Dune

Su quel pianeta cupo e sontuoso manca un pizzico di follia

Uno dei film più attesi della stagione. Il primo capitolo di una saga, o forse no: diversamente che in altri casi, il prosieguo della vicenda non è stato girato insieme alla prima parte, e la sua effettiva realizzazione non è data per certa. Il che sarebbe piuttosto strano, perché Dune (e specialmente gli ultimi tre quarti d' ora) è costruito anche come una "parte prima" e illustra le vicende che, nella serie di romanzi di Frank Herbert degli anni 60, coprono il primo volume e parte del secondo. Del resto Zendaya, star idolo degli adolescenti, è qui confinata a un piccolo ruolo, e dovrebbe diventare protagonista del seguito. Il duca Leto (Oscar Isaac) riceve il comando del pianeta Arrakis, dove viene prodotta una preziosa spezia, e che era vessato dal casato degli Harkonnen. In realtà è una trappola: una congiura elimina il Duca, ma la sua concubina (Rebecca Ferguson), appartenente a una stirpe di donne dai magici segreti, fugge col figlio Paul (Timothée Chalamet), che forse è l' Eletto lungamente atteso da molti popoli. Il film, cupo e sontuoso, risente della sua progettazione: molti dialoghi, poche scene spettacolari, per cui Villeneuve (autore tra l' altro di film di fantascienza ambiziosi e complessi come Arrival e Blade Runner 2046 ) è quasi costretto a sottolineare, anche tramite una pesante musica di Hans Zimmer, la ricchezza di scenografie, costumi, comparse e ricostruzioni digitali, anche se in fondo si tratta di materiali visivi arcinoti ai frequentatori del genere. Molta follia in più c' era nell' adattamento precedente della saga firmato da David Lynch mutilato dal produttore De Laurentiis. E c' è da sperare davvero che arrivi un secondo capitolo, più mosso e visionario.
da La Repubblica, 16 settembre 2021


di Emiliano Morreale, 16 settembre 2021