Conseguito nel 1948 il diploma di scenografo presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, iniziò un'intensa attività teatrale, affermandosi in questo settore come uno dei migliori scenografi del dopoguerra. Nel 1951 passò al cinema, lavorando in numerosi film, spesso in collaborazione con registi di fama, ottenendo validi risultati. Tra le sue opere di maggior significato ricordiamo le scenografie di Bellissima (1951, Luchino Visconti), de Il sole negli occhi (1953, Antonio Pietrangeli), di Amore in città (1953, autori vari), e soprattutto di alcuni film di Michelangelo Antonioni, I vinti (1953), La signora senza camelie (1954) e Le amiche (1955) in cui Polidori seppe realizzare un'intelligente e originale fusione scenografica fra gli elementi realistici e cronachistici dei film e la loro componente immaginaria e poetica. In altre opere di ben diverso carattere, come Il cappotto (1952, Alberto Lattuada) o La passeggiata (1953, Renato Rascel), Polidori seppe efficacemente evocare di fronte agli occhi dello spettatore il mondo di Gogol, a cui si ispiravano i due film, creando intorno alle vicende narrate un ambiente caratterizzato da una spiccata componente fantastica ed onirica, messa in risalto da una scenografia mirabile per raffinatezza e delicatezza di toni. Negli anni Sessanta, Polidori ha lavorato nel cinema con minore assiduità e in opere di inferiore livello artistico; unica eccezione, forse, Maciste contro il vampiro (1961, Giacomo Gentilomo), interessante per le soluzioni scenografiche che tentano di rendere credibile la presenza di un eroe "mediterraneo" nel mondo dell'Europa dell'Est. caratterizzato da tradizioni e cultura completamente diverse.