La passione di Cristo

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Un film di Mel Gibson. Con Jim Caviezel, Maia Morgenstern, Monica Bellucci, Rosalinda Celentano.
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Titolo originale The Passion of the Christ. Religioso, durata 126 min. - USA, Italia 2004. MYMONETRO La passione di Cristo * * * - - valutazione media: 3,21 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Un film molto particolare Valutazione 0 stelle su cinque

di fufa78


Feedback: 1468 | altri commenti e recensioni di fufa78
martedì 22 aprile 2014

Allora, se Gibson ha messo in mostra tutta quella violenza e ha puntato sulla figura di Gesù solo per promovuere una grossa impresa commerciale, condanno immediatamente questo film perchè non si può speculare sulla figura di Gesù in modo così volgare; se invece il registra lo ha fatto con l'intento di mettere in scena la Passione di Cristo, per far capire, anche a costo di esagerare, quello che Gesù può aver sofferto per portare a compimento la sua opera di redenzione dell'umanità, dico semplicemente che il film assume dei tratti singolarissimi e che non va letto diversamente da come si fa con le tante opere d'arte che nei secoli hanno  cercato di "fotografare" i momenti salienti della vita di Cristo, chi meglio chi peggio, a seconda dei gusti.
Certo, è un film molto crudo e io stessa non ho praticamente retto lo spettacolo della flagellazione che ritengo inutilmente crudele o la bestialità dei romani che fino alla fine si accaniscono con sadismo inaudito sul povero Cristo ( in tutti i sensi). Ad ogni modo va anche detto che nei Vangeli si parla dei soldati romani che posero la corona di spine sul capo di Gesù( non quindi una coroncina di cartapesta con una stellina) e lo schernirono, colpendolo a turno, quindi è chiaro che non ci dev'essere stato un assoluto distacco emotivo da parte dei suoi aguzzini, senza contare che è storicamente dimostrato che i condannati alla crocefissione venivano spintonati e colpiti per tutto il percorso fino al luogo del supplizio e che questa pena veniva comminata con disprezzo solo a criminali e schiavi; tanto era dispregiativa e crudele che non poteva essere inflitta a cittadini romani ; i soldati cercavano di prolungare l'agonia del condannato con tutti i modi possibili, offrendo anche punti di appoggio dove farlo sedere in modo che il soffocamento sopraggiungesse il più tardi che mai. Sono torture che al giorno d'oggi non sono comprensibli ( e fortuntamente) ma chi ci dice che in effetti Gesù non abbia patito qualcosa di molto simile a ciò che viene presentato da questo film?
Si parla di Horror per la presenza del Diavolo e dei bambini indemoniati. Mah, quando l'ho visto la prima volta questa interpretazione inedita del senso di colpa di Giuda mi ha molto impressionata, ma non ho pensato affatto di essere davanti a un horror. Nei Vangeli c'è scritto che Giuda si suicidò. Insomma, non credo sia arrivato a ciò cantando e ballando sulle punte e Gibson non fa altro che interpretare, appunto, a modo suo ( come del resto fa ogni artista) quelli che dovevano essere i laceranti rimorsi di coscienza del traditore di Gesù.
La presenza del Diavolo inventata. Scandalo! Io direi invece che qualcuno ha finalmente avuto il coraggio di infilarci anche questo lato della medaglia! Gesù fu tentato dal Diavolo nel deserto e anche se i Vangeli non ce ne parlano, è ovvio che qui, durante la Passione , il Diavolo rappresenti la possiblità costante che Cristo, in quanto uomo anche, ceda alla tentazione di rinnegare sè stesso, di rinunciare alla sua missione divina piegato dalle indicibili sofferenze, non a caso subito dopo la morte di Gesù si vede il Diavolo urlante e imbestialito per essere stato sconfitto: Cristo ha vinto e quell'immagine rende benissimo; si prova immediatamente un senso di sollievo. Lo sguardo del centurione mentre si toglie l'elmo sembra esprimere l'idea dove voleva condurci fin dall'inizio tutta quella sofferenza che alla fine è sembrato di avvertire anche a noi tanto è stata intensa: era veramente figlio di Dio, ce l'ha fatta, ha vinto la sua fragilità umana e ci ha salvati. Questo concetto è espresso benissimo da quella strana, irreale quiete che viene subito dopo mentre Gesù viene finalmente tolto dalla croce ( cosa che fa sentire meglio anche noi) e vengono più volte inquadrati gli strumenti del suo patimento: i chiodi e la corona di spine, che rappresentano il simbolo di quanto quest'uomo abbia dovuto sofftrire per portare a termine il suo compito.
Detto tutto questo ritengo sia obiettivo dire che se la violenza ossessiva del film disturba, allora è bene non guardarlo, come io non guardo l'Esorcista perchè altrimenti non ci dormo la notte. Certamente sconsigliato ai bambini per lo stesso motivo.

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