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Narcos 10 ragioni per vederlo


di Gabriele Niola

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mercoledì 10 febbraio 2016 - Netflix

Ci sono almeno 10 buone ragioni per dedicare circa 8 ore del proprio tempo a Narcos, la serie tv di Netflix che, dallo sbarco in Italia, si è imposta come il prodotto di punta, il più nuovo, originale e coinvolgente. La vera storia di Pablo Escobar, il cartello di Medellin e gli sforzi della polizia americana per sgominarlo, è una period-serie tutta ambientata tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, imbevuta di quel mood e appassionata al suo contesto criminale.

Esistono innumerevoli ragioni per iniziare a vedere Narcos e tra queste ne abbiamo estratte dieci. Le più pressanti.
Gabriele Niola

Con uno sguardo alle grandi ricostruzioni da una parte, uno al cinema di genere puro e un altro ancora alle ricostruzioni della storia criminale che abbiamo visto fiorire soprattutto in Europa, Narcos è un prodotto come al solito (dobbiamo ancora dirlo?) scritto benissimo, ma anche sorprendentemente capace di incrociare verità e finzione.


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In foto Wagner Moura. Foto di Daniel Daza (Netflix).
In foto Stephanie Sigman. Foto di Daniel Daza (Netflix).
In foto Pedro Pascal e Boyd Holbrook. Foto di Daniel Daza (Netflix).
1. José Padilha

Da quando il suo Tropa de elite ha conquistato il cinema mondiale Padilha non sì è più fermato.

In quel film raccontava delle truppe speciali brasiliane che operano nelle favelas, e il suo modo di mescolare, azione, violenza e cinema duro con i lati più intellettuali del linguaggio filmico ha fatto scuola. Le sue idee l'hanno portato sia nella Hollywood commerciale (Robocop) sia a fare la regia del pilota di Narcos. È infatti lui ad aver dato toni, tempi e stile visivo alla serie.


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In foto Boyd Holbrook e Jose Padilha. Foto di Daniel Daza (Netflix).
In foto Wagner Moura e Jose Padilha. Foto di Daniel Daza (Netflix).
2. La lingua

L'inglese è la lingua delle serie tv americane, che in Italia diventa italiano per chi le vede doppiate, Narcos però è a tutti gli effetti una serie bilingue che, contrariamente a quanto faccia Hollywood, ha deciso di mantenere lo spagnolo.

Invece che dare anche agli stranieri l'impossibile dono della lingua inglese (come spesso accade), la produzione ha deciso di mantenersi fedele alla realtà e così tutta la serie è di fatto in due lingue, tanto spagnola quanto inglese (che in Italia diventa italiano per chi la vede doppiata), con straordinari effetti di realismo.


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In foto Luis Guzman, Wagner Moura, Juan Pablo Raba, Juan Riedinger. Foto di Daniel Daza (Netflix).
3. L'altra faccia del potere

Se House Of Cards racconta gli intrighi di palazzo, il potere visto dal suo lato istituzionale e il male che manda avanti una nazione, Narcos è l'altra faccia di quel potere, ugualmente spietato ma non ripulito.

Come Frank Underwood anche Escobar praticamente manda avanti una nazione e come lui ci è arrivato con manovre di corridoio, dovendo spesso difendersi dalla legge. Sono due titani che si muovono con il loro intelletto in un mondo nel quale non si possono fidare di nessuno e un errore di valutazione può detronizzarli.


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In foto Wagner Moura. Foto di Daniel Daza (Netflix).
4. Guillermo Navarro

Non solo Padilha, i più appassionati di cinema avranno notato un altro nome noto tra i registi della serie, ovvero Guillermo Navarro, uno dei migliori direttori della fotografia di Hollywood che qui passa ad un ruolo di maggiore responsabilità.

Non è un caso di certo se il primo dei due episodi da lui diretti si apra con un'immagine fantastica e sia tutto disseminato di grandi spunti visivi. Nonostante infatti il look di Narcos sia molto sporco ed adatto alla materia trattata, lo stesso gli spunti per piccole raffinatezze estetiche non mancano.


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In foto Boyd Holbrook e Guillermo Navarro. Foto di Daniel Daza (Netflix).
5. I due Escobar

Si dice sempre che il cinema sta cominciando ad attingere alle novità di linguaggio proposte dalle serie tv ma è vero anche il contrario. Questa serie di grande intrattenimento sembra aver digerito le trovate di Pablo Larrain e del suo No.

Qui il Pablo Escobar della finzione (l'attore Wagner Moura) è continuamente mescolato al vero Escobar (che gli somiglia ma è anche decisamente diverso) dei filmati di repertorio, delle foto e delle immagini televisive. Senza timore di creare confusione i due Escobar si alternano con grande armonia grazie ad una fotografia che imita i colori e le luci della tv colombiana dell'epoca.


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In foto Wagner Moura. Foto di Daniel Daza (Netflix).
6. I grandi caratteristi

Lo sappiamo bene noi che in Italia abbiamo una lunga tradizione di grandi caratteristi, quanto in questi casi proprio loro siano fondamentali. Il cast di contorno di Narcos non solo è scelto benissimo e propone un pugno di corpi e volti impeccabili, ma vanta anche un paio di nomi davvero illustri.

Il primo è Luis Guzman, vecchia conoscenza di Hollywood, da sempre messicano cattivo o portoricano criminale (indimenticabile in Carlito's Way), un maestro della recitazione, l'altra è Paulina Garcia la straordinaria interprete salita alla ribalta con il bellissimo Gloria.


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In foto Luis Guzman. Foto di Daniel Daza (Netflix).
In foto Wagner Moura e Paulina Garcia. Foto di Daniel Daza (Netflix).
7. Il realismo storico

C'è modo e modo di affrontare una storia vera che viene necessariamente romanzata, Narcos ha scelto di ricordare continuamente agli spettatori di non essere poi così tanto romanzato.

La serie propone molto spesso le prove di quel che racconta, quando fa vedere un certo evento subito dopo gli affianca le notizie dei telegiornali d'epoca o, come spiegato per Escobar, le foto dei veri protagonisti, insomma il confronto con quella che fu la realtà, per sottolinearne l'aderenza al vero. La scritta iniziale che precisa come "ogni riferimento a persone realmente esistenti o eventi realmente accaduti è puramente casuale" mai come in questo caso suscita un sorriso.


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In foto Pedro Pascal. Foto di Daniel Daza (Netflix).
8. La storia del mondo attraverso il crimine

Abbiamo iniziato in Europa e al cinema a rielaborare gli anni '70 e '80 attraverso il crimine. Ogni paese a partire dalla Francia, alla Germania, alla Spagna (per non dire del nostro), sta raccontando quel periodo attraverso la propria storia criminale, come se quella chiave di lettura fosse di colpo la migliore per spiegare un'epoca.

Narcos non si sottrae a questo gioco, anzi è uno dei primi esempi televisivi del genere provenienti dal continente americano.


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In foto Vera Mercado, Raul Mendez e Manolo Cardona. Foto di Daniel Daza (Netflix).
9. Il complemento perfetto a Breaking Bad

Un caso ha voluto che proprio dopo l'uscita di Narcos, Netflix cominciasse a proporre anche tutto Breaking Bad. Le due serie sembrano complementari. Breaking Bad nella produzione di droga trova la ragione di vita di un uomo normale, racconta degli ultimi anelli della catena e la parte più intellettuale di tutto il business.

Narcos al contrario trova nella produzione e distribuzione di droga un business come un altro, un modo di fare soldi, non mostra praticamente mai il consumo o la droga in sè e si occupa solo del primo livello della catena, la testa della piramide. Quello che è uno dei business più determinanti della società occidentale qui è esibito mentre nelle altre serie sembra un tabù.


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In foto Wagner Moura. Foto di Daniel Daza (Netflix).
10. La demistificazione del crimine

Le serie criminali sono spesso accusate di mitizzare figure negative, di fare dei criminali dei personaggi affascinanti, dei simboli da imitare. Narcos non fa né questo né il suo contrario, non insiste come Gomorra sulla meschinità e la malvagità dei protagonisti (e ovviamente nemmeno la nasconde) semmai ne annulla il potere mostrandone lo squallore.

Nonostante i boss della serie arrivino ad essere gli uomini più ricchi di tutto il mondo, lo stesso vivono senza gioia la ricchezza, hanno esistenze di ordinaria medietà, non riescono a fare di questo trionfo anche un riscatto sociale, non entrano in politica e non assicurano un domani migliore alla propria famiglia. A tutti gli effetti il loro mito anziché essere alimentato è totalmente sgonfiato.


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In foto Wagner Moura e Paulina Garcia. Foto di Daniel Daza (Netflix).

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