Nacque come imitatore e parodista in radio, dopo aver tentato senza grande successo la via del giornalismo. Imitatore perfettissimo non solo nella voce e nel modo di parlare, ma anche nel trucco del viso, nella postura, nei movimenti della faccia e del corpo, in pratica un imitatore totale. Inoltre i suoi testi erano molto divertenti e anche molto satirici nei confronti dei potenti di allora. Alighiero Noschese era talmente bravo che molte volte le sue imitazioni erano più vere dell'originale. Restano indimenticabili le sue imitazioni di Mario Pastore (la cui parodia del giornalista imbelle si concludeva con la frase « Mi dicono che non è vero »), del moderatore di tribuna politica Ugo Zatterin (che puntualizzava regolarmente « Il mio compito è di... sputare »), di una Mariolina Cannuli ostentatamente ammiccante e sensuale, e di molti altri, come Ugo La Malfa, Giovanni Leone, Amintore Fanfani, Ruggero Orlando, la regina Elisabetta e Marco Pannella. Qualche breve ricordo delle sue apparizioni televisive: Doppia coppia (1969-70), Canzonissima (1971-72), Formula due (1973), insieme alla grandissima Loretta Goggi, Ma che sera (1978) insieme a Raffaella Carrà, Paolo Panelli e Bice Valori. Nel frattempo lavorò in teatro in due spettacoli di rivista di Garinei e Giovannini, Scanzonatissimo (1963) e La voce dei padroni (1966-67). Fu anche protagonista di alcuni divertentissimi film, come Io non scappo... fuggo! (1970), Il furto è l'anima del commercio?!... (1971), Io non vedo, tu non parli, lui non sente (1971) e Il prode Anselmo e il suo scudiero (1973), tutti in coppia con l'emergente Enrico Montesano. L'uomo dalle cento voci (anzi novantasei, come lui stesso amava precisare), si tolse la vita con un colpo di pistola nel 1979, mentre stava preparando lo spettacolo L'inferno può attendere, lasciando in tutta Italia un incolmabile rimpianto.