto curioso, De Michele ha spiegato: "Mi viene istintivo mettermi sempre in pericolo facendo più cose contemporaneamente, ma che possano arricchirmi. Prima di arrivare al cinema ero meno sicuro di me stesso, il cinema invece mi ha portato a calmarmi un po' e a cercare una maggiore sintesi e precisione".
Architetto, critico e docente autore di molti saggi e pubblicazioni, Pippo Ciorra si è confrontato con Mario Sesti sul ruolo dell'architettura nel nostro mondo: "L'architettura si muove tra due estremi: da un lato ci sono le cosiddette archistar, proiettate in quei mondi in grado di stupirsi delle forme. Dall'altro lato ci sono architetti che si interrogano invece sulla sostenibilità delle loro opere". Durante un recente viaggio a Washington ha compreso cosa oggi lo attrae particolarmente: "Ce' questo edificio molto grande sulla cultura afromaricana, anche politicamente molto forte. Quando poi si entra si capisce meglio il vero messaggio, ecco questo aspetto mi ha colpito molto. I padri dell'architettura moderna ci hanno insegnato che la durabilità è un valore assoluto, io credo che il seme critico della modernità ci fa però discutere su questo valore, adesso non è più detto che al centro dell'architettura debba esserci questo obiettivo finale: una casa a Tokyo dura mediamente 24 anni".
Filippo Bonamici è l'ospite musicale di questa puntata: classe '93, il cantante romano è cresciuto ascoltando musica italiana e poi i gruppi indie rock internazionali. La voce rende riconoscibile la sua musica: "il mio modo di cantare amplifica e riflette, quando sono in studio mi concentro molto sul suono, mi interessa molto sperimentare e capire come trasferire nel modo migliore su disco queste atmosfere".