nanobrontolo
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martedì 22 agosto 2023
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nanni moretti è il cinema!
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È ovvio che non si tratta di un film per tutti! È vero che si intersecano varie storie ma hanno tutte un filo conduttore e la maestria del regista le fonde e le rende tutte comprensibili e chiaramente esplicative, atte ad un unico scopo e cioè spiegare che anche ciò che ci appare ineluttabile è invece controvertibile, basta volerlo, dalle lotte tra i popoli ai rapporti familiari. Inoltre invita a riflettere su quanto il consumismo ci rende tutti uguali e pascolanti come un gregge! Grazie Moretti, almeno tu ci sei
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stefano capasso
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martedì 12 settembre 2023
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l''impegno l''amore e il tempo che passa
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Giovanni è un regista un po' nostalgico, non più al passo coi tempi e per questa ragione il film a cui sta lavorando perde i finanziamenti. Allo stesso tempo sua moglie Paola, da sempre produttrice dei suoi film, ha deciso di lasciarlo non solo nella vita ma anche nel lavoro, per dedicarsi a progetti più “attuali”. Mentre pensa ad un film sull’amore Giovanni riesce a portare a termine il suo film, cambiando però l’epilogo a cui aveva pensato.
L’ultimo film di Nanni Moretti sembra essere una ricapitolazione della sua carriera, sia il film, che il film nel film. Tra autocitazione sterili, quasi un copiarsi e momenti dove in effetti Moretti riesce a portare qualcosa di fresco il film va avanti sottolineando i temi cari al regista: l’impegno politico e l’amore.
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Giovanni è un regista un po' nostalgico, non più al passo coi tempi e per questa ragione il film a cui sta lavorando perde i finanziamenti. Allo stesso tempo sua moglie Paola, da sempre produttrice dei suoi film, ha deciso di lasciarlo non solo nella vita ma anche nel lavoro, per dedicarsi a progetti più “attuali”. Mentre pensa ad un film sull’amore Giovanni riesce a portare a termine il suo film, cambiando però l’epilogo a cui aveva pensato.
L’ultimo film di Nanni Moretti sembra essere una ricapitolazione della sua carriera, sia il film, che il film nel film. Tra autocitazione sterili, quasi un copiarsi e momenti dove in effetti Moretti riesce a portare qualcosa di fresco il film va avanti sottolineando i temi cari al regista: l’impegno politico e l’amore. Se per quello che riguarda il primo punto sembra non esserci più speranza, la fine definitiva di tutte le idee di partecipazione è sancita metaforicamente da Netflix e dalle nuove tendenze della tv, dove tutti sono chiamati a parlare di tutto, c’è invece ancora spazio per l’amore, per il film che ha in mente il protagonista, e che in effetti Moretti stesso finisce per realizzare. In ultimo, sembra ancora dire il regista, è necessario mantenere un certo legame con il passato, la gratitudine per chi c’è stato: un segno anche questo d’amore e di impegno.
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piero
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martedì 21 novembre 2023
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il sole di moretti
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Mi è piaciuto moltissimo. E' un film dagli esiti estetici altissimi, e zeppo di allusioni e rimandi ad altri films, e dotato di una dissacrazione che Moretti porta anche al cinema spazzatura, e ad un concetto di cinematografia che punta più sull'effetto e sull'azione, che sulla riflessione.
In sostanza il film è un continuo intersecarsi di piani narrativi diversi: personali (Giovanni è un regista, da anni in cura per depressione, che ha portato il proprio rapporto matrimoniale alla disfatta con le proprie paure e paranoie), cinematografici (Giovanni sta dirigendo un suo film sullo strappo del PCI dall'Unione Sovietica in seguito all'Invasione dell'Ungheria, in cui si consuma a sua volta lo strappo tra i militanti più libertari .
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Mi è piaciuto moltissimo. E' un film dagli esiti estetici altissimi, e zeppo di allusioni e rimandi ad altri films, e dotato di una dissacrazione che Moretti porta anche al cinema spazzatura, e ad un concetto di cinematografia che punta più sull'effetto e sull'azione, che sulla riflessione.
In sostanza il film è un continuo intersecarsi di piani narrativi diversi: personali (Giovanni è un regista, da anni in cura per depressione, che ha portato il proprio rapporto matrimoniale alla disfatta con le proprie paure e paranoie), cinematografici (Giovanni sta dirigendo un suo film sullo strappo del PCI dall'Unione Sovietica in seguito all'Invasione dell'Ungheria, in cui si consuma a sua volta lo strappo tra i militanti più libertari ..Boboulova.. e quelli più rigidi e fedeli a Togliatti..Orlando, il capo di una sezione del PCi e giornalista dell'Unità) e onirici (i sogni che fa Giovanni, sul suo disastroso menage familiare).
Nel film ideato da Giovanni, l'arrivo di un circo Ungherese,avverrà nei giorni dell'invasione del 1956 dell'Ungheria e provocherà l'insorgere di idee diverse da quelle ufficiali del partito e consumerà lo strappo di una sezione del PCI che si ribellerà alle idee di Togliatti fedele al URSS, e costringerà il partito a rivedere le sue posizioni politiche. Nell' idea base, il capo della sezione avrebbe dovuto impiccarsi, ma questa idea è avversata dalla moglie di Giovanni, e anche dalla protagonista femminile che invece che di film politico vede in esso un film d'amore con tinte politiche pessimistiche. Così Giovanni, dopo essere stato sul punto di finire il film con la scena dell'impiccagione, con il cappio al collo, immagina un finale alternativo del suo film, che è anche un omaggio alla moglie che lui sta cercando di riconquistare dopo che è andata a vivere da sola, ma rispecchia anche il suo ideale di Comunismo fedele a Marx ed Engels, non totalitario come quello di Stalin: per questo il corteo di comparse, sfila per la Via dei Fori Imperiali, con alla testa lo stesso Moretti e la moglie e i protagonisti del film innamoratisi tra loro, altri attori (tra cui Jerzy Oskar Stuhr e Mathieu Amalric), le comparse e la troupe e tutta una serie di persone che hanno avuto dei ruoli cameo nel film (Augias, Enzo Piano) ed ex attori di film precedenti di Moretti (Lina Sastri, Jasmine Trinca, , Gigio Morra etc..), e tra tutti spicca una gigantografia di Trotzky.
Il film è fortemente satirico di una certa cinematografia che punta all'effetto e alla violenza (la scena in cui lui blocca un film parallelo di cui la moglie sta curando la podruzione, in cui la scena finale è quella di un'esecuzione) e di certa produzione che punta su film del genere (NETFLIX): quando il suo produttore, pesantemente indebitato, viene arrestato dalal Giardia di Finanza, e lui trovandosi senza capitali, è costretto prima a tentare con Netflix accorgendosi però che il suo ideale di film è completamente opposto a quelli che cura la casa di produzione straniera, finendo con l'essere finanziata da coreani, che capiscono poco del suo film ma siccome è europeo, va bene lo stesso per loro. Insieme è però anche un film sui sentimenti, e insieme un film che esprime una speranza su determinati valori (la scritta finale che inneggia al comunismo di Marx ed Engels completamente diverso dall'idea totalitario di Socialismo Reale di Stalin), oltre che anche però un film sul cinema, con tantissimi rimandi voluti e evidenti (i Fratelli Taviani, Kieslowsky, Fassbinder, John Landis, Cassavetes..) un po' come certi film di Wim Wenders e anche nascosti, e di cui solo il cinefilo può rendersi conto (il circo è un omaggio a Fellini, ma Fellini è presente anche con rimandi cinematografici in spezzoni de La dolce Vita; il regista che filma e insieme è soggetto e oggetto nel film stesso che mette alla berlina le paranoie e i dissapori degli stessi attori e della troupe, rimanda seconda me a Effetto Notte di Truffaut; ma ci sono rimandi evidenti anche a precedenti film di Moretti (il gelato, rimanda alla nutella di Bianca; lui che nuota in piscina, rimanda a Palombella Rossa); il parere opposto al suo da parte della sua protagonista femminile, innamoratasi dal protagonista maschile, sul set, che quersto non sia un film politico, ma sia un film d'amore con tinte politiche , potrebbe rimandare anche a Mario, Maria e Mario, di Ettore Scola. Lui che nel sogno diventa il suggeritore inconscio di una ragazza che si rivolge al suo innamorato che ha lontane somiglienze con lui stesso, svolge la parte di Cyrano. E infine il corteo che avanza e in cui trovano spazio tutti, anche molti interpreti di altri suoi films, non è forse l'espressione reale de Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo?
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francesca meneghetti
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lunedì 24 aprile 2023
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l’impetuosa doglia entro rimase, che volea tutta uscir con troppa fretta
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“L’impetuosa doglia entro rimase, che volea tutta uscir con troppa fretta”. (Ariosto, Orlando Furioso, Canto XXIII). Mi sono tornati in mente questi versi dopo aver visto Il sol dell’avvenir di Moretti, regista che ho molto amato, come tanti, e di cui apprezzo moltissimo il rigore etico e intellettuale e il lasciarsi andare festoso alla musica e alla danza. Il film, a mio parere, ha degli intenti e degli sprazzi geniali, ma soffre di una ridondanza di intenzioni espressive, che si ingorgano all’uscita, come fa l’acqua di un vaso capovolto che abbia l’imboccatura stretta (l’esempio è ariostesco). C’è la storia di un film diretto da Giovanni/Nanni nel film (che a tratti evapora dal contenitore): ed è un’idea molto interessante.
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“L’impetuosa doglia entro rimase, che volea tutta uscir con troppa fretta”. (Ariosto, Orlando Furioso, Canto XXIII). Mi sono tornati in mente questi versi dopo aver visto Il sol dell’avvenir di Moretti, regista che ho molto amato, come tanti, e di cui apprezzo moltissimo il rigore etico e intellettuale e il lasciarsi andare festoso alla musica e alla danza. Il film, a mio parere, ha degli intenti e degli sprazzi geniali, ma soffre di una ridondanza di intenzioni espressive, che si ingorgano all’uscita, come fa l’acqua di un vaso capovolto che abbia l’imboccatura stretta (l’esempio è ariostesco). C’è la storia di un film diretto da Giovanni/Nanni nel film (che a tratti evapora dal contenitore): ed è un’idea molto interessante. Come visse la base comunista (dieci anni dopo, o poco più, dalla Liberazione) l’invasione dell’Ungheria da parte delle truppe sovietiche, per esempio nella sezione romana del Quarticciolo, che ha come segretario Silvio Orlando? Sappiamo che fu un momento lacerante. Che si crearono crepe tra CGIL e partito e nel partito. Che molti militanti uscirono dal PCI: uno per tutti, Italo Calvino. Ma la creazione artistica può modificare la realtà, e allora ecco che il finale cupo e nichilista inizialmente previsto per il film nel film viene poi cambiato: il segretario di sezione porta la protesta dei comunisti di base (che vedono in TV le drammatiche immagine dell’invasione) alle Botteghe Oscure e il finale muta di segno, con tutti insieme, appassionatamente, a sfilare contro la tirannia e in nome della libertà. Sì, ho un po’ spoilerato, ma il film non è tutto qui, in questa rivisitazione della storia fatta con i Se e allusiva ai tempi presenti. Per altro, questa scena, da Pellizza da Volpedo (al pari di quella iniziale, in cui dei militanti si fanno calare dagli argini del Tevere per dipingere una scritta sulla murata), è una delle più belle. Mi ci sono altre storie, altri fili narrativi che si intrecciano. E talora si aggrovigliano. C’è il disagio verso le nuove forme della comunicazione cinematografica (Netflix sul banco degli imputati per quanto riguarda il mezzo; l’assenza di ogni criterio etico per quanto riguarda i contenuti, troppo indulgenti in media verso i bassi istinti del pubblico: Moretti maturo batte il tasto, sempre più, sul valore educativo del cinema, pur sapendosi in solitudine). Ci sono l’inquietudine, la pignoleria, le idiosincrasie, le manie nevrotiche di Giovanni/Nanni regista e anche attore onnipresente, messe in piazza non senza autoironia. Ci sono i rimpianti per i film non fatti (il nuotatore, una storia che trovasse nella canzone italiana l’elemento agglutinante). C’è il debito di riconoscenza verso altri registi del passato (Fellini, i fratelli Taviani, Kieslowski). C’è il tema dell’amore e delle sue difficoltà nel rapporto di coppia. Giovanni è un marito e un padre pesante e soffocante (anche qui un'autorappresentazione ironica): la moglie, interpretata da Margherita Buy, aspira infatti alla separazione, con l'aiuto di un caricaturale psicologo. Amore, che poi, secondo un’interpretazione ottimistica del film, sembrerebbe la chiave per venire a capo di tanti crucci contemporanei. Secondo una lettura più pessimistica, resta l’amarezza nei confronti di ciò che storicamente non è stato, e che ci ha impedito di liberarci di certi fardelli ideologici. La mia impressione è che, per avere una scultura perfetta, Moretti avrebbe dovuto non aggiungere, ma togliere, sfilare, lasciar andare.
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