fhx
|
sabato 13 gennaio 2024
|
invecchiare male
|
|
|
|
Giovanni Moretti, detto Nanni, mi ha fatto sempre una grande simpatia. Ricordo e rivedo con piacere alcuni suoi film come “La messa è finita”, “Habemus Papam” oppure l’interessante documentario “Santiago-Italia”. Premesso ciò, quando sei arrivato ad una certa età e hai perso lo smalto della gioventù, fisiologicamente ed intellettualmente; quando hai già detto tutto quello che avevi da dire e sono rimasti solo rimpianti e la sensazione di essere uno ‘sconfitto’ dalla vita; quando ti circondi solo di persone, vecchie come te, che ti servono solo per alimentare nostalgie di un tempo che non tornerà più, allora il risultato non può che essere uno: un film orrendo.
|
|
[+] lascia un commento a fhx »
[ - ] lascia un commento a fhx »
|
|
d'accordo? |
|
belliteam
|
lunedì 11 dicembre 2023
|
nanni moretti piu'' ispirato che mai
|
|
|
|
Nanni Moretti, interpreta Giovanni, un regista che ci porta al 1956, all'occupazione dell'Unione Sovietica dell'Ungheria.
e lo fa' con il solito tocco ironico, affiancato dagli amici Silvio Orlando, che interpreta Ennio, redattore dell'Unita', e Margherita Buy, moglie e produttrice, vicina al divorzio.
il film e' un continuo susseguirsi di momenti "cult" (citiamo x tutte l'incontro con il personale di Netflix), e di dialoghi geniali ("ma tu ci pensi al pubblico quando giri? no. o nonloso, ma mi piace dire di no), intervallati dalle note di De Andre', e Battiato che ci fa' ballare sullo sfondo del Circo Budaveri. Cinema nel cinema, dove si strappa una immagine del Dittatore Stalin, e si riflette sulla violenza gratuita (il paragone con Kieslowski e' l'ennesima perla).
[+]
Nanni Moretti, interpreta Giovanni, un regista che ci porta al 1956, all'occupazione dell'Unione Sovietica dell'Ungheria.
e lo fa' con il solito tocco ironico, affiancato dagli amici Silvio Orlando, che interpreta Ennio, redattore dell'Unita', e Margherita Buy, moglie e produttrice, vicina al divorzio.
il film e' un continuo susseguirsi di momenti "cult" (citiamo x tutte l'incontro con il personale di Netflix), e di dialoghi geniali ("ma tu ci pensi al pubblico quando giri? no. o nonloso, ma mi piace dire di no), intervallati dalle note di De Andre', e Battiato che ci fa' ballare sullo sfondo del Circo Budaveri. Cinema nel cinema, dove si strappa una immagine del Dittatore Stalin, e si riflette sulla violenza gratuita (il paragone con Kieslowski e' l'ennesima perla).
capolavoro.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a belliteam »
[ - ] lascia un commento a belliteam »
|
|
d'accordo? |
|
gianni quilici
|
martedì 5 dicembre 2023
|
e'' un film, a suo modo, spiazzante
|
|
|
|
E’ un film, a suo modo, divertente, perché il protagonista, Giovanni è recitato da Moretti con la sua originalissima inflessione parodistica e con frecciate che colpiscono il bersaglio, tanto che alcune di esse potranno diventare proverbiali, come è successo in altre pellicole.
E’ un film, a suo modo, pensante, perché riflette sui registi, sui film e sul cinema oggi, citando, giocando e nel caso di Fellini, ricreandolo con il circo, con la sequenza de La dolce vita, e con il corteo finale, utopico omaggio a un possibile sol dell’avvenire
E’ un film, a suo modo, politico, perché è critica non soltanto delle ideologie ossificate del Pci stalinista, ma anche del regista dittatoriale e della sua relazione coniugale rigida, scontata.
[+]
E’ un film, a suo modo, divertente, perché il protagonista, Giovanni è recitato da Moretti con la sua originalissima inflessione parodistica e con frecciate che colpiscono il bersaglio, tanto che alcune di esse potranno diventare proverbiali, come è successo in altre pellicole.
E’ un film, a suo modo, pensante, perché riflette sui registi, sui film e sul cinema oggi, citando, giocando e nel caso di Fellini, ricreandolo con il circo, con la sequenza de La dolce vita, e con il corteo finale, utopico omaggio a un possibile sol dell’avvenire
E’ un film, a suo modo, politico, perché è critica non soltanto delle ideologie ossificate del Pci stalinista, ma anche del regista dittatoriale e della sua relazione coniugale rigida, scontata.
E’ un film, a suo modo, spiazzante, perché non cerca l’identificazione con il protagonista e perché presenta una narrazione ad incastro, non lineare, alternando più piani narrativi. che possono lasciare perplesso lo spettatore medio.
E’, a suo modo, un film, anche, sentimentale, anche se, a quel livello, poco approfondito, perché il protagonista inflessibile nel set e nella vita attraversa, costretto dalle scelte della moglie, una crisi personale, che lo fa diventare più morbido, più vicino agli aspetti più intimi dell’esistenza.
E’ un film che canta, in cui le diverse famose canzoni hanno un senso espressivo. Si pensi quando il regista e l’intera troupe bloccano le riprese e iniziano a danzare sulle note di “Voglio vederti danzare “ di Franco Battiato.
E’ un film che riesce a toccare, a volte, la poesia. Quando, in macchina, canta con l’Aretha Franklin in The Blues Brothers, nella sequenza de La dolce vita con i volti degli spettatori e la voce di Luigi Tenco in Lontano lontano, quando si appassiona a raccontare come la morte sia resa vera citando Un breve film sull’uccidere di Kieslowski e nel corteo finale, libera scelta di mutare ciò che è stata la Storia, come desiderio implicito di cambiare questa storia, che vivendo stiamo, a noi spettatori.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni quilici »
[ - ] lascia un commento a gianni quilici »
|
|
d'accordo? |
|
piero
|
martedì 21 novembre 2023
|
il sole di moretti
|
|
|
|
Mi è piaciuto moltissimo. E' un film dagli esiti estetici altissimi, e zeppo di allusioni e rimandi ad altri films, e dotato di una dissacrazione che Moretti porta anche al cinema spazzatura, e ad un concetto di cinematografia che punta più sull'effetto e sull'azione, che sulla riflessione.
In sostanza il film è un continuo intersecarsi di piani narrativi diversi: personali (Giovanni è un regista, da anni in cura per depressione, che ha portato il proprio rapporto matrimoniale alla disfatta con le proprie paure e paranoie), cinematografici (Giovanni sta dirigendo un suo film sullo strappo del PCI dall'Unione Sovietica in seguito all'Invasione dell'Ungheria, in cui si consuma a sua volta lo strappo tra i militanti più libertari .
[+]
Mi è piaciuto moltissimo. E' un film dagli esiti estetici altissimi, e zeppo di allusioni e rimandi ad altri films, e dotato di una dissacrazione che Moretti porta anche al cinema spazzatura, e ad un concetto di cinematografia che punta più sull'effetto e sull'azione, che sulla riflessione.
In sostanza il film è un continuo intersecarsi di piani narrativi diversi: personali (Giovanni è un regista, da anni in cura per depressione, che ha portato il proprio rapporto matrimoniale alla disfatta con le proprie paure e paranoie), cinematografici (Giovanni sta dirigendo un suo film sullo strappo del PCI dall'Unione Sovietica in seguito all'Invasione dell'Ungheria, in cui si consuma a sua volta lo strappo tra i militanti più libertari ..Boboulova.. e quelli più rigidi e fedeli a Togliatti..Orlando, il capo di una sezione del PCi e giornalista dell'Unità) e onirici (i sogni che fa Giovanni, sul suo disastroso menage familiare).
Nel film ideato da Giovanni, l'arrivo di un circo Ungherese,avverrà nei giorni dell'invasione del 1956 dell'Ungheria e provocherà l'insorgere di idee diverse da quelle ufficiali del partito e consumerà lo strappo di una sezione del PCI che si ribellerà alle idee di Togliatti fedele al URSS, e costringerà il partito a rivedere le sue posizioni politiche. Nell' idea base, il capo della sezione avrebbe dovuto impiccarsi, ma questa idea è avversata dalla moglie di Giovanni, e anche dalla protagonista femminile che invece che di film politico vede in esso un film d'amore con tinte politiche pessimistiche. Così Giovanni, dopo essere stato sul punto di finire il film con la scena dell'impiccagione, con il cappio al collo, immagina un finale alternativo del suo film, che è anche un omaggio alla moglie che lui sta cercando di riconquistare dopo che è andata a vivere da sola, ma rispecchia anche il suo ideale di Comunismo fedele a Marx ed Engels, non totalitario come quello di Stalin: per questo il corteo di comparse, sfila per la Via dei Fori Imperiali, con alla testa lo stesso Moretti e la moglie e i protagonisti del film innamoratisi tra loro, altri attori (tra cui Jerzy Oskar Stuhr e Mathieu Amalric), le comparse e la troupe e tutta una serie di persone che hanno avuto dei ruoli cameo nel film (Augias, Enzo Piano) ed ex attori di film precedenti di Moretti (Lina Sastri, Jasmine Trinca, , Gigio Morra etc..), e tra tutti spicca una gigantografia di Trotzky.
Il film è fortemente satirico di una certa cinematografia che punta all'effetto e alla violenza (la scena in cui lui blocca un film parallelo di cui la moglie sta curando la podruzione, in cui la scena finale è quella di un'esecuzione) e di certa produzione che punta su film del genere (NETFLIX): quando il suo produttore, pesantemente indebitato, viene arrestato dalal Giardia di Finanza, e lui trovandosi senza capitali, è costretto prima a tentare con Netflix accorgendosi però che il suo ideale di film è completamente opposto a quelli che cura la casa di produzione straniera, finendo con l'essere finanziata da coreani, che capiscono poco del suo film ma siccome è europeo, va bene lo stesso per loro. Insieme è però anche un film sui sentimenti, e insieme un film che esprime una speranza su determinati valori (la scritta finale che inneggia al comunismo di Marx ed Engels completamente diverso dall'idea totalitario di Socialismo Reale di Stalin), oltre che anche però un film sul cinema, con tantissimi rimandi voluti e evidenti (i Fratelli Taviani, Kieslowsky, Fassbinder, John Landis, Cassavetes..) un po' come certi film di Wim Wenders e anche nascosti, e di cui solo il cinefilo può rendersi conto (il circo è un omaggio a Fellini, ma Fellini è presente anche con rimandi cinematografici in spezzoni de La dolce Vita; il regista che filma e insieme è soggetto e oggetto nel film stesso che mette alla berlina le paranoie e i dissapori degli stessi attori e della troupe, rimanda seconda me a Effetto Notte di Truffaut; ma ci sono rimandi evidenti anche a precedenti film di Moretti (il gelato, rimanda alla nutella di Bianca; lui che nuota in piscina, rimanda a Palombella Rossa); il parere opposto al suo da parte della sua protagonista femminile, innamoratasi dal protagonista maschile, sul set, che quersto non sia un film politico, ma sia un film d'amore con tinte politiche , potrebbe rimandare anche a Mario, Maria e Mario, di Ettore Scola. Lui che nel sogno diventa il suggeritore inconscio di una ragazza che si rivolge al suo innamorato che ha lontane somiglienze con lui stesso, svolge la parte di Cyrano. E infine il corteo che avanza e in cui trovano spazio tutti, anche molti interpreti di altri suoi films, non è forse l'espressione reale de Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a piero »
[ - ] lascia un commento a piero »
|
|
d'accordo? |
|
fr�
|
martedì 31 ottobre 2023
|
nostalgico
|
|
|
|
Sarà apprezzato dagli estimatori di Moretti, che qui ritroveranno tanti tratti e riferimenti al suo cinema.
Simpatico e intelligente, sicuramente non nuovo.
|
|
[+] lascia un commento a fr� »
[ - ] lascia un commento a fr� »
|
|
d'accordo? |
|
|
martedì 3 ottobre 2023
|
quando non ci si rassegna
|
|
|
|
la triste fine di un mondo sconfitto
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
kronos
|
venerdì 15 settembre 2023
|
scialbo
|
|
|
|
Ennesima stanca esibizione del vecchio Nanni, ormai entrato nella terza età anche cinematograficamente parlando.
Il soggetto, per l'ennesima volta, è semi-autobiografico e autocitazionista (non si contano le sequenze omaggianti i suoi classici anni 80/90), il cast di amiconi del regista è fastidiosamente obsoleto e la confezione assai modesta.
Poco convincente l'interpretazione dello stesso Moretti, più impostato e didascalico del solito.
Chi ha nostalgia per i bei tempi andati, può consolarsi dando un occhio ai films recenti di Gianni Di Gregorio: quello che avrebbe potuto essere Nanni "da grande" e che invece non è stato.
[+]
Ennesima stanca esibizione del vecchio Nanni, ormai entrato nella terza età anche cinematograficamente parlando.
Il soggetto, per l'ennesima volta, è semi-autobiografico e autocitazionista (non si contano le sequenze omaggianti i suoi classici anni 80/90), il cast di amiconi del regista è fastidiosamente obsoleto e la confezione assai modesta.
Poco convincente l'interpretazione dello stesso Moretti, più impostato e didascalico del solito.
Chi ha nostalgia per i bei tempi andati, può consolarsi dando un occhio ai films recenti di Gianni Di Gregorio: quello che avrebbe potuto essere Nanni "da grande" e che invece non è stato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kronos »
[ - ] lascia un commento a kronos »
|
|
d'accordo? |
|
stefano capasso
|
martedì 12 settembre 2023
|
l''impegno l''amore e il tempo che passa
|
|
|
|
Giovanni è un regista un po' nostalgico, non più al passo coi tempi e per questa ragione il film a cui sta lavorando perde i finanziamenti. Allo stesso tempo sua moglie Paola, da sempre produttrice dei suoi film, ha deciso di lasciarlo non solo nella vita ma anche nel lavoro, per dedicarsi a progetti più “attuali”. Mentre pensa ad un film sull’amore Giovanni riesce a portare a termine il suo film, cambiando però l’epilogo a cui aveva pensato.
L’ultimo film di Nanni Moretti sembra essere una ricapitolazione della sua carriera, sia il film, che il film nel film. Tra autocitazione sterili, quasi un copiarsi e momenti dove in effetti Moretti riesce a portare qualcosa di fresco il film va avanti sottolineando i temi cari al regista: l’impegno politico e l’amore.
[+]
Giovanni è un regista un po' nostalgico, non più al passo coi tempi e per questa ragione il film a cui sta lavorando perde i finanziamenti. Allo stesso tempo sua moglie Paola, da sempre produttrice dei suoi film, ha deciso di lasciarlo non solo nella vita ma anche nel lavoro, per dedicarsi a progetti più “attuali”. Mentre pensa ad un film sull’amore Giovanni riesce a portare a termine il suo film, cambiando però l’epilogo a cui aveva pensato.
L’ultimo film di Nanni Moretti sembra essere una ricapitolazione della sua carriera, sia il film, che il film nel film. Tra autocitazione sterili, quasi un copiarsi e momenti dove in effetti Moretti riesce a portare qualcosa di fresco il film va avanti sottolineando i temi cari al regista: l’impegno politico e l’amore. Se per quello che riguarda il primo punto sembra non esserci più speranza, la fine definitiva di tutte le idee di partecipazione è sancita metaforicamente da Netflix e dalle nuove tendenze della tv, dove tutti sono chiamati a parlare di tutto, c’è invece ancora spazio per l’amore, per il film che ha in mente il protagonista, e che in effetti Moretti stesso finisce per realizzare. In ultimo, sembra ancora dire il regista, è necessario mantenere un certo legame con il passato, la gratitudine per chi c’è stato: un segno anche questo d’amore e di impegno.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano capasso »
[ - ] lascia un commento a stefano capasso »
|
|
d'accordo? |
|
felicity
|
venerdì 8 settembre 2023
|
magnifico film sull’invecchiare, sul tempo andato
|
|
|
|
Il sol dell’avvenire ci dice che esiste un tempo – che è quello del cinema, e quello della vita – che si costruisce e si distrugge ogni volta, ma che tiene insieme tutto. Un tempo per ordinare, scompaginare, andare in crisi, ricominciare, piangere, lasciarsi, schierarsi, ripensarci, ammorbidirsi, ballare. Un tempo che, appunto, è un campo dove mettere dentro tutto, come fa questo film che non vuole trovare un registro, un ritmo, un fuoco: c’è tutto, tutto insieme. La crema allo zenzero e gli antidepressivi, i sabot e il suicidio, le piscine e le distrazioni da smartphone, la Storia fatta con i “se” e il quartiere Mazzini, la tragedia greca e il musical, la tessera del partito e la lampada rossa in una casa presa in affitto, i riti che possono finire e il camminare sopra corde tese, le lacrime e i silenzi, entrambi d’amore, sempre.
[+]
Il sol dell’avvenire ci dice che esiste un tempo – che è quello del cinema, e quello della vita – che si costruisce e si distrugge ogni volta, ma che tiene insieme tutto. Un tempo per ordinare, scompaginare, andare in crisi, ricominciare, piangere, lasciarsi, schierarsi, ripensarci, ammorbidirsi, ballare. Un tempo che, appunto, è un campo dove mettere dentro tutto, come fa questo film che non vuole trovare un registro, un ritmo, un fuoco: c’è tutto, tutto insieme. La crema allo zenzero e gli antidepressivi, i sabot e il suicidio, le piscine e le distrazioni da smartphone, la Storia fatta con i “se” e il quartiere Mazzini, la tragedia greca e il musical, la tessera del partito e la lampada rossa in una casa presa in affitto, i riti che possono finire e il camminare sopra corde tese, le lacrime e i silenzi, entrambi d’amore, sempre.
Il sol dell’avvenire è un film di speranza, di ritrovato fervore artistico, è un film d’amore, che dà al concetto una valenza di certo laica, ma al tempo stesso colta dalla suggestione di una nota preghiera: concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare (il matrimonio naufragato con Paola/Margherita Buy), il coraggio di cambiare le cose che posso (attraverso la finzione cinematografica) e la saggezza per riconoscere la differenza.
Un magnifico film sull’invecchiare, sul tempo ormai andato, e sulla difficoltà ad adattarsi al mondo che cambia troppo in fretta. Ma è anche un film che sogna di “rimettere le cose a posto”.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
lizzy
|
mercoledì 6 settembre 2023
|
il sol (calante) del tramonto...
|
|
|
|
Piccola premessa: a me Moretti non è mai andato a genio.
Ho apprezzato qua e la qualche lazzo, qualche interpretazione, qualche scena dei e nei suoi film, ma non più di tanto.
L'altra sera, ad esempio, ho rivisto "Bianca" con i miei Figli ed ho cercato di spiegar loro qualcosa del film.
Eppure, spiegando spiegando, è rimasto ben poco.
Son passati decenni da quella Morante e da quella Nutella: non è cambiato nulla.
Moretti gigioneggia su tutti, tanto "padre padrone" spavaldo, arrogante e prepotente quanto figlio estremamente complessato ed irrisolto.
[+]
Piccola premessa: a me Moretti non è mai andato a genio.
Ho apprezzato qua e la qualche lazzo, qualche interpretazione, qualche scena dei e nei suoi film, ma non più di tanto.
L'altra sera, ad esempio, ho rivisto "Bianca" con i miei Figli ed ho cercato di spiegar loro qualcosa del film.
Eppure, spiegando spiegando, è rimasto ben poco.
Son passati decenni da quella Morante e da quella Nutella: non è cambiato nulla.
Moretti gigioneggia su tutti, tanto "padre padrone" spavaldo, arrogante e prepotente quanto figlio estremamente complessato ed irrisolto.
I suoi film sono una miscela (esplosiva?) di narcisismi malcelati e malcontenti anche fin troppo esibiti.
I sabot stessi e il delirio verbale su sandali e dintorni: qui prodest?
Sono fin troppi anni che il regista sceneggia se stesso. E pure male, direi.
Moretti non è un bravo attore: non ne ha la stoffa.
Non è nemmeno un bravo sceneggiatore e regista.
Se penso che "Habemus Papam" poteva essere un capolavoro (anche il principale protagonista era particolarmente azzeccato ed in un momento particolarmente felice quando ha interpretato il "non papa") ed invece è rimasto al palo come una storiella realizzata in un teatrino parrocchiale (i prelati che giocavano e ballavano erano ridicoli anzichenò) mi do una spiegazione di tutto il percorso "morettiamo".
Ne "Il sol dell'avvenire" non c'è nulla di particolarmente interessante.
Qua troviamo la solita crisi di coppia con lui troppo preso, lei che si sente esclusa, eccetera. Troviamo il "film dentro il film" (Ma Moretti non è Poe!) che nemmeno quello dice qualcosa.
Non è poetico quel circo recuperato da qualche incubo felliniano, non fanno tenerezza i due comunisti, marito e moglie, che discettano del nulla.
Nemmeno la "storia" ci viene in aiuto visto che il regista la stravolge a piacimento riducendo il finale ad un contentino per qualche cineforum della Domenica dedicato al solito pensionato rimbambito di un ospizio senza speranza.
E le canzoni? Messe li solo ad uso e consumo del Moretti: non ci ho visto nulla di poetico nell'inserire, pretenziosamente, il povero Battiato.
La scena di "Voglio vederti danzare" non ha niente di simpatico: è artefatta all'inverosimile e a me quella "leggerezza" che Moretti vorrebbe suggerire non mi risulta.
Io capisco che il Nanni nazionale voglia mettere, ancora una volta, sul piatto i suoi gusti, le sue manie, le sue convinzioni (politiche in primis), ma è tutto visto e stravisto.
Che qualcuno ricordi a Moretti che il comunismo è morto (e nemmeno il socialismo sta tanto bene), che anche Battiato è fra i più e che le sue nevrosi "riscaldate" sul grande schermo se prima potevano essere anche fonte di ilarità critica adesso... fanno solo piangere.
Forse Moretti doveva chiudere dopo "Bianca": sarebbe stato un onesto e dignitoso "ritiro".
Invece egli ha continuato a perpetrare il reato, gonfiandosi leggendo le voci di certa critica che i film li giudica senza manco vederli e/o che scrive solo per ottenere "la mille" dall'editore (o da chi per lui).
Ma, si sa, siamo in Italia.
Ai tempi de "Il nome della rosa" tutti comprarono il libro, tranne poi lasciarlo a prender polvere su tavoli o scaffali.
Ai giorni nostri molti "vedono" i film di Moretti. Perchè fa figo.
Ma se gli chiedi spiegazioni di qualcosa in particolare... manco sanno risponderti.
No, non mi piace Moretti e non condivido le sue scelte stilistiche e comportamentali.
Eppure devo vederli i suoi film per non essere "di parte".
Ogni volta spero in qualche miglioramento.
Ogni volta mi ritrovo a chiedermi come fa il signore a riuscire ancora a "girare".
La risposta si trova, comunque, nella sua celebre battuta:
"Continuiamo così: facciamoci del male!"
D'altronde i masochisti nel mondo sono tantissimi...
P.S. Come dite? Ma per me in qualcosa Moretti riesce bene?
Si, certo: come no.
Questa volta è riuscito a "rintontolire" per bene la Buy, Orlando e la Bobulova.
Qua questi grandi attori sembravano i fantasmi di se stessi.
Sprecare certi talenti fantastici dovrebbe essere un reato penale.
Anche da pubblica gogna, direi!
P.S. 2 Ma quando finirà questa moda dei "rimandi" ad altri lavori di altri registi? Ci siam scocciati di tutti questi "omaggi" che altro non sono che un furbesco tentativo di riempire il piatto dove dentro c'è ben poca sostanza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lizzy »
[ - ] lascia un commento a lizzy »
|
|
d'accordo? |
|
|