Nel film di Hathurst i personaggi classici ci sono tutti. Il tema è: ma come agiscono? Da giovedì 22 novembre al cinema.
di Pino Farinotti
Nel nuovo film su Robin Hood, diretto da Otto Hathurst i personaggi classici ci sono tutti: da Lady Marian a frate Tuck, a Little John, allo sceriffo di Nottingham. Il tema è: ma come agiscono? In chiave di remake o riedizioni di questa epoca, il quesito è legittimo. Abbiamo visto Shakespeare stravolto, magari con classe come nel Romeo+Giulietta di Luhrmann, e altri classici raccontati secondo epoca, target e... effetti speciali. Robin Hood non si è sottratto, nelle epoche a queste contaminazioni. Poteva starci perché Robin non deriva da un libro, come Ivanhoe, Zorro o Tarzan, eroi della grande tradizione, ma da una leggenda, anzi, più leggende messe insieme, e dunque lo spazio per le invenzioni era infinito, per la felicità degli sceneggiatori.
L'arciere inglese deriva da un intreccio di narrazioni popolari del tredicesimo secolo. Una riguarda un nobile decaduto ma con implicazioni mistiche che toccano più antiche leggende e un certo dio della foresta. Tirate le somme è davvero possibile che Robin sia esistito ma che non fosse l'eroe definito nei secoli, ma un bandito che si nascondeva nella foresta e, se rubava, poi certo non restituiva ai poveri.