alceo
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venerdì 23 febbraio 2007
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quando un universo personale non diventa metafora
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Il film dovrebbe essere corale ma è solo frammentario e poco convinto sopratutto non sorretto da una sceneggiatura compatta ma dispersiva e con qualche buona battuta. Il tentativo di rendere universale un piccolo mondo borghese privato non riesce e il film si trascina con molte lentezze autocompiacendosi e raggiungendo solo in poche scene una vera densità drammatica. Stilisticamente corretto anche se l'indugiare sui primi piani, non sempre efficaci, diventa presto lezioso. Bella la fotografia bravi gli interpreti (molto bene Ambra)ma purtroppo il regista non riesce nel drammatico ad avere lo stesso spessore che ottiene nella commedia. Peccato.
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(di giacomo)
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chiarialessandro
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giovedì 11 giugno 2009
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grande ferzan
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Questa sera, quando ho acceso il televisore, mi sono trovato all’inizio della seconda parte di “Saturno contro”. Si può scrivere la “recensione” di un film dopo averne visto solo la metà? Se uno è mezzo matto non ci dovrebbero essere problemi; se uno fosse tutto matto sarebbe proprio normale. C’è bisogno di spiegare come mi sento io? Film ispirato, magico, struggente, filosofico, profondo; recitato da uno stuolo di grandi attori in stato di grazia (o diretti con tale maestria da portarli in quello stato), che hanno fatto a gara nel superarsi in bravura, che hanno interpretato i loro personaggi con i visi, i corpi, l’anima e le mille sfaccettature quasi impercettibili che rendono tali personaggi vivi e credibili: Buy, Accorsi, Favino, Vukotic, Angiolini, Fantastichini, Yilmaz, Ferrari, Timi, Savino; credo di non aver quasi mai fatto l’elenco di un cast così lungo.
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Questa sera, quando ho acceso il televisore, mi sono trovato all’inizio della seconda parte di “Saturno contro”. Si può scrivere la “recensione” di un film dopo averne visto solo la metà? Se uno è mezzo matto non ci dovrebbero essere problemi; se uno fosse tutto matto sarebbe proprio normale. C’è bisogno di spiegare come mi sento io? Film ispirato, magico, struggente, filosofico, profondo; recitato da uno stuolo di grandi attori in stato di grazia (o diretti con tale maestria da portarli in quello stato), che hanno fatto a gara nel superarsi in bravura, che hanno interpretato i loro personaggi con i visi, i corpi, l’anima e le mille sfaccettature quasi impercettibili che rendono tali personaggi vivi e credibili: Buy, Accorsi, Favino, Vukotic, Angiolini, Fantastichini, Yilmaz, Ferrari, Timi, Savino; credo di non aver quasi mai fatto l’elenco di un cast così lungo. E poi i sentimenti, quelli che animano l’umanità dai primordi: Amicizia, Amore, (quelli con la A maiuscola), tradimento, perdono, comprensione, attenzione, compassione, morte. E poi lo sconcio, l’offesa immonda di un bollino rosso, a proteggere i minori da un film senza sesso e violenza perché qualcuno è talmente bigotto e retrivo da pensare che l’amore tra due persone dello stesso sesso sia un argomento per soli adulti (e, magari, nemmeno per quelli); il modo in cui viene trattato, poco importa: è l‘argomento che è osceno, improponibile. Cosa cazzo ce ne frega a noi se mette in scena sentimenti veri, profondi, teneri, difficili, contrastati; se scava nel profondo delle coscienze, mettendole a nudo davanti a tutto e a tutti; se tenta di analizzare i sentimenti che provano due genitori di fronte alla realtà rifiutata di un figlio omosessuale ed alla sua morte, di fronte all’altrettanto rifiutato compagno di vita? Niente. L’importante è che non venga mostrato il bacio di Brokeback mountain, poi possiamo anche affogare nella violenza parossistica, stupida e gratuita, nella sistematica mercificazione del corpo e nell’avvilente stupidità (casuale?) della maggior parte dei programmi televisivi. Termino; i film sono come la vita: qualcuno sostiene che, per poterla godere pienamente, andrebbe vissuta due volte; se non avete ancora visto “Saturno contro”, non lasciatevelo scappare; se lo avete già visto, guardatelo nuovamente: lo apprezzerete ancora di più. P.S.: sul numero di giugno 2009 di Ciak, la Signora Detassis risponde ad una lettera in cui una lettrice si lamentava del fatto che i critici guardano i film più con gli occhi (dando importanza ai dettagli tecnici come la qualità audio e video) che con il cuore; io ho la profonda convinzione che chi vive la vita più con gli occhi che con il cuore, ne perda la parte migliore.
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scorpio giux
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lunedì 26 febbraio 2007
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forum del prestigio:contro i "saturniani" esseri
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SALUTI CUMPA DEI PRESTIGI SCORPIATI:
Per un buffo gioco di parole intitolo così la mia recensione, come la mia tesi sulla "Mania".Ebbene magari non ci avrete capito grankè di quanto scrivo, ma la melanconia saturnina è da sempre la mia passione, tanto da scriverci una tesi di laurea!
Gli esseri umani affetti dagli influssi seducenti e tremendi dell'oscuro pianeta Saturno sono creativi, come affermano le maggiori teorie a riguardo. Il nostro protagonista Davide (Favino) è un noto creativo, scrittore di fiabe, dalla personalità magnetica che seduce tutti i suoi amici per la sua franca pacatezza.Un uomo fascinoso che vive col suo fidanzato una storia ormai consolidata che lo rende felice ogni giorno di più.
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SALUTI CUMPA DEI PRESTIGI SCORPIATI:
Per un buffo gioco di parole intitolo così la mia recensione, come la mia tesi sulla "Mania".Ebbene magari non ci avrete capito grankè di quanto scrivo, ma la melanconia saturnina è da sempre la mia passione, tanto da scriverci una tesi di laurea!
Gli esseri umani affetti dagli influssi seducenti e tremendi dell'oscuro pianeta Saturno sono creativi, come affermano le maggiori teorie a riguardo. Il nostro protagonista Davide (Favino) è un noto creativo, scrittore di fiabe, dalla personalità magnetica che seduce tutti i suoi amici per la sua franca pacatezza.Un uomo fascinoso che vive col suo fidanzato una storia ormai consolidata che lo rende felice ogni giorno di più.Improvvisamente "contro" le sue massicce spalle si posa una sciagura lancinante che logora come stillicidio la sua indole gioviale,deprecando per sempre la sua solerte persona. Proprio in questo momento la storia prende una piega più intrinseca,che in sordina inghiotte il pubblico, poichè fino a quell'attimo il regista ci descriveva con semplicità la vita di persone reali, ricalcando sinopie di persionalità precise che definivano un gruppo di amici veri. Ecco che dalla descrizione si passa alla drammaturgia, ecco che dal contenitore si passa al contenuto, e come solo il maestro Ozpetek sa fare tutte le emozioni sono molto chiare, tutti i tragurdi esistenziali emergono concreti, e in quell'attimo si apre il cineracconto d'autore, cadenzato da ritmi lenti ma intensi che t'immergono fino all'estraniamento più totale. Non mi va di svelare tutta la trama del film, ma all'interno di questo film che mi è molto piaciuto,io ho letto un romanzo degli stati emozionali, che mi ha veramente scossa. In questa pellicola non cè la banale messa in scena dell'omosessualità sbattuta crudemente agli occhi degli scettici, ma vi è il racconto di uomini e donne, non come quelli della De Filippi, ipocriti e vanesi, ma quelli che vediamo nelle case di tutti, persone che come noi soffrono di insicurezze di paure, amano, muoino, sognano, detestano,piangono, fuggono, e si drogano, cercando sollievo in ogni possibile chance!Nella scena del bacio (tanto imputato come scandaloso)si rivela l'amore, più che normale, tra due persone che fanno quello che noi tutti facciamo da sempre , se siamo fortunati, ma fortunati davvero: AMIAMO, con tutta l'anima!Un cast eccezzionale, un'Ambra brillante,ma sorpratutto non un Favino imbambocciato,ma duro, coriaceo, umile che comunica attraverso più gesti che parole tutto il suo mondo, tutto il suo amore per Lorenzo. Una Buy che buca lo schermo con la sua buffa legnosità di psicologa.. più esperta nelle faccende altrui che in quelle proprie da dove non ravvede scampo.Un Accorsi che finalmente dipinge un personaggio più impacciato del solito che non riesce ad opporsi alle sue debolezze. E poi tutti dalla Vucotik alla Savino e poi Fantastichini che rimarcano ruoli, solo superficialmente di contorno, ma che danno corpo alla storia. Tutti muscisti della stessa orchestra che diretti dal mestro danno vita ad una sinfonia di vita vera, ke ai poco attenti può anche risultare.. come è lecito, un film lento e che non racconta nulla, ma ke in realtà cuce uno stralcio di esistenza con poesia e crudezza. Gli opposti sono gli aggettivi di ferzan, ed è per questo che non rivela tutta la storia, la aneurisma di Pato ke a tratti sorprende per la sua innaspettata comparsa, lascia tutti noi nel dubbio..vi consiglio di guardarlo è un film che amerete!
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[+] sibilo come zecca silenziosa,pungendo gli astemi
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zorro
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lunedì 26 febbraio 2007
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noioso
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Il film è un noioso ritratto di una borghesia romana politicamente corretta dove omosessualità, droga e tradimenti si risolvono in modo semplice e scontato. Non ci sono conflitti, non ci sono contrasti, non ci sono veri porblemi e soprattutto non ci sono emozioni reali ma solo un bisogno disperato di spingere il pubblico verso la lacrimuccia. La scenggiatura non sorregge degli attori tendenzialmente bravi (Ambra è una sorpresa)... insomma Ozpetek sembra proprio un regista che non ha più nulla da dire, probabilmente ormai è un vero borghese che non ricorda più le vere difficoltà legate alla "diversità".
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(di amanda)
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marzia
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lunedì 26 febbraio 2007
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dov'è finito ozpetek?
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Dov’è finito Ozpetek? Il suo Saturno contro, tanto atteso da un pubblico innamorato dei suoi precedenti film, non può che suscitare una sincera delusione. Inizia, non si evolve, finisce. La sensazione, quando scendono i titolo di coda, è quella di essere rimasti incollati davanti allo schermo ad aspettare invano che il film decollasse. Per questo, tornando a casa, l’unica domanda che affiora alla mente è: dov’è finito Ozpetek? Dove si è nascosto? E si comprende cosa manca in quest’ultimo lavoro, nell’istante in cui ci si rende conto di cosa c’era negli altri: la scoperta. Che è sempre scoperta di una parte di sé. Così nell’intimo e intimista Il bagno turco, in cui il viaggio, come spostamento fisico, si trasforma in un abbandono del quotidiano, nel colorato Le fate ignoranti, in cui la scoperta di una bugia, trasmuta in quella di un mondo diverso e soprattutto di un modo di essere vicini che si impone ed esiste a dispetto di ogni regola, ne La finestra di fronte, dove le scelte e la ri-scoperta del presente da parte della protagonista sono legate inscindibilmente con la scoperta del passato.
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Dov’è finito Ozpetek? Il suo Saturno contro, tanto atteso da un pubblico innamorato dei suoi precedenti film, non può che suscitare una sincera delusione. Inizia, non si evolve, finisce. La sensazione, quando scendono i titolo di coda, è quella di essere rimasti incollati davanti allo schermo ad aspettare invano che il film decollasse. Per questo, tornando a casa, l’unica domanda che affiora alla mente è: dov’è finito Ozpetek? Dove si è nascosto? E si comprende cosa manca in quest’ultimo lavoro, nell’istante in cui ci si rende conto di cosa c’era negli altri: la scoperta. Che è sempre scoperta di una parte di sé. Così nell’intimo e intimista Il bagno turco, in cui il viaggio, come spostamento fisico, si trasforma in un abbandono del quotidiano, nel colorato Le fate ignoranti, in cui la scoperta di una bugia, trasmuta in quella di un mondo diverso e soprattutto di un modo di essere vicini che si impone ed esiste a dispetto di ogni regola, ne La finestra di fronte, dove le scelte e la ri-scoperta del presente da parte della protagonista sono legate inscindibilmente con la scoperta del passato. E, infine, in Cuore Sacro, in cui la scoperta, diviene scoperta di sé non in rapporto al proprio percorso individuale, ma all’impossibilità improvvisa di sottrarsi alla solidarietà, al cospetto della quale l’individualità perde di significato.
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[+] giudizio severo, ma raffinato...
(di tom)
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[+] non ci si può aspettare...
(di marco1)
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[+] ...
(di marco 2)
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[+] non voglio colpi di scena
(di serena)
[ - ] non voglio colpi di scena
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(di serena)
[ - ] ..
[+] ozpetek in abruzzo
(di piera e raffa)
[ - ] ozpetek in abruzzo
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(di ciao)
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(di giusiseddone)
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lizard_king
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martedì 6 marzo 2007
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come girare, semplicemente una poesia.
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Da sempre, chi sceglie di andare al cinema per vedere un film del grande Ferzan Ozpetek, sa che si troverà davanti a storie di omosessualità.
Saturno contro, film non apprezzato dalle critiche cinematografiche che lo tratteggiano come noioso, scadente;
Probabilmente, in questa società dove al botteghino vincono film tanto per incassi, quanto per violenza e scene di sesso, non può essere altro che sottovalutato perchè difficile da capire.
L'obbietivo che Ozpetek si propone, è quello di celebrare il sentimento dell'amicizia, che si trova ad essere più forte persino dell'amore.
Ed ecco come i grandi temi di attualità: omosessualità ed eutanasia, droga vengano soltanto accennati, sfumati.
Stefano Accorsi, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino, Luca Argentero, fanno parte di un gruppo di amici, appartenente alla classe borghese, che racchiude in se ogni diversità e persone che, a causa di essa, si trovano ad essere emarginate in una società del XXI secolo.
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Da sempre, chi sceglie di andare al cinema per vedere un film del grande Ferzan Ozpetek, sa che si troverà davanti a storie di omosessualità.
Saturno contro, film non apprezzato dalle critiche cinematografiche che lo tratteggiano come noioso, scadente;
Probabilmente, in questa società dove al botteghino vincono film tanto per incassi, quanto per violenza e scene di sesso, non può essere altro che sottovalutato perchè difficile da capire.
L'obbietivo che Ozpetek si propone, è quello di celebrare il sentimento dell'amicizia, che si trova ad essere più forte persino dell'amore.
Ed ecco come i grandi temi di attualità: omosessualità ed eutanasia, droga vengano soltanto accennati, sfumati.
Stefano Accorsi, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino, Luca Argentero, fanno parte di un gruppo di amici, appartenente alla classe borghese, che racchiude in se ogni diversità e persone che, a causa di essa, si trovano ad essere emarginate in una società del XXI secolo.
Molti, hanno voluto vedere in Ozpeteck il tentativo di copiare Pedro Almodovar ed è qui, che cominciano le incomprensioni.
Tra coppie gay e drogati, Ozpeteck avrebbe potuto spaziare con scene di sesso ed abbassarsi a livelli materiali e carnali di un Almodovar (spero non fraintendiate l'"abbassarsi" perchè non detto con cattiveria anzi..).
Invece, il regista vuole mettere in scena una poesia dall'inizio alla fine fatta di colori forti ma sfumati, da musica spagnola e di primi piani che è come se facessero parte di un vero e proprio quadro.
La casa rifugio, va vista come un tentativo di fuggire dalla realtà dalla quale si ha paura di essere contaminati. L'unica persona che non appartenente al gruppo, che fa capolino nella sua storia per poi ritirarsi in buon ordine, è la dottoressa, tral'altro alcolizzata, che non ha nulla in cui credere e che riflette una visione pessimistica della realtà.
E', inoltre, delizioso come la figura di Lorenzo, si tramuti in un filo conduttore delle vite dei protagonisti e anche quando egli stesso, muore, il gruppo rimane compatto in memoria dell'amico e riesce a superare, alla fine, le difficoltà.
Una magica, sfumata visione della morte sottolineata anche dal fatto che al corpo del defunto non è dedicata neanche un'inquadratura se non quando fa parte di una delle solite allucinazioni di Ambra Angiolini.
In poche parole, Ozpetek ha dato il meglio di se con una splendida regia e nel far venir fuori l'animo nascosto di alcuni attori, anche con il semplice inquadrare gli sguardi.
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[+] ciao
(di alex )
[ - ] ciao
[+] sono con te,questo film è delicatissimo
(di lilith)
[ - ] sono con te,questo film è delicatissimo
[+] ¡ecco quello che volevo dire!
(di maspepe)
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miriam
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domenica 17 giugno 2007
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voglia di tenerezza
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Il cinema di Ozpetec è intimista,utopista e di un realismo "magico". Si ha l'impressione di assistere ad una rappresentazione teatrale(ed è un miracolo che riesce a pochi)in cui tutto abbia un significato più ampio,tutto voglia dire qualcosa in più. C’è uno sforzo di andare oltre una realtà spesso brutta,caratterizzata dall’egoismo,dalla paura della diversità,dall’indifferenza per respirare un’aria pulita,fresca in una pausa di riflessione che può essere,a seconda delle sensibilità sollecitate,croce o delizia. Per me è sempre stata delizia ma oggi ancora più del solito perché questa volta l’elemento attorno a cui gira il microcosmo fino a quel momento tranquillo è universale (e perciò insidioso da trattare):la morte.
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Il cinema di Ozpetec è intimista,utopista e di un realismo "magico". Si ha l'impressione di assistere ad una rappresentazione teatrale(ed è un miracolo che riesce a pochi)in cui tutto abbia un significato più ampio,tutto voglia dire qualcosa in più. C’è uno sforzo di andare oltre una realtà spesso brutta,caratterizzata dall’egoismo,dalla paura della diversità,dall’indifferenza per respirare un’aria pulita,fresca in una pausa di riflessione che può essere,a seconda delle sensibilità sollecitate,croce o delizia. Per me è sempre stata delizia ma oggi ancora più del solito perché questa volta l’elemento attorno a cui gira il microcosmo fino a quel momento tranquillo è universale (e perciò insidioso da trattare):la morte. La morte improvvisa,che non si annuncia e che non chiede permesso. È una scossa emotiva che rimette in circolo la vita: la voglia di vivere anche quello che non si capisce fino in fondo,che non si riesce a etichettare ritorna prepotente,la voglia di comunicare un segreto che si è tenuto celato in fondo al proprio cuore anche a costo che ciò appaia agli occhi degli altri una dolce vendetta prende,tra mille imbarazzi. Il tentativo finale di riportare il colpito ad un passato gioioso,in cui si giocava tutti insieme intorno ad un tavolo da ping pong (nel silenzio,da notare)si inscrive in questa riappropriazione collettiva non a caso alla supervisione spirituale di una voce fuori campo,quella voce narrante che riafferma la voglia che tutto sia PER SEMPRE. Chiudo col dire che la scena centrale della “resurrezione” del giovane amico è un regalo che solo il CINEMA in quanto ARTE avrebbe potuto regalarci,nessuna descrizione avrebbe mai potuto rendere lo sguardo della sensibile e eccellente Ambra di fronte al freddo di una tavolo d’obitorio,accompagnata dalla struggente voce di un’altra scomparsa e indimenticata Gabriella Ferri.
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ilaria
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martedì 12 maggio 2009
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ilaria
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ho visto il film in dvd preso in prestito dalla biblioteca e ho fatto bene a non spendere sette euro e cinquanta per vederlo al cinema.
e' veramente un film superficiale che ricorda le fiction televisive di cui siamo sommnersi. recitazione purtroppo ridicola.anche se il tema e' pesante e triste.
ozpetek ha profondamente deluso,le fate ignoranti era carino ma niente di piu' ma comunque da li in avanti ha fatto una continua discesa verso il peggio del peggio del cinema italiano.
qua in questo forum e' possibile esprimere la propria opinione senza venire insultati dai vari sostenitori del film?non approvo questo genere di atteggiamenti. sembrate peggio dei fascisti eppure state qui a parlare di sentimenti e a fare i liberali.
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ho visto il film in dvd preso in prestito dalla biblioteca e ho fatto bene a non spendere sette euro e cinquanta per vederlo al cinema.
e' veramente un film superficiale che ricorda le fiction televisive di cui siamo sommnersi. recitazione purtroppo ridicola.anche se il tema e' pesante e triste.
ozpetek ha profondamente deluso,le fate ignoranti era carino ma niente di piu' ma comunque da li in avanti ha fatto una continua discesa verso il peggio del peggio del cinema italiano.
qua in questo forum e' possibile esprimere la propria opinione senza venire insultati dai vari sostenitori del film?non approvo questo genere di atteggiamenti. sembrate peggio dei fascisti eppure state qui a parlare di sentimenti e a fare i liberali.ognuno deve essere libero di avere la sua opinione senza venire giudicato o peggio insultato da questa gente che affolla questi forum.
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[+] libero sì, ma non di dire stupidaggini.
(di marezia)
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brokebackpassion
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giovedì 22 febbraio 2007
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la noia dell inconsistenza
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un film la cui lentezza è proporzionale allo smarrimento che ha il regista nella lucidità di tirare avanti la storia,e questo si riversa sulla disponibilità dello spettatore di sorbirsi le gesta dell "allegra brigata",film che non riesce mai a decollare nonostante l intreccio di storie stile fiction....troppa carne al fuoco?polemica sui dico?,benvengano questi temi sociali ma almeno articolali..non so,purtroppo non mi ha convinto se non in tre scene(che non elenco per non svelare parti della trama),in cui si vede come ferzan sia ottimo regista,ma purtroppo tre scene non fanno il film come alcune battute sagaci non sono aime tutto il film.Gli do un bel due stelle,il film è corretto,ma purtroppo non risolto.
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un film la cui lentezza è proporzionale allo smarrimento che ha il regista nella lucidità di tirare avanti la storia,e questo si riversa sulla disponibilità dello spettatore di sorbirsi le gesta dell "allegra brigata",film che non riesce mai a decollare nonostante l intreccio di storie stile fiction....troppa carne al fuoco?polemica sui dico?,benvengano questi temi sociali ma almeno articolali..non so,purtroppo non mi ha convinto se non in tre scene(che non elenco per non svelare parti della trama),in cui si vede come ferzan sia ottimo regista,ma purtroppo tre scene non fanno il film come alcune battute sagaci non sono aime tutto il film.Gli do un bel due stelle,il film è corretto,ma purtroppo non risolto.Accorsi e la Buy,li ho trovati fuori ruolo fuori tono,bravissima Ambra angiolini e Pierfranceso favino e sarà perche la trovo veramente bella e brava la ferrari che si meritava molto di più.
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[+] sempre più giù!!!
(di maestrale)
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(di lilith)
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eumeo il porcaro
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lunedì 26 febbraio 2007
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puzzle ruffiano
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Prendete una sceneggiatura, diciamo "le fate ignoranti"...frammentatela, spezzettatela e riassemblatene gli elementi con un pizzico di fantasia (il gruppo "fuori dagli schemi", la casa-rifugio, la morte e l'addio, il tradimento, l'omosessualità) e voilà, la sceneggiatura è servita...non basta per portare avanti tutto il film, diciamo che il tutto sta in piedi un'oretta circa. Come condimento, utilizzate dei "quasi" primi piani alla Sergio Leone, con la camera che stringe ad incorniciare le emozioni che vengono a galla...Guarnite con qualche citazione, sempre leoniana, non saprei...una sigaretta offerta a una "condannata a morte"...che fa tanto pietas del "buono" in una scena cult del "Buono, il brutto, il cattivo".
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Prendete una sceneggiatura, diciamo "le fate ignoranti"...frammentatela, spezzettatela e riassemblatene gli elementi con un pizzico di fantasia (il gruppo "fuori dagli schemi", la casa-rifugio, la morte e l'addio, il tradimento, l'omosessualità) e voilà, la sceneggiatura è servita...non basta per portare avanti tutto il film, diciamo che il tutto sta in piedi un'oretta circa. Come condimento, utilizzate dei "quasi" primi piani alla Sergio Leone, con la camera che stringe ad incorniciare le emozioni che vengono a galla...Guarnite con qualche citazione, sempre leoniana, non saprei...una sigaretta offerta a una "condannata a morte"...che fa tanto pietas del "buono" in una scena cult del "Buono, il brutto, il cattivo"...e quasi ci siamo. Il risultato? Un Almodovar de noantri, senza il coraggio del paradosso e dell'eccesso che caratterizzano Pedro, un Almodovar con musiche riecheggianti ma senza colori, o meglio, con colori sfumati, nella gioia e nel dolore. Ma, ma. Gli attori sono bravi. Favino è impeccabile, recitazione superba e misurata nel sapre usare i mezzi toni e la dignità nel dolore, una spanna sopra tutti. Argentero è pienamente in parte, la risposta italiana Rupert Everett, forse, ma bravo. E se gli attori centrano la prova, il merito è anche del regista, per cui applausi a Ozpetek. Poi, certo...Accorsi e la Buy inseriscono il pilota automatico; Accorsi con qualche sprazzo, ma nulla di memorabile complessivamente. Fantastichini, la Savino e la Vukotic fornisono una prova da bravi caratteristi, nel senso storicamente più nobile di questa tipologia di interpretazione. Il film, nel complesso, non è un capolavoro, ma si lascia guardare, nella speranza che Ozpetek abbia il coraggio di osare di più, in futuro, staccandosi dal proprio nido culturale di riferimento e avendo il coraggio di dirigere volti meno conosciuti, certi che saprebbe farlo molto bene.
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[+] :-)
(di robert)
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(di ciao!)
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