S'intitola "Immagini dal pianeta terra" la mostra che racconterà il mondo visto da Wim Wenders attraverso 60 scatti esposti alle Scuderie del Quirinale di Roma fino al 27 agosto. Un lavoro meticoloso, raccolto in venticinque anni di viaggi, a volte compiuti come sopralluoghi per i suoi film. "Per la mostra alle Scuderie ho preso 20 mila negativi" racconta il regista tedesco. "È la prima volta che faccio una mostra così completa".

Il "pianeta terra" di Wim Wenders è stato ritratto ampiamente nelle sue pellicole - Il cielo sopra Berlino, Paris, Texas, Lo stato delle cose, Fino alla fine del mondo, Buena Vista Social Club, Million Dollar Hotel - e spesso sembra prendere le sembianze di un luogo separato dalla realtà, un posto solitario dove ritrovarsi con il proprio dolore e le proprie sconfitte. Tra le foto del regista invece, non ci sono ritratti, solo paesaggi. "Molte delle mie fotografie mostrano tracce di persone o persone lasciate indietro".

Ma dietro al titolo della mostra si nasconde anche un messaggio: "La mia speranza è che chi la visita capisca che la terra appartiene a tutti noi allo stesso modo". Il regista si è detto molto impressionato dagli "aborigeni australiani che vivono nei deserti", luogo che ha esplorato a lungo durante le riprese di Fino alla fine del mondo, e dove ha scattato molte delle fotografie presenti nella mostra. "Sono gente che ha uno straordinario credo. Pensano che loro appartengono alla terra, non la terra a loro".

Foto a parte, al momento Wim Wenders è impegnato su un progetto per il cinema intitolato 8, ovvero 8 cortometraggi diretti da altrettanti registi - tra i quali anche Jane Campion, Jan Kounen e Gaspar Noé - su 8 temi diversi accomunati dallo stesso punto di vista sul progresso e sulla condizione attuale del pianeta terra. Un argomento che sembra premere molto a Wenders.