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Franco Califano

Franco Califano è un attore libico, musicista, è nato il 14 settembre 1938 a Tripoli (Libia) ed è morto il 30 marzo 2013 all'età di 74 anni a Roma (Italia).

O andà co' Califfato al Festivalbar!

A cura di Fabio Secchi Frau

Il più esclusivo dei cantautori del panorama musicale italiano, prestato sporadicamente al cinema anche come attore. Sex symbol degli Anni Settanta è l'uomo che tutte le donne di allora avrebbero voluto vedere nudo, ma nel mondo della cultura, più che per il suo lato erotico, è conosciuto per il suo stile di scrittore e per essere un poeta di eccezionale bravura, fra lo chansonnier e un rivoluzionario guru della beat generation.
Il "Califfo" - così viene soprannominato fin da ragazzino per via delle sue molteplici relazioni amorose - è originario di Pagani, in provincia di Salerno, ma è nato per caso, il 14 settembre 1938, figlio di un importatore di legnami e di una casalinga, durante un volo aereo sopra nei cieli della capitale libica che, allora, era colonia italiana. Dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo nel collegio gestito da suore di Sant'Andrea di Amalfi, scappa e raggiunge Pagani a piedi, poi si sposta a Roma, dove frequenta le scuole serali dell'istituto di ragioneria Ludovico Ariosto, perché non riesce a svegliarsi al mattino. In effetti, il giovane Franco è avviluppato totalmente dalla magia della notte: dalle avventure che in questa consuma - la prima volta che fece l'amore fu a 13 anni con la madre di un suo compagno di classe che ne aveva 33 -, dalla dolce vita che brucia nei club di Via Veneto, dalla boxe e sì, anche dalla scuola che infatti terminerà con un profitto scolastico invidiabile. Nel frattempo, comincia anche a lavorare nei fotoromanzi delle edizioni LANCIO e di GRAND HOTEL, di solito con i ruoli da antagonista violento. È in quegli anni che si accosta al mondo della poesia e della musica componendo "Da molto lontano" per Edoardo Vianello e "E la chiamano estate" per Bruno Martino. A 29 anni, purtroppo lo colpisce la meningite ed è costretto a rimanere per un anno ricoverato alla Mater Dei di Roma. Uscito dall'ospedale senza il becco di un quattrino è costretto a prostituirsi per avere un tetto, ma la musica poi lo chiama e sceglie Milano. Trasferitosi nella città lombarda cerca di sfruttare al massimo le sue frequentazioni in ambito artistico che lo porteranno poi a collaborare con diversi nomi della canzone di allora che apprezzano il suo modo di pensare che è colato interamente nelle prime canzoni che firma.
È il 1963, quando debutta per la prima volta in un film con il ruolo di regista. Sciarada alla francese di Michel Boisrond è il suo esordio davanti alla macchina da presa. Ma nessuno si ricorda di lui, perché il "Maestro" è invece l'autore acclamato della malinconica "Minuetto" (scritta con Dario Baldan Bembo) e della romantica "La nevicata del '56" che segneranno il successo della sfortunata e mitica cantante italiana Mia Martini. Seguite poi da: "La musica è finita" di Ornella Vanoni, "Una ragione di più" di Mino Reitano, "Un grande amore e niente più" di Peppino di Capri e "Semo gente de borgata" di Edoardo Vianello e Wilma Goich, senza contare il testo italiano della canzone "Un'estate fa" di Michel Fugain. Ma scrivere non gli basta, così si getta anche con la voce nel panorama della musica italiana cantando "Tutto il resto è noia" e "Fijo mio".
È in quegli anni che la figura di Franco Califano diventa una figura "contro", sempre al centro di cronache di giornali per le sue frequentazioni e per i suoi costumi che la società di allora non tollerava. Diventa un vizioso, quasi un mostro e nel 1970 viene arrestato per possesso di stupefacenti. Ma questo non lo ferisce minimamente. Da uomo forte quale è, conquista ancora una volta il pubblico imponendosi nella canzone italiana, la cui critica lo soprannominerà a gran voce - e giustamente - con nomignoli come "il Prévert di Trastevere", "il Brel romanesco" o "il Pasolini della canzone".
Dopo una lunga storia d'amore con l'attrice Dominique Boschero - che poi si fidanzò con il fratello di Gian Maria Volonté -, e dopo alcuni flirt famosi (Mita Medici ed Eva Grimaldi), torna alla recitazione e questa volta è diretto da Mariano Laurenti ne Due strani papà (1983), dove in coppia con Pippo Franco inscena la storia di due uomini che si trovano a far da padri a un trovatello. Accanto a loro, anche la cantante Viola Valentino e l'attore Maurizio Mattioli. Il film è ricco di buoni sentimenti e ancora oggi questa farsa tiene banco per gli estimatori di Laurenti e del Califfo. Lo stesso anno però, Califano finisce ancora una volta in carcere con una nuova accusa di detenzione di stupefacenti e di porto d'armi abusivo.
Rinasce, ancora una volta e più forte di prima. Nel 1988, si presenterà al Festival di Sanremo con "Io per le strade di quartiere", poi nel 1991 sarà ancora attore nella miniserie Il ritorno di Ribot (1991), tornando a Sanremo con "Napoli" (1994) e con "Non escludo il ritorno" (2005), scritta coi Tiromancino. Anche scrittore e saggista, firma "Ti perdo - Diario di un uomo da strada", "Il cuore nel sesso", "Sesso e sentimento" e il mitico "Calisutra - Storie di vita e casi dell'amore raccontanti dal Maestro". La schiera di estimatori si fa più larga: dagli Articolo 31 a Frankie Hi-Ngr, da Er Piotta a Ligabue, fino a Nanni Moretti, lo showman Fiorello e l'attore Max Tortora (questi ultimi due lo imiteranno con successo). Riceve persino una laurea honoris causa in Filosofia della New York University e, nel frattempo, partecipa alla terza edizione del reality show "Music Farm" condotto da Simona Ventura.
Malatao da tempo, Franco Califano muore il 30 marzo 2013 a Roma.

Ultimi film

Commedia, (Italia - 1998), 100 min.
Commedia, (Italia - 1983), 86 min.
Erotico, (Italia - 1962), 94 min.
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