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Cannes, mercoledì di politica

In attesa del 'film clandestino' di Panahi, protagonisti di ieri Lars Von Trier e Sarkozy.
di Ilaria Ravarino

Denis Podalydès Altri nomi: (Denis Podalydès sociétaire de la Comédie-Française ) (62 anni) 22 aprile 1963, Versailles (Francia) - Toro.

giovedì 19 maggio 2011 - News

«Sono un po' nazista, e non mi dispiace»: in meno di dieci parole Lars Von Trier ha ipotecato ogni speranza di Palma per il suo Melancholia, si è attirato antipatie universali e bipartisan, ha confermato la fama di eccentrico a ogni costo e ha reso indifendibile ogni sua esternazione della giornata. Da un certo punto di vista, un capolavoro. In tarda serata arrivano le scuse, goffe e tardive, «Sono caduto nella trappola della provocazione», fa sapere. Ma al Festival, che ha tollerato le stranezze di Malick e accolto con un applauso di consolazione persino l'antisemita Gibson, proprio non va giù: «La direzione prende atto delle scuse di Lars Von Trier, ma sottolinea che non accetterà mai più che il festival divenga la sede per simili proclami». Come a dire: quando è troppo è troppo. Una giornata inquieta, il secondo mercoledì a Cannes, agitato dalla bad performance del regista danese e in fibrillazione per la possibile, sussurata, ectoplasmica apparizione del regista iraniano Jafar Panahi per l'anticipata stampa del suo This is not a film. I più ottimisti si aspettavano un intervento carbonaro, in collegamento via Skype, ma il regista, incarcerato dal regime e costretto al silenzio, non si è mostrato. Il suo film, traghettato clandestinamente al festival attraverso una misteriosa pennetta USB, sarà proiettato oggi: un testamento spirituale e una testimonianza di strenua resistenza che in molti attendono come il vero evento della giornata. L'animazione non si è spenta, ieri, nemmeno in serata. Protagonista assoluto delle polemiche alla luce del tramonto il presidente francese Nicolas Sarkozy, immortalato in chiave satirica ne Il caimano francese La conquête di Xavier Durringer: sala piena, applausi e risate per un film che la stampa francese ha scoperto meno graffiante del previsto, e che i giornalisti italiani hanno cavalcato sull'onda della nostalgia di casa: «Ci sono alcuni punti di contatto tra la situazione politica francese e quella italiana – ha detto in conferenza stampa Nicola Piovani, autore delle musiche del film – In comune abbiamo la democrazia televisiva, la creazione del consenso attraverso il piccolo schermo, l'importanza che i cittadini danno all'aspetto dei politici in tv. Ciò che ci rende diversi dai francesi è solo un particolare: da noi, il politico che si presenta davanti alla telecamera è il proprietario della telecamera». Grande aspettativa oggi per l'arrivo di Pedro Almodovar, che l'amica Penelope Cruz già dà per vincitore, con La piel que habito, in Croisette con Antonio Banderas. Contro di lui Drive, del talentuoso regista della saga di Pusher Nicolas Winding Refn, accompagnato da Carey Mulligan. Ultimo giorno di Croisette per il maestro Roger Corman, serata conclusiva per gli addicted della beneficienza festivaliera con il mega party dell'Amfar, per la prima volta orfano della madrina Sharon Stone: si impegneranno per non far sentire la sua mancanza Patrick Dempsey, Milla Jovovich, Beyonce Knowles, Brooke Shields, Gwen Stefani e Leonardo DiCaprio.

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