gustibus
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sabato 25 settembre 2021
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regia di classe ma..
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Ero partito gia'prevenuto e non per il regista di serie A "D.Villeneuve"che io ho adorato per SICARIO..defraudato dell'Oscar 2015 per miglior film e regia.Mi e'piaciuto Blade Runner 2049,meno The Arrival.Ora siamo forse alla conversione piu'difficile DUNE che non mi ha incantato.Gia'fatto con insuccesso da due registi,qui vince la bravura di voler fare il duello con se stesso.La storia si svolge nel 10100..ma sembra che la storia si svolga nel medioevo e tutto per la conquista della SPEZIA una potente droga che ti consente di viaggiare in tutti i pianeti piu'sperduti.Qui la protagonista e'la sabbia!con tocchi di magia da fantascienza.I primi 40minuti sono lentissimi,poi la storia,gia'complicata ma consona per Villeneuve si apre fino al finale accettabile dopo ben 160minuti di film.
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Ero partito gia'prevenuto e non per il regista di serie A "D.Villeneuve"che io ho adorato per SICARIO..defraudato dell'Oscar 2015 per miglior film e regia.Mi e'piaciuto Blade Runner 2049,meno The Arrival.Ora siamo forse alla conversione piu'difficile DUNE che non mi ha incantato.Gia'fatto con insuccesso da due registi,qui vince la bravura di voler fare il duello con se stesso.La storia si svolge nel 10100..ma sembra che la storia si svolga nel medioevo e tutto per la conquista della SPEZIA una potente droga che ti consente di viaggiare in tutti i pianeti piu'sperduti.Qui la protagonista e'la sabbia!con tocchi di magia da fantascienza.I primi 40minuti sono lentissimi,poi la storia,gia'complicata ma consona per Villeneuve si apre fino al finale accettabile dopo ben 160minuti di film.Io,sapete adoro la lunghezza cinematografica ma qui e'..diciamo teatrale sia la recita che la sceneggiatura.Sono felice per gli incassi e che in Italia piaccia.Dune e'da vedere solo in una splendida multisala..penso che in TV faccia addormentare.Tutti al cinema!
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clavius
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sabato 25 settembre 2021
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la grande industria e il piccolo coraggio
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Una operazione dell'industria cinematografica in grande stile. Non manca quasi niente: cast importante, scenografie sontuose, effetti digitali costosissimi, colonna sonora affidata ad un big, testo di partenza iconico ed il tutto nelle mani di un regista affermato e sulla cresta da qualche stagione. Non c'è dubbio che il film sia ben fatto e non c'è dubbio che siano stati sversati nel suo alveo milioni e milioni di dollari. Eppure non sono sicuro che questa immensa operazione commerciale (ben realizzata) aggiunga qualcosa al cinema di fantascienza. La fredda ed elegante trasposizione del celebre romanzo di Herbert manca di una vera originalità, è un compito eseguito più con la paura di finire fuori tema che con la voglia di stupire.
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Una operazione dell'industria cinematografica in grande stile. Non manca quasi niente: cast importante, scenografie sontuose, effetti digitali costosissimi, colonna sonora affidata ad un big, testo di partenza iconico ed il tutto nelle mani di un regista affermato e sulla cresta da qualche stagione. Non c'è dubbio che il film sia ben fatto e non c'è dubbio che siano stati sversati nel suo alveo milioni e milioni di dollari. Eppure non sono sicuro che questa immensa operazione commerciale (ben realizzata) aggiunga qualcosa al cinema di fantascienza. La fredda ed elegante trasposizione del celebre romanzo di Herbert manca di una vera originalità, è un compito eseguito più con la paura di finire fuori tema che con la voglia di stupire. Non si resta ammaliati, non si sogna. La fantascienza di Villeneuve non turba anche se sulla carta il tentativo di far entrare i temi del libro (politici, ambientalisti, anticapitalisti, filosofici...) c'è, ma la necessità di dosare al meglio gli ingredienti rischia e non poco di rendere tutto piatto, incolore, grigio come la tonalità che imperversa in ogni sequenza. Gran parte di quello che vediamo l'abbiamo già visto negli ultimi anni, magari fatto peggio ma già visto. L'eleganza ricorda più certe riviste di arredamento che fotografano case che nessuno abita nella realtà, fatte di pavimenti levigati monocromatici e arredi che sembrano scolpiti nella pietra tutte immerse in contesti minimali totalmente privi di vita.
Dune è un film che vorrebbe parlare di riscatto, di vita, di oppressione e rivolta, di giustizia, di male e di bene, di profezie e disegni nella Storia (tutti temi presi a prestito dal testo di partenza), ma lo fa prevalentemente restando in superficie e aggiungendo pochissimo alla fantascienza adulta che nel passato avevamo apprezzato al cinema. Il vituperato film di Lynch del 1984 aveva se non altro il coraggio del suo autore che realizzava, da un testo tanto denso e difficile da portare sullo schermo, una versione grottesca e pulp.
Il Dune di Villeneuve assomiglia più ad una bevanda della grande industria. Una bevanda che piace un po' a tutti, che ha grande successo, da accompagnare felicemente alla pizza. Assomiglia ad una coca cola, insomma. Magari con zero calorie per essere più in linea con questi tempi del politicamente corretto (senza alcun senso cambiare genere ad uno dei personaggi principali).
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monica riolfi
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sabato 25 settembre 2021
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stupendo!!
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Villeneuve non delude mai! Alcuni dicono che sia troppo lento, ma io penso che sia stupendo proprio così. É un marchio di fabbrica del regista! Avrei voluto che il film non finisse mai!
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flaw54
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sabato 25 settembre 2021
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non il solito film di fantascienza
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Film difficile da seguire specialmente nella parte iniziale. La storia è complessa e non facilmente rappresentabile sullo schermo. Lento, talvolta monotono, ma con un enorme pregio: non si trasforma in una serie di immagini di scontri e battaglie come la insopportabile saga di guerre stellari. L' aspetto filosofico e riflessivo lo rendono sicuramente vendibile,
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(di max821966)
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giulio berri
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venerdì 24 settembre 2021
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enorme delusione
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Lynch nel lontano 1984 aveva adattato il suo cinema visionario ad una trama complessa come quella di Dune (io sono in possesso di 10 libri). Ambientazioni, personaggi, adattamento del romanzo esprimevano un Universo nuovo mai visto. La perversione degli Harkonnen era resa perfettamente. Il compianto Paul Smith interpretava un convincente Raban. Valga per tutti, la scena in cui i navigatori della Gilda vanno a parlare con l'imperatore è straordinaria. Nel nuovo Dune manca tutto. Film "total white" -o total sand- un pò come le case che oggi si arredano senza fantasia tutte di bianco. Non ci sono sussulti, nulla stupisce. Tutto è minimale. Si è criticato (a ragione) la sceneggiatura del primo Dune che in effetti era caotica.
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Lynch nel lontano 1984 aveva adattato il suo cinema visionario ad una trama complessa come quella di Dune (io sono in possesso di 10 libri). Ambientazioni, personaggi, adattamento del romanzo esprimevano un Universo nuovo mai visto. La perversione degli Harkonnen era resa perfettamente. Il compianto Paul Smith interpretava un convincente Raban. Valga per tutti, la scena in cui i navigatori della Gilda vanno a parlare con l'imperatore è straordinaria. Nel nuovo Dune manca tutto. Film "total white" -o total sand- un pò come le case che oggi si arredano senza fantasia tutte di bianco. Non ci sono sussulti, nulla stupisce. Tutto è minimale. Si è criticato (a ragione) la sceneggiatura del primo Dune che in effetti era caotica. Ma il secondo pur nella sua lentezza e potendo dividere il film in più parti non è da meno. Vi sono dei vuoti narrativi che impediscono allo spettatore che si avvicina per la prima volta di capirci qualcosa. Un esempio, se prima bisogna chiudere gli scudi per il sole che brucia tutto dopo un secondo troviamo Paul Atreides che gira a capo scoperto nel giardino a guardare le palme! Mamma mia che delusione! Del tutto omesse le dovute spiegazioni (chi sono le Bene Gesserit, chi è l'Imperatore, cosa sono i moduli estraniananti , perchè il verme non attacca Paul) e soprattutto si omette di spiegare e far vedere come viaggiano le flotte nello spazio). Spero davvero non ci sia un sequel...
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simprev
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venerdì 24 settembre 2021
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deludente sotto diversi punti di vista
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Dune è un film molto ambizioso. Scenografie, attori e fotografia sono invidiabili. Ciò che invece non lo è, è la trama: un film troppo disconnesso, incongruente e che non spiega abbastanza. All'inizio ti chiedi cosa sta succedendo e alla fine ti fai la stessa domanda. Sappiamo essere il primo di una serie, dunque staremo a vedere. Per ora non ha soddisfatto le aspettative.
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annarita_86
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venerdì 24 settembre 2021
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epico e immersivo
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Premetto che in parte conoscevo già il romanzo da cui è tratto, da buon appassionato del genere. Il romanzo di Frank Herbert del 1965 è in realtà un'opera di oltre 700 pagine che difficilmente si possono condensare in un singolo film, visti anche i numerosi intrecci psicologici presenti nella trama. Il film difatti ripropone solo la prima parte del romanzo e, in definitiva, credo che questa sia stata la scelta vincente del regista Denis Villeneuve (Arrival, Blade Runner 2049). Nel 1984 uscì un primo adattamento diretto da David Lynch, che provò a riassumere l'intero romanzo in poco più di due ore, ma i risultati non furono soddisfacenti (almeno stando alle recensioni che ho letto).
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Premetto che in parte conoscevo già il romanzo da cui è tratto, da buon appassionato del genere. Il romanzo di Frank Herbert del 1965 è in realtà un'opera di oltre 700 pagine che difficilmente si possono condensare in un singolo film, visti anche i numerosi intrecci psicologici presenti nella trama. Il film difatti ripropone solo la prima parte del romanzo e, in definitiva, credo che questa sia stata la scelta vincente del regista Denis Villeneuve (Arrival, Blade Runner 2049). Nel 1984 uscì un primo adattamento diretto da David Lynch, che provò a riassumere l'intero romanzo in poco più di due ore, ma i risultati non furono soddisfacenti (almeno stando alle recensioni che ho letto). Il reboot attuale invece si propone di "esplorare" il romanzo nell'arco di due film, evitando quindi buchi di sceneggiatura e sfasamenti temporali. Così il regista ha potuto lavorare meticolosamente senza dover ignorare nulla, riuscendo a trasmettere quella che si capisce essere l'anima stessa del romanzo. Ovvero la cosa più difficile da trasmettere quando si riadatta un libro per il grande schermo. Ne risulta un film EPICO e IMMERSIVO in ogni suo singolo fotogramma, un film che trasuda grandiosità da tutti i pori e che rasenta la perfezione da qualsiasi lato lo si voglia analizzare.
In primo luogo il cast, che più azzeccato non avrebbe potuto essere. L'attore protagonista, Timothée Chalamet (che non conoscevo), incarna perfettamente l'idea di un giovane predestinato - Paul Atreides, figlio del Duca di Atreides - ancora inesperto che cerca il suo posto nel mondo e che, soprattutto, cerca di gestire al meglio il grande potere avuto in dono sin dalla nascita... Impeccabile anche la prova della co-protagonista Rebecca Ferguson, che interpreta la madre di Paul, sublime nel saper esprimere allo stesso tempo l'orgoglio e la fierezza tipici di una donna d'alto rango e la sofferenza di una madre che, grazie alle proprie abilità esoteriche, conosce il destino "superiore" (ma in parte ancora oscuro) verso cui è indirizzato il proprio figlio e cerca con ogni mezzo di preservarlo... Una menzione particolare infine per Stellan Skarsgaard, che interpreta il Barone di Harkonnen, ovvero il cattivissimo antagonista del film, straordinariamente inquietante per come riesce a trasmettere la malvagità pura e quasi spontanea del suo personaggio...
In secondo luogo la fotografia, che appaga l'occhio dello spettatore con rara eleganza. Ogni scena è un quadro intriso di arte cinematografica. Stanley Kubrick ha insegnato bene.
In terzo luogo la colonna sonora di Hans Zimmer, epica come poche. Accompagna, potente e austera, ogni singola scena e ti fa letteralmente "respirare" il film portando per mano lo spettatore attraverso i suoi meravigliosi scenari: il pianeta Arrakis e l'immenso - nonché insidioso - deserto che lo avvolge; i maestosi palazzi dove le casate rivali Atreides e Harkonnen gestiscono il proprio dominio sul commercio della pregiatissima "spezia"; i sogni premonitori del giovane protagonista nei quali si intravedono i Fremen, il misterioso popolo nativo di Arrakis che apparirà definitivamente solo verso la fine del film, e soprattutto Chani, una misteriosa ragazza appartenente ai Fremen che pare sarà la protagonista del secondo film...
Insomma avrete capito che Dune mi è piaciuto davvero tanto. Inizialmente credevo che la mia predilezione per il genere fantascientifico avesse influito sul giudizio finale ma leggendo le opinioni di critica e pubblico in giro per il web (che mi sono imposto di leggere solo dopo la visione del film) mi sono reso conto che in realtà i giudizi positivi sono tanti e soprattutto trasversali, come testimoniano anche gli incassi record che il film sta ottenendo. La voglia prepotente di cinema che c'è nell'aria dopo un anno e mezzo di chiusure e restrizioni varie sta certamente aiutando. Ma credo anche che, se il sequel manterrà lo stesso (altissimo) livello del primo film, questa mini-saga abbia tutte le carte in regola per raggiungere i fasti di saghe leggendarie come Star Wars (trilogia classica), Alien e Il Signore degli Anelli. Gli ingredienti ci sono tutti, staremo a vedere.
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foley
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martedì 21 settembre 2021
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cinema allo stato puro
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Cinema allo stato puro, da non amante del genere posso solo dire di andarlo a vedere.
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goldy
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martedì 21 settembre 2021
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non ho detto gioia
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è solo ed esclusivamente noia, noia, noia,
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chief
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martedì 21 settembre 2021
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gradissima delusione
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Che delusione !!! Mille volte meglio il film del 1984. Meno male che non ho pagato per vederlo. L'hanno decantato ... ma come si dice: la pubblicità è l'anima del commercio. Forse un copia ed incolla del vecchio film, rivisitato con attori di spessore ed effetti speciali, sarebbe stato meglio. SONO DELUSO ED ARRABBIATO !!!
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(di zeroincondotta)
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