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Questo il tipico commento di chi mi accompagnava nella visione di un film di Tim Burton; sotto i baffi, io, ho sempre riso di gusto.
Mai perfetti, atipici, sghembi, a volte lenti, ma incredibilmente affascinanti ed alcuni, memorabili, i film dell'enfant prodige di Burbank mi hanno sempre spiazzato e poi conquistato.
Dark Shadows, uscendo nel 2012 , deve fare i conti con i tempi, affrontare il demone "Alice in Wonderland", soddisfare le Major che ormai considerano Burton un marchio di fabbrica e accontentare il pubblico vecchio e nuovo.
Diciamolo, una vera impresa!
Se a questo poi aggiungiamo che la pellicola si propone e centra l'obiettivo di essere una soap opera horror e una farsa fantasy dai toni drammatici, che deve mantenere lo stile ma evitare le mode, allora possiamo certificare Dark Shadows come uno dei figli più naturali del Burton dell'ultimo decennio. Trovo che a dimostrarlo, siano anche le discordanti opinioni raccolte finora.
Resta inteso che qui la forma non è di quella smagliante e che alcuni difetti sono lampanti come la sceneggiatura un po' debole o la leggerezza con cui vengono rappresentati i personaggi secondari (ovvero tutti quelli al di fuori di Johnny Depp e della bravissima Eva Green, per me la migliore). Tuttavia, Dark Shadows è un opera meritevole, così singolare e, per l'appunto, strana, da rievocare i fasti di Beetlejuice, Mars Attacks e Sleepy Hollow.
Scusate se è poco...e se rido di nuovo
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