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Hugh Grant - La fama e la musica: un'alchimia da film

All'uscita del nuovo film Scrivimi una canzone, l'attore inglese racconta il suo rapporto con la musica
di Claudia Resta

martedì 27 febbraio 2007 - News
In occasione dell'uscita nelle sale italiane della divertente commedia musicale Scrivimi una canzone di Marc Lawrence, in cui interpreta una meteora di una pop band anni '80, l'attore britannico Hugh Grant racconta ai lettori di MYmovies il suo rapporto, piuttosto contrastato, con la musica.

Il tuo personaggio è una meteora del pop. Ti sei ispirato a qualcuno?
Il primo a cui ho pensato è sicuramente Andrew Ridgeley, che faceva coppia con George Michael negli Wham!. Ero terrorizzato dall'idea di cantare, ma alla fine la tecnica fa miracoli... e con tecnica intendo il software che usano i produttori: sono capaci di trasformare un cane che abbaia in Pavarotti che canta, e lo hanno fatto anche con me!

Hai anche ballato e suonato il pianoforte...
Suonare o cantare è un gioco da ragazzi, in confronto al ballo! Certo, avevamo un bravissimo coreografo... l'ho fatto disperare così tanto che alla fine mi ha detto "ok, ora ti metto la musica al massimo volume e tu provi a fare quello che ti viene". Il risultato è stato che sono rimasto fermo come un baccalà. In me non c'è proprio feeling con la danza. Così, per la prima volta nella mia vita, mi sono dato all'alcol e ho passato una giornata più rilassata.

Insomma, non hai un gran rapporto con la musica?
Quando ero giovane il mio insegnante di musica era, per mia fortuna, Andrew Lloyd Webber, ma non mi è mai venuto in mente di fare la rock star. I miei amici mi prendevano in giro perché non sapevo nemmeno che dischi uscivano e, su questo tema, ero la pecora nera del gruppo.

Come ti sei trovato con Drew Barrymore?
La prima cosa che abbiamo fatto è stata sederci nel suo salotto e guardare tutti i nostri film per conoscerci meglio. È una brava attrice, che riesce a unire il fascino femminile a un aspetto da bambina, e questo la rende probabilmente ancora più affascinante. È di un'innocenza assolutamente disarmante, nonostante il suo passato difficile.

Ti preoccupa la possibilità di scomparire, come il tuo personaggio?
Ci sono due modi di perdere la popolarità. Puoi fare film sempre più brutti, in maniera poco dignitosa, e la gente inizia a dire che sei arrivato alla fine. Questo non riuscirei proprio a sopportarlo, sono troppo vanitoso. D'altro lato, hai sempre la possibilità di lasciare quando hai ancora il tuo amor proprio e le cose vanno bene: l'ha fatto anche Audrey Hepburn e io mi sono sempre ispirato a lei.

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