La morte di Sigfrido Burraco naturalmente fu uno chock tremendo. I nominati "sognoosiamdei" pensarono che l'assassino fosse fra di loro. Ne cercarono i moventi ma non vennero a capo di nulla, anche perché il tempo stringeva. E poi scattò la paura. Il superpremio non fu più sufficiente a giustificare una permanenza nel castello, così pericolosa. Ma ben presto tutti capirono che non c'erano alternative né vie d'uscita. Erano, di fatto, prigionieri. Le porte erano chiuse, i movimenti ridotti e obbligati, nelle varie stanze. Di tanto in tanto si appalesavano certi guardiani muti e inquietanti. Potevi essere soltanto in certe zone del castello, eri sempre controllato. Non c'era via d'uscita, i "tamarri" avrebbero dovuto stare, progressivamente, al gioco, alla paura, al terrore. Perché nessuno riusciva a darsi una ragione, a spiegarsi cosa stesse succedendo.

Il secondo giorno accadde qualcosa di importante. Si presentò il padrone di casa. Anche lui virtualmente. Mentre tutti erano a tavola una voce scese dall'alto.
«Potete, per semplicità, chiamarmi giudice. Non so se qualche sospetto abbia già preso corpo in qualcuno di voi, nei più intelligenti magari. Siete qui per essere puniti. Sarò molto breve. Senza di voi la comunità starebbe meglio. Non dico un maggiore coefficiente di felicità, ma certo un minore coefficiente di infelicità. Ciascuno di voi è responsabile in misura e qualità diverse. Risolverò tutto formulando le accuse che sono, nello stesso tempo, anche la condanna. Sono consapevole che si tratta di un procedimento giuridicamente anomalo e poco garantista. Ma è ciò che meritate. Giustizia sarà fatta. Ecco gli atti di accusa&condanna.

Jerry Pensieroalto. Cantante-opinionista. A fronte di una carriera cinquantennale, certo dispensatrice di evasione, con titoli che fanno parte della memoria popolare, si trasformava in opinionista televisivo, elargendo pensiero debole, con linguaggio pre-elementare. E godendo di un'immunità oltre ogni sopportazione.

Diego Lombrosi, inquisito, condannato da tribunali sportivi e ordinari. Il Lombrosi è condannato anche per la fisionomica, tale da oltrepassare ogni principio giuridico. Precedente di "condanna per faccia": ogni riscontro, ogni indizio, risultando superfluo. E per aver invaso il mondo televisivo a proprio consumo.

Dulcinea Ametà. Un ibrido aggressivo, con l'aggravante di un accavallamento delle gambe reiterato e sgradevole, e per effusioni in diretta lesive di tutto, e per rappresentare un modello invasivo e sempre teso a un proselitismo triste e all'occupazione di tutti gli spazi, del mondo mediatico e politico.

Borbone Tristus, per aver strumentalizzato il suo ruolo primario di uomo-coraggio, per essere diventato attore di se stesso. Per aver barattato la nobile arte della scrittura con la pratica volgare della politica. Per aver esteso dovunque con faccia triste, il teorema triste, aumentando di parecchi punti l'angoscia collettiva del paese.

Battista Sonodio. Per l'onnipotenza la faziosità, il dolo, la prepotenza, per un uso personale del mezzo televisivo, polverizzatore di benzina sul fuoco, e per aver intonato e devastato una bella canzone compromettendola per il futuro. Per la supponenza di essere il centro di tutte le intelligenze e di tutti i poteri.

Sancio Fuciletto. Vignettista di talento. Per aver messo la propria arte a disposizione di un'unica causa. Non legittimamente fazioso come compete a chi si schiera, ma fazioso con dolo. Troppo dolo. E per aver tentato di invadere anche il campo "opinionista" proponendo se stesso, oltrepassando i limiti estetici consentiti.

Burro Olandesino. Direttore-direttore, televisivo sorridente, obiquitario esponenziale. Ogni minuto di ogni ora di ogni giorno. Lunga onda trash. Nove parole di vocabolario. Il centro della cultura è la velina che incontra l'amore precedente su spiaggia smeralda, mentre l'amore attuale vigila attento. Tutto il resto non vale.

Regina Regina. Lunga mano, lunga ombra, tutto e tutto lungo. La vita è il pomeriggio in video. Vocabolario trasversale (Olandesino, Pensieroalto, Burraco) sentimento debole e piangente. "Mamma, ti faccio soffrire, non mi capisci, ma amami come io ti amo." "A scuola non ci vado, vengo qui il pomeriggio. Ma poi, cos'è la scuola?"

Naufrago&inquilino ignoto. Per aver ceduto, per non aver cercato alternative, per essersi arreso, per non sapere e non capire. Per esistere.

Era superfluo l'atto verso Burraco. Giustiziato e basta. Ma voi avrete un'alternativa. Sul mobiletto accanto al letto troverete un bicchiere d'acqua e un cucchiaio nel quale è stata versata una sostanza. Non scendo nei dettagli, ma se la mescolerete con l'acqua e poi la berrete, non ci sarà sofferenza. In quindici secondi giacerete sereni. Per l'alternativa il promemoria è ancora Sigfrido Burraco e la modalità della sua punizione. Non aggiungo altro.»

Gli ospiti reagirono come pietre. Chissà quali pensieri li attraversarono. Ne scelgo due a campione, di Sonodio: "Ma cosa c'entro io con un Olandesino?" Certo i pensieri furono molti, ma quel modello li comprende quasi tutti. Oltre, naturalmente al "padre" di tutti i (loro) pensieri: "Ma io non ho fatto niente. Sono innocente."
La mattina uno dei guardiani, col passepartout aprì la porta della stanza di Regina Regina. La donna era immobile sul letto. Aveva accettato l'indicazione dell'ospite e la serenità del volto segnalava che non doveva proprio aver sofferto, o sofferto appena. Il guardiano avanzò di qualche metro nel corridoio e aprì la porta della stanza di Borbone Tristus. Il letto era vuoto. Il cucchiaio conteneva ancora la sostanza contro la sofferenza. Il consiglio non era stato accettato. Il guardiano uscì dalla stanza e si guardò intorno. Dov'era finito l'uomo dell'angoscia collettiva?

(continua)

Di Pino Farinotti