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Piccolo grande eroe, storia di un bambino appassionato di baseball

Il film di animazione diretto per un terzo da Christopher Reeve racconta il viaggio di formazione del piccolo Yankee.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

L'importanza di chiamarsi Babe

giovedì 11 settembre 2008 - Approfondimenti

L'importanza di chiamarsi Babe
Yankee Irving è un ragazzino che ama il baseball e sogna di poter diventare un giocatore in gamba come il suo mito, Babe Ruth, ma il suo maldestro swing è rinomato tra i compagni che lo escludono dal cortile adibito a campo prendendosi gioco della sua battuta. Se la figura di Yankee Irving è funzionale ad un racconto di formazione che vuole insegnare l'importanza degli affetti familiari e di non arrendersi mai ma di continuare a lottare per raggiungere l'obiettivo, quella di Babe Ruth è storica quanto leggendaria. George Herman "Babe" Ruth nasce a Baltimora il 6 febbraio 1895 da una famiglia di immigrati tedeschi. Il suo carattere indisciplinato, fuori controllo, costringe i genitori a mandarlo in una scuola maschile cattolica, la St. Mary's Industrial School for Boys, dove conosce Padre Matthias. Deciso a fargli rispettare le regole della scuola (e della vita) il frate gli insegna a giocare a baseball, perfezionando prima la battuta, poi la difesa e infine i lanci del piccolo discolo. All'età di diciannove anni - e dietro la segnalazione di Padre Matthias - Babe Ruth viene ingaggiato come lanciatore dei Baltimore Orioles e al suo debutto in campo da professionista, agli International League, la sua squadra batte i Buffalo Bisons 6-0. Venduto per gravi problemi finanziari ai Red Sox poco tempo dopo, rimane a Boston fino al 1919, anno in cui viene acquistato dai New York Yankees con i quali resta fino al 1934. Piccolo grande eroe è ambientato nel 1932 e racconta per via traversali la storia del baseball ruotando intorno a uno dei più celebri eventi avvenuti sul diamante: il fuoricampo di Babe Ruth contro i Chicago Cubs su una palla che sembrava avesse chiamato in anticipo.

Il bambino e il gigante
La storia di Piccolo grande eroe affronta il tema della rivalsa sopra e sotto la superficie. Da una parte c'è l'affermazione del piccolo Yankee, il bambino dallo swing maldestro che per amore del padre attraversa l'America per riconsegnare la mazza portafortuna di Babe Ruth rubata da un giocatore dei Chicago Cubs. Dall'altra c'è la figura del giocatore reale che nella vita, fuori dal contesto animato, è stato il primo a battere più di 60 fuoricampo in una stagione rimanendo imbattuto per 34 anni. Considerato un'icona degli Stati Uniti, Babe Ruth è stato tra i primi giocatori ad essere inseriti nella Baseball Hall of Fame, ha partecipato come attore a diversi film, tra i quali A rotta di collo e L'idolo delle folle e il suo successo, se relazionato alla sua difficile infanzia (da bambino marinava la scuola per ciondolare per strada dove commetteva piccoli furti e già a sette anni beveva e masticava tabacco), ne fanno un vincente. Ideale è la morale di Piccolo grande eroe: se vuoi veramente qualcosa puoi ottenerla lottando e non arrendendoti mai.

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