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Locarno 67, al via il festival

Autorialità e sperimentazione nel segno della nouvelle vague e di titaniche retrospettive.
di Emanuele Sacchi


mercoledì 6 agosto 2014 - News

Se i sistemi operativi della Apple alternano i nomi di Grandi Felini fino ad esaurimento degli stessi, il Festival del film Locarno rimane affezionato al suo (leo)pardo e a una lunga tradizione di successo e di crescita. Nel segno della continuità con una tradizione che ha regalato al festival un'aura speciale di salvaguardia della pratica autoriale nel cinema e insieme di un rinnovamento che Olivier Père prima e Carlo Chatrian poi hanno saputo spingere. La 67.ma edizione del Festival di Locarno si presenta, in questo senso, più che mai ricca di stimoli. Anche quest'anno, come nella prima edizione dell'era Chatrian, spazio nel Concorso Internazionale ad autori affermati, accanto a scommesse del futuro. Nomi come quello di Lav Diaz, uno dei cineasti più vitali in circolazione secondo un riconoscimento pressoché universale, noto ai più come autore di opere-fiume al tempo degli Orizzonti mulleriani (per l'occasione rimane sotto le sei ore), erede della grande tradizione del cinema filippino e instancabile ricercatore ai confini della visione e del non filmabile; come Eugene Green, caro al provocatorio Jean-Luc Godard (anche lui presente alla kermesse con Adieu au langage), che vanta poche ma memorabili opere di stampo bressoniano e tarkovskijano; come Pedro Costa, rigoroso asceta della scuola portoghese.

Un'idea di cinema che è inevitabilmente (anche) figlia della Nouvelle Vague e che non si dimentica del proprio debito: i Pardi alla carriera ad Agnès Varda e Jean-Pierre Léaud sono lì a dimostrarlo, infatti, così come i riconoscimenti a Victor Erice e Nansun Shi rappresentano il tributo doveroso a chi ha contribuito all'evoluzione del Dna della settima arte, tanto nei lontani anni 70 tardo-franchisti di Lo spirito dell'alveare che nei turbolenti anni pre-handover della Hong Kong di Tsui Hark, di cui la Shi è moglie e produttrice.

E se il concorso cresce in prestigio senza smarrire la sua identità - da segnalare la presenza in Concorso dell'italiano Bonifacio Angius con Perfidia (in streaming su MYMOVIESLIVE! lunedì 11 agosto alle 21.30), a testimonianza della vitalità del cinema sardo - le retrospettive locarnesi restano un punto di riferimento imprescindibile per il cinefilo di ogni provenienza. Dopo anni di omaggi al cinema statunitense quest'anno tocca all'Italia e a una panoramica sull'epopea della Titanus che si preannuncia sensazionale. Il melò di Raffaello Matarazzo, la modernità di Valerio Zurlini, l'irriverenza corrosiva di Augusto Tretti, gli incubi immortali di Dario Argento e molti altri ancora: i mille volti di un cinema che è stato il più importante del mondo e che solo guardando al suo antico splendore può trovare la forza di affrontare senza timori la complessità del presente.

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