giacomo
|
venerdì 15 ottobre 2021
|
anacronistico
|
|
|
|
Denis Villeneuve, il più sopravvalutato regista del mondo, quello che fa soldi copiando immaginari di altri - aggiungendo però un tocco che solo in superficie può sembrare d’autore - ripropone una nuova versione del più noto romanzo di Herbert, che già espresse i suoi valori nella seconda metà degli anni Sessanta del Novecento anche grazie alle straordinarie invenzioni visive che Alejandro Jodorowsky fece ideare per un “Dune” colossale e visionario mai realizzato, frutto della creatività di un gruppo d’artisti d’eccezione quali Foss, Giger e Moebius, che ispirerà tutto il cinema commerciale a venire (Star Wars, Star Trek, Alien e Matrix), come viene raccontato benissimo nel documentario “Jodorowsky’s Dune”.
Ebbene, Villeneuve lo ripresenta – dopo cinquant’anni di repliche – con un linguaggio basico, fatto di campi e controcampi didascalici che lasciano talmente annoiati da rimanere stupiti tanto sono prevedibili nel loro ormai anacronistico universo Starwarsiano (ancora dominio di qualsiasi immaginario pseudofantasy), senza un solo personaggio che comunichi un sentimento vero, autentico, sincero, ma solo una reiterazione plastica di monomiti e archetipi che si aggrovigliano su Shakespeare e Campbell.
Lo ripropone, dopo il film fallimento di Lynch, senza l’ironia di un J. J. Abrams, ma con la supponenza di chi si sente autorizzato a enfatizzare a dismisura le ideologie mistiche, l’estremismo religioso contemporaneo ebraico-talebano-palestinese, sfacciatamente unendo “Lawrence d'Arabia” a “The Passion of the Christ”, il peggio dei Mad Max e un onirismo da Netflix, fino alle più recenti tendenze del FantaDigitalTeenMarketing.
Un cast di attori così ricco, con un’esasperata ossessiva attenzione verso la parità di genere e il politically correct etnico, dimostra solo come Hollywood in questi ultimi anni sia completamente in cortocircuito. Sfinenti cori religiosi accompagnano le masse naziste (ancora!) agli ordini del capitalismo senza anima, mentre combattono per “la Spezia” materia prima da sottrarre al deserto schiavizzato, in un continuo tumulto di crudeltà gratuite, interrotte un frame prima di diventare splatter. Su tutto si alternano, in continua intersezione, immagini in CGI (Computer Generated Imagery) che sembrano un videogame, tra cui i risibili occhi blu dei Fremen (la proiezione sullo schermo Harkness Perlux di 30x16,5 metri del Cinema Arcadia di Melzo in ottava fila non lascia dubbi). Un modesto bestiario di cattivi bidimensionali in motion capture vengono mostrati al bisogno, per ricordarci quanto sono spregevoli, in barba a qualsiasi necessità di focalizzazione narrativa o punto di vista… 165 milioni di budget per dirci che l’Universo è solo una questione di estremismo religioso e il predestinato a salvare il mondo è chi sa prendere le armi e uccidere meglio degli altri. E nessuno grida allo scandalo!
[-]
[+] segui i glutei bronzodorati
(di maramaldo)
[ - ] segui i glutei bronzodorati
|
|
[+] lascia un commento a giacomo »
[ - ] lascia un commento a giacomo »
|
|
d'accordo? |
|
harroldthebarrel
|
giovedì 14 ottobre 2021
|
noia ben confezionata
|
|
|
|
Trasposizione cinematografica di un libro che di sicuro non leggerò, questo film superpompato dalla critica si rivela pomposamente noioso, ancorché confezionato con grandissima cura. L'estetica, che peraltro fa largo uso di effetti posticci al computer, e la colonna sonora solenne sono al servizio di una storia di fondo estremamente banale (popoli in lotta per il possesso di una "spezia"), che si sviluppa - si fa per dire - in un intreccio confusionario di personaggi dei quali si fatica persino a comprendere nomi e ruoli nella trama. Ma davvero questo è cinema di qualità?
|
|
[+] lascia un commento a harroldthebarrel »
[ - ] lascia un commento a harroldthebarrel »
|
|
d'accordo? |
|
vepra81
|
lunedì 11 ottobre 2021
|
noioso e lungo
|
|
|
|
Ho visto il film come gran ritorno al cinema. Sono stato per 155 minuti a vedere un film lungo, senza emozioni e senza portare a nulla. Buoni gli effetti speciali, ma per il resto delusione
|
|
[+] lascia un commento a vepra81 »
[ - ] lascia un commento a vepra81 »
|
|
d'accordo? |
|
xerox
|
lunedì 11 ottobre 2021
|
domande...
|
|
|
|
Dal film che ho visto, e da quello che ho letto adesso sul film, sicuramente sarà meglio leggere il libro prima di vedere il film. Non è semplicissimo seguire le storie di questi popoli del futuro vedendo solo il film. Da non lettore del libro ho trovato il film TROPPO LENTO, TROPPO LENTO, TROPPO LENTO....... e TROPPO LUNGO, TROPPO LUNGO, TROPPO LUNGO.
Ed eccoci alle domande:
- mi pare di aver letto nel film che siamo nel 10.000 ( o insomma, MOLTO nel futuro): si viaggia tra pianeti e la tecnologia è molto avanti.... MA ANCORA A COMBATTERE CON GLI SPADONI???? COME CONAN???
- gradirei non si vedessero più scene comiche come quello che si toglie lo spadone dal petto, e continua a combattere come se niente fusse!
- Ma se la Spezia sarà così importante nel futuro.
[+]
Dal film che ho visto, e da quello che ho letto adesso sul film, sicuramente sarà meglio leggere il libro prima di vedere il film. Non è semplicissimo seguire le storie di questi popoli del futuro vedendo solo il film. Da non lettore del libro ho trovato il film TROPPO LENTO, TROPPO LENTO, TROPPO LENTO....... e TROPPO LUNGO, TROPPO LUNGO, TROPPO LUNGO.
Ed eccoci alle domande:
- mi pare di aver letto nel film che siamo nel 10.000 ( o insomma, MOLTO nel futuro): si viaggia tra pianeti e la tecnologia è molto avanti.... MA ANCORA A COMBATTERE CON GLI SPADONI???? COME CONAN???
- gradirei non si vedessero più scene comiche come quello che si toglie lo spadone dal petto, e continua a combattere come se niente fusse!
- Ma se la Spezia sarà così importante nel futuro..... Genova allora????
[-]
|
|
[+] lascia un commento a xerox »
[ - ] lascia un commento a xerox »
|
|
d'accordo? |
|
umberto
|
giovedì 7 ottobre 2021
|
pomposo..... pure troppo....
|
|
|
|
DUNE... Primo capitolo della trilogia di Denis Villeneuve basato sull'omonimo romanzo. Che dire, presentato come uno dei più grandi kolossal degli ultimi anni, mantiene in parte le aspettative. Per scenografia e fotografia è praticamente un'opera d'arte, grazie anche a degli effetti speciali stupendi che danno molta naturalezza ad ogni scena, come i meravigliosi vermi del deserto ad esempio. Peccato che invece lo sviluppo della storia risulti troppo pomposo, lento e abbastanza pesante rischiando di far addormentare uno spettatore che arrivi al cinema un po' stanco. Attendo il secondo capitolo sperando che sia un po' più dinamico.
Voto: 7-
|
|
[+] lascia un commento a umberto »
[ - ] lascia un commento a umberto »
|
|
d'accordo? |
|
carloalberto
|
mercoledì 6 ottobre 2021
|
soporifero come la spezia di arrakis
|
|
|
|
Non pago di aver stravolto Blade Runner di Ridley Scott, Villeneuve si cimenta con un altro classico della fantascienza traducendo nel suo stile patinato ed estetizzante il Dune di David Lynch. E’ una pervicace e continuata opera di dissacrazione dei miti del cinema di genere condotta senza scrupolo. La grafica computerizzata, gli scontati effetti speciali e la roboante colonna sonora danno l’illusione, nei primi dieci minuti, del colossal epocale, poi tutto naufraga repentinamente nella banalità dei duelli in cui il protagonista, il giovane erede al trono di casa Atreides, Paul, interpretato da Timothée Chalamet, viene addestrato all’uso della spada richiamando alla mente il personaggio di Luke di Star wars mentre è istruito dallo Obi alla stessa arte.
[+]
Non pago di aver stravolto Blade Runner di Ridley Scott, Villeneuve si cimenta con un altro classico della fantascienza traducendo nel suo stile patinato ed estetizzante il Dune di David Lynch. E’ una pervicace e continuata opera di dissacrazione dei miti del cinema di genere condotta senza scrupolo. La grafica computerizzata, gli scontati effetti speciali e la roboante colonna sonora danno l’illusione, nei primi dieci minuti, del colossal epocale, poi tutto naufraga repentinamente nella banalità dei duelli in cui il protagonista, il giovane erede al trono di casa Atreides, Paul, interpretato da Timothée Chalamet, viene addestrato all’uso della spada richiamando alla mente il personaggio di Luke di Star wars mentre è istruito dallo Obi alla stessa arte. In altre sequenze, invece, il ragazzo appare come un clone futuristico del maghetto Harry Potter come quando afferra la libellula assassina simile al boccino volante o quando si trova alle prese con la malvagia strega impersonata dalla Rampling. Nonostante il cast formato da eccellenti professionisti, i personaggi sono piatti e bidimensionali come fossero stati ritagliati con le forbici dalle pagine di un fumetto; la prima volta che appaiono in scena suscitano un qualche interesse, la seconda volta sono già soporiferi come la spezia che circola su Arrakis e come tutto il film che è di una noia mortale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carloalberto »
[ - ] lascia un commento a carloalberto »
|
|
d'accordo? |
|
luca agnifili
|
domenica 3 ottobre 2021
|
non è un remake, è il make!
|
|
|
|
Ottima trasposizione cinematografica del romanzo di Frank Herbert, fedele al libro e con il grande tocco visionario di un regista che ha in questo il suo tratto di eccellenza. Villeneuve regale due ore e mezzo di puro divertimento, due ore e mezzo di un'epopea che aprono ad un mondo che dovrà trovare la sua completezza nell'annunciata trilogia. E sarà la saga più "colta" e nobile delle varie epopee fantascientifiche.
[+] e asimov?
(di max821966)
[ - ] e asimov?
|
|
[+] lascia un commento a luca agnifili »
[ - ] lascia un commento a luca agnifili »
|
|
d'accordo? |
|
steven t. ben
|
sabato 2 ottobre 2021
|
pazzesco!
|
|
|
|
Visto al cinema ieri pomeriggio (dopo tre anni che non andavo al cinema è stato strano) insieme ad un'amica anche lei appassionata di fantascienza. La prima trasposizione, quella del 1984 con Kyle MacLachlan, è uno dei miei film preferiti, e lo riguardo periodicamente. Quando ho letto che avrebbero fatto un reboot di Dune, sinceramente all'inizio mi sono un po' spaventato, perché spesso i reboot sono molto brutti. Sono andato al cinema senza sapere nulla del film a parte il cast. E devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla qualità del lavoro. Scenografie pazzesche, musiche azzeccatissime, un cast eccellente, con un Oscar Isaac "Duca Leto" che non mi ha fatto minimamente rimpiangere il grande Jurgen Prochnow, anzi! Ieri, a dieci minuti dalla fine ho cominciato a chiedermi come mai fossero così indietro nella storia, e per come è finito devo ammettere che per un momento ci sono rimasto malissimo perché pensavo fosse stato "mozzato", o che avessero voluto fare solo un abbozzo, concentrandosi su Paul e la sua ricerca interiore di un senso in tutto quello che gli succede.
[+]
Visto al cinema ieri pomeriggio (dopo tre anni che non andavo al cinema è stato strano) insieme ad un'amica anche lei appassionata di fantascienza. La prima trasposizione, quella del 1984 con Kyle MacLachlan, è uno dei miei film preferiti, e lo riguardo periodicamente. Quando ho letto che avrebbero fatto un reboot di Dune, sinceramente all'inizio mi sono un po' spaventato, perché spesso i reboot sono molto brutti. Sono andato al cinema senza sapere nulla del film a parte il cast. E devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla qualità del lavoro. Scenografie pazzesche, musiche azzeccatissime, un cast eccellente, con un Oscar Isaac "Duca Leto" che non mi ha fatto minimamente rimpiangere il grande Jurgen Prochnow, anzi! Ieri, a dieci minuti dalla fine ho cominciato a chiedermi come mai fossero così indietro nella storia, e per come è finito devo ammettere che per un momento ci sono rimasto malissimo perché pensavo fosse stato "mozzato", o che avessero voluto fare solo un abbozzo, concentrandosi su Paul e la sua ricerca interiore di un senso in tutto quello che gli succede. Dopo pochi minuti un'altra mia amica mi ha detto "guarda che questo è solo la parte 1", e ammetto di esserci rimasto ancora più male, salvo poi ripercorrere tutto il film e accorgermi che avevano decisamente allungato alcuni "percorsi" soprattutto, appunto, quello interiore di Paul, e i suoi legami con la madre, il padre e la famiglia. In definitiva, mi è piaciuto tantissimo, e non vedo l'ora che esca la parte 2 che per me è quella più interessante. Da vedere assolutamente!
[-]
[+] e'' in arrivo dune 2
(di samanta)
[ - ] e'' in arrivo dune 2
|
|
[+] lascia un commento a steven t. ben »
[ - ] lascia un commento a steven t. ben »
|
|
d'accordo? |
|
loland10
|
domenica 26 settembre 2021
|
visioni e fughe
|
|
|
|
“Dune” (Dune: Part One, 2021) è il decimo lungometraggio del regista canadese Denis Villeneuve.
La pellicola è la prima parte dell'adattamento cinematografico del romanzo omonimo dello scrittore statunitense Frank Patrick Herbert (pubblicato nel 1965) primo capitolo del ciclo di ‘Dune’: lo stesso libro fu trasportato sullo schermo da David Lynch (Dune, 1984); inoltre sono state effettuate due miniserie televisive ‘Dune – Il destino dell’Universo’ (2000 -3 puntate-) di John Harrison e il seguito ‘I figli di Dune’ (2003 -3 puntate-) di Greg Yaitanes.
[+]
“Dune” (Dune: Part One, 2021) è il decimo lungometraggio del regista canadese Denis Villeneuve.
La pellicola è la prima parte dell'adattamento cinematografico del romanzo omonimo dello scrittore statunitense Frank Patrick Herbert (pubblicato nel 1965) primo capitolo del ciclo di ‘Dune’: lo stesso libro fu trasportato sullo schermo da David Lynch (Dune, 1984); inoltre sono state effettuate due miniserie televisive ‘Dune – Il destino dell’Universo’ (2000 -3 puntate-) di John Harrison e il seguito ‘I figli di Dune’ (2003 -3 puntate-) di Greg Yaitanes.
Il cursore cine di Villeneuve sale e scende e linearmente avanza il fondo di sollecitazione immaginifica vista in fantasia, roboante nei criteri, contorta nei neuroni ma alquanto vispa, teatrante, lunga e regnante. E’ un cinema staticamente allarmante dove il ‘punto di vista’ è in angolo (acutamente silenzioso) e la forma s’arrende sulle voci plasmanti: è la prigione inerte che sfocia senza freni dal buco per respirar ossigeno (da ‘Prisoners‘ a ’Sicario’): una fuga inespressa, e un arrivo inesploso, ma ogni quadro di immagini attecchisce e rumoreggia dal fondo di ognuno. La fantasia incontra il ‘Karma’ fantascientifico degli anni sessanta. Un guscio di speranza future e di arrivi mai finiti. La chiusa aperta. Schematico, può darsi, ma gocciolante di fragore intenso e di luci spente. Un cinema sotto la superficie. Luccicante a ritroso, annebbiato di falso rigore. E’ il muro del suono in ottani al quadrato.
Un cinema di misure ad hoc, di strumenti volanti e di schemi vistosi. Cinema che si allarga, si snoda e scomoda la tua sedia accorata e numerata in codice. La sala stenta ad arrivare e tumultuosamente, rumorosamente si invola con le sedie semivuote.
Elegia della settima arte in stile accessorio senza mai tentare, la pomposità spicciola e la corte di un cinema solo di cartapesta. Anti-hollywoodiano o fintamente spettacolare?
Ambientazioni, silhouette, ombre, penombre, colori grigi, nebbie e accumuli sagaci rendono la pellicola gustosamente arcaica e seccamente moderna. Senza fronzoli di sorta il cinema del regista canadese,risulta alquanto pieno di inespresso gioco. Il cuore di un pulsare continuo. E la musica di Hans Zimmer coglie oltre l’immagine l’inquadratura fuori registro. Un cinema antico ma di grande effetto scenico. Prende e conquista ogni minimo sforzo visivo di sguardi impietriti, di gocce di sudore, di granelli volanti, di note a turbina, di veemenze succulenti e di rotazioni di ripresa da brivido. In più momenti il sonoro e il suono sono talmente vistosi, corroboranti e alti che giri come un otto volante in sintonia di proiezione. Purtroppo, ripeto purtroppo, le teste sono davvero poche (neanche venti) a vedere e gustarsi un film altamente appetibile e invogliante.
Cinema in cui si riconosce la cifra di re Artù e della tavola rotonda, il mito come maestro salubre e la spezia come viaggio (‘Il Milione’ di Marco Polo e non solo verso l’Oriente). L’eletto, il messia come ritrovo e inizio di un maestro vivo ancora in viaggio: il laicismo ‘mesto’ e ‘cristiano’. La Preziosa ‘spezia’ e la morte, il rumore e il Duca, il vuoto e l’alacre funerea su Arrakis (in visioni e sperenze).
‘Devi vegliare la tua famiglia’: un qualcosa di spirito e aldilà (’Il Signore degli Anelli’);
‘Io resto qui’: un’avventura segnata e un ritrovo ‘desertico’ (‘E.T. l’Extra-terrestre’);
‘Tanto profitto e …uccidili tutti’: il solito gioco, quello che conosci, tanto vale; la testa-cranio fuoriesce e s’immerge da un liquido tetro (‘Scarface’, ‘Apocalypse Now’);
‘Il bello viene ora’: il seguito da farsi e un viaggio appena iniziato (‘Excalibur’);
‘Il potere del deserto’: ecco il colore smorte di dune sinuose (‘Lawrence d’Arabia’).
Cast;
Timothée Chalamet (Paul Atreides): impressione, sembra fuori parte, invece i suoi modi e la sua sagoma gira benissimo per tutto il film; bravo e soprattutto con i movimenti facciali da tenebra nel deserto, aspettando il contatto con il grande ‘verme’, un ‘duello’ vocale;
Rebecca Ferguson(Lady Jessica Atreides): asciutta, mesta e forte, volontà di tramandare il destino vocale;
Oscar Isaac(duca Leto Atreides): di grande portamento e levatura, segna lo sguardo del figlio ‘eletto’; versatilità di ruoli e atteggiamenti (dai Coen a ‘Star Wars’;
Dave Bautista(Glossu ‘Bestia’ Rabban): dal wrestling alla Marvel, fino a ‘rendersi antipatico’ con la testa che esce dalla ‘liquida’ (spezia); teatralmente onirico;
Charlotte Rampling( Gaius Helen Mohiam): lo spirito strega della ‘dura madre’: prova di forza e sguardo rabbuiato;
Javier Bardem(Stilgar): oramai il ruolo ‘contro’ gli si addice (da ‘Skyfall’ a ‘Escobar’, da ‘Madre!’ a ‘Dune’); ma vederlo in ‘Biutiful’ e ‘Non è un paese per vecchi’ è un piacere e lascia il segno;
Fotografia di Greig Fraser: grande cromatismo in oscura sotto traccia, immagini sospese tra colori riluttanti;
Montaggio di Joe Walker: vera maestria in una pellicola puzzle; lavora con il regista canadese da ‘Sicario’ (2015);
Musiche di Hans Zimmer: imperiose e fulminanti, roboanti a fulmicotone, aperte e compulsive;
Regia di Denis Villeneuve: sintetico e voluminoso, post-moderno e senza scaramanzia (di remake in remake),
Voto: 8/10 (****) -cinema epistolare-
[-]
|
|
[+] lascia un commento a loland10 »
[ - ] lascia un commento a loland10 »
|
|
d'accordo? |
|
alfio squillaci
|
domenica 26 settembre 2021
|
il solito romanzo di formazione tra cliché e noia
|
|
|
|
Ieri sera ho visto "Dune" in parte per verificare le ragioni del successo di cui sta godendo la pellicola, in parte per pura curiosità (non è il mio genere), in parte ancora in ricordo di un mio amico di tanti anni fa, morto giovane, appassionato di science fiction che voleva per pura amicizia tra lettori, me vistosamente renitente, introdurmi ai piaceri di questo genere letterario. Ricordo che mi mostrò tutto orgoglioso i suoi volumetti di "Dune" aggiungendo estatico "Ce li ho tutti".
Fra gli estimatori di rete Massimiliano Panerari, che è un politologo e di cui ho letto un saggio durante un mio viaggio in Giordania, ha scritto su fb che "Dune", il film, è una straordinaria esperienza psichedelica.
[+]
Ieri sera ho visto "Dune" in parte per verificare le ragioni del successo di cui sta godendo la pellicola, in parte per pura curiosità (non è il mio genere), in parte ancora in ricordo di un mio amico di tanti anni fa, morto giovane, appassionato di science fiction che voleva per pura amicizia tra lettori, me vistosamente renitente, introdurmi ai piaceri di questo genere letterario. Ricordo che mi mostrò tutto orgoglioso i suoi volumetti di "Dune" aggiungendo estatico "Ce li ho tutti".
Fra gli estimatori di rete Massimiliano Panerari, che è un politologo e di cui ho letto un saggio durante un mio viaggio in Giordania, ha scritto su fb che "Dune", il film, è una straordinaria esperienza psichedelica. Mah, roba da togliergli il saluto. Comunque tempo perso per me questa visione anche se c'è mezzo mondo che ama salire su queste giostre narrative.
Il film è il solito romanzo di formazione, Bildungsroman variante "Erziehungsroman"(vertente sulla fase educativa dell'eroe giovane), ma anche una Telemachia (ovvio il confronto col padre, scontata la filiazione edipica con mammà), e vi sono sciorinati tutti i cliché narratologici come l'addestramento del giovane Erede, dell'Eletto, forse addirittura del Mahdi (il film, e credo anche il racconto originale, è ambientato nelle Dune del deserto, dunque da qui l'allusione islamizzante al Messia sciita duodecimano). Prevedibile il tradimento del servo di palazzo, ovvia la "crescita" progressiva dell'Eroe - indicato per segni psicofisici un po' diafano, esile, androgino, specie se raffrontato ai deuteragonisti che scoppiano di testosterone - fino al possesso pieno del proprio io.
Molti dialoghi di impaesamento nella storia, ossia con la funzione di indirizzare nei sentieri della trama arzigogolata di tribù in lotta con l'Imperium (romano?), per decifrare chi combatte chi e per cosa (la "Spezia" mon dieu!), ma che risultano statici perché didascalici; intreccio delirante in questa sorta di medioevo contraffatto dove ci si combatte, in una atmosfera cupa e lunare, con una supertecnologia aerea ma anche con le durlindane. Ho letto altri giudizi entusiasti su fb. Niente, sono di un altro mondo, anzi pianeta per restare in tema di marzianetti. Ma non è che io ami solo i film intimisti, tutti atmosfere e colori pastello che alla fine ti triturano gli zebedei. Apprezzo il cinema d'azione, ho visto e amato "Il Gladiatore" p.e., e sono cresciuto con il Western e i film di Ercole&Maciste. Altro "mondo" - mo' ci vuole - filmico.
Bene, due ore e mezzo di noia mortale. Una cosa sola bella: girato nel deserto del Wadi Rum in Giordania, dove sono stato e che ho subito riconosciuto. E dove ritornerò sicuramente alla ricerca del mio fantasy personale, ma leggendo altri saggi, di altri politologi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alfio squillaci »
[ - ] lascia un commento a alfio squillaci »
|
|
d'accordo? |
|
|