Qual è il tema portante del terzo episodio di Spider Man?
Sam Raimi: Il punto principale del film è che la ragione deve prevalere sulla vendetta. Nelle tre storie di Spider Man noi assistiamo a un processo di crescita e di maturazione del personaggio di Peter Parker. In questo episodio Peter Parker incontra Flint Marko, l'uomo di sabbia, e scopre che è stato proprio lui a uccidere suo zio. Peter sente tanta rabbia e prova un grande desiderio di vendetta, ma allo stesso tempo si rende conto che le cose che avvengono gli devono aprire gli occhi, perché lui non è soltanto un eroe e gli altri non sono soltanto cattivi. Comprenderà presto che anche lui può sbagliare e che anche i cattivi hanno un risvolto umano. L'idea del perdono deve prendere il sopravvento sulla vendetta. Nel film ci sono altri temi, come l'esplorazione dell'orgoglio personale. Peter Parker è ancora in viaggio e si tratta di un viaggio privato. Si confronterà con l'altra parte di sé, per questa ragione è più corretto parlare di dualità che di doppiezza.

Quanto lo ha divertita "incattivire" Peter Parker?
Tobey Maguire: È stato davvero molto bello poter mostrare i lati più oscuri del mio personaggio, poter finalmente interpretare un Peter Parker arrogante, uno per cui conta solo se stesso, una persona che smette improvvisamente di essere sensibile. Indossare il costume nero mi ha aiutato a sentire addosso questi sentimenti nuovi e inquietanti. Interpretare questo Peter Parker mi è piaciuto molto e mi ha divertito tantissimo, proprio perché mi ha consentito di renderlo ancora più umano. Una delle caratteristiche peculiari del mio supereroe è proprio la sua umanità, e in questo terzo film siamo andati ancora più in profondità.

Le va mai "stretta" la calzamaglia di supereroe?
Tobey Maguire: Assolutamente no, non mi sento mai ingabbiato in questo ruolo. Inoltre questo film è diverso rispetto ai due precedenti, il mio viaggio è diverso, i sentimenti e le sensazioni provate dal mio personaggio sono diversi, così ho la possibilità di interpretarlo in maniera differente. Il modo in cui Peter si muove e parla in certi parti del film è insolito per lui e divertente per me che lo interpreto.

Dirigerà Spider Man una quarta volta?
Sam Raimi: Mentre giravo il primo avevo la sensazione che la Sony avrebbe fatto il secondo, quello che non sapevo era se avrebbero ingaggiato ancora me. Consapevole comunque della produzione di un nuovo episodio, ho cercato di lasciare aperti alcuni argomenti, mi riferisco a due temi in particolare: quello dell'amicizia tra Peter e Harry e la storia d'amore di Peter con Mary Jane. A un certo punto Peter avrebbe dovuto trovare un equilibrio tra queste relazioni e il suo destino di supereroe. Lasciando aperti questi aspetti non sapevo se in futuro avrei potuto svilupparli io o se stessi facendo un favore al regista successivo. Mi sento onorato di essere stato il regista di Spider Man, è stato un grande piacere accompagnarlo sullo schermo nell'arco dei tre episodi. Sono pronto a lasciare a un altro narratore il proseguimento di nuove avventure. Mi sento come colui che per un po' ha portato la torcia che ha rischiarato questo supereroe, ma portare questa torcia comporta delle responsabilità, significa dover dimostrare di essere sempre migliore, bisogna sempre avere una grande storia tra le mani. Si aggiunga che per fare al meglio tutto questo è necessario avere un team di grandi collaboratori. Se potessi avere tutte questo cose insieme, allora forse potrei pensarci...

A quali condizioni indosserebbe per la quarta volta il costume di Spider Man?
Tobey Maguire: Lo rifarei col team giusto e con la nostra zia May, perché senza di lei non potrei mai essere Peter Parker. Mi piacerebbe davvero molto un quarto Spider Man, naturalmente dovrebbero garantirmi una storia bella e interessante, con un percorso importante per il mio personaggio. A queste condizioni lo farei di nuovo.

È difficile lavorare in grandi produzioni come Spider Man?
Kirsten Dunst: Lavorare in grandi produzioni richiede tempi più lunghi, considerando anche la promozione del film. Ma collaborare con Sam è stata un'esperienza molto bella, è facile lavorare con lui per il suo spirito di indipendenza. Per me non c'è una grande differenza rispetto a produzioni minori, è soltanto una questione di tempo, come attrice mi sento realizzata in entrambe le situazioni.

Come nasce emotivamente e tecnicamente l'uomo di sabbia?
Sam Raimi: Da quando è iniziata questa avventura gli effetti speciali sono cambiati e sono stati perfezionati. Per la sequenza della nascita dell'uomo di sabbia abbiamo studiato per giorni tutta una serie di cose complicatissime, che successivamente dovevano essere introdotte nel computer per essere riprodotte: calcolare l'angolo di caduta della sabbia, la forza di gravità, il movimento della sabbia su varie superfici. Abbiamo dovuto fare uno studio accurato sul campo per poi trasmettere i dati ai computer che a loro volta riproducevano le immagini. Una volta fatto tutto questo gli esperti hanno creato dei nuovi programmi per realizzare centinaia di migliaia di granelli di sabbia con i loro movimenti. E questa era soltanto la fase iniziale, poi sarebbero intervenuti gli animatori coi loro strumenti per dare movimento a tutto questo. Questa bellissima creazione tecnica non avrebbe avuto senso senza il lavoro dell'attore e il suo intervento emotivo.