Un cinema libero, destrutturante, girovago. Un cinema che merita di essere seguito. Recensione di Paola Casella, legge Roberta Azzarone.
di A cura della redazione
La Marchesa Alfonsina de Luna possiede una piantagione di tabacco e 54 schiavi che sopravvivono sui suoi terreni in catapecchie fatiscenti. In quella comunità si muove Lazzaro, un ragazzo profondamente buono che non sa neppure di chi è figlio ma è comunque grato di stare al mondo. Ma qual è il posto della bontà fra gli uomini?
Alla sua terza regia Alice Rohrwacher fa intraprendere al suo protagonista un cammino che è anche il proprio, all'interno di un cinema che deve molto a Olmi e Zavattini ma continua a spingersi oltre, lungo un terreno che si modifica continuamente.
Il suo cinema è libero, destrutturante, girovago. Se il suo film precedente parlava del meraviglioso, Lazzaro felice racconta "la santità dello stare al mondo senza miracoli, senza poteri o superpoteri". In occasione dell'uscita al cinema di Lazzaro felice (guarda la video recensione), in sala dal 31 maggio, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Paola Casella.