My Little Sister

Film 2020 | Drammatico 99 min.

Regia di Stéphanie Chuat, Véronique Reymond. Un film con Nina Hoss, Lars Eidinger, Marthe Keller, Jens Albinus, Thomas Ostermeier, Isabelle Caillat. Cast completo Titolo originale: Schwesterlein. Genere Drammatico - Svizzera, Germania, 2020, durata 99 minuti. - MYmonetro 2,70 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 25 febbraio 2020

Una donna torna a Berlino per accudire il fratello malato. Il film ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards, 1 candidatura a Satellite Awards,

Consigliato sì!
2,70/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,40
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Nina Hoss conferisce un senso di profonda umanità al drammatico racconto di un'ossessione.
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 25 febbraio 2020
Recensione di Giancarlo Zappoli
martedì 25 febbraio 2020

Lisa è un'autrice di testi teatrali che ha lasciato Berlino per seguire la famiglia (il marito direttore di una scuola internazionale e due figli) in Svizzera. Quando il fratello gemello Sven si ammala di leucemia la donna fa ritorno nella capitale tedesca per assisterlo. Sven è un noto attore che era impegnato nella messa in scena di un "Amleto" nel momento in cui è stato colto dalla malattia. Sarà proprio il desiderio di tornare sul palcoscenico a motivarlo per la guarigione. Ma la volontà non può tutto e quando le sue condizioni fisiche sembreranno impedirgli di realizzare il suo desiderio, la sorella gli starà al fianco anche a costo di pesanti rinunce nel tentativo di aiutarlo.

"La vita scorre in me ad ogni eco di scena che io sentirò. E ancora morirò di gioia e di paura quando il sipario sale". Così cantava Charles Aznavour in una sua famosissima canzone. Le due registe, che sono amiche sin da piccole, che sono attrici e ben conoscono l'ambiente teatrale berlinese che hanno frequentato per 15 anni, vivono con consapevolezza ed intensità quei versi.

Stéphanie Chuat e Véronique Reymond sanno che quando la passione teatrale entra sotto pelle difficilmente ce ne si può liberare e su questo costruiscono la loro storia.

Hanno avuto la fortuna (letteralmente, a sentire le loro dichiarazioni) di trovare l'adesione al progetto di un'attrice del calibro di Nina Hoss, che, al fianco di Lars Eidinger, conferisce un senso di profonda umanità a una storia che avrebbe potuto facilmente trasformarsi solo nel racconto di un'ossessione. Perché è palese che le condizioni di progressivo degrado fisico di Sven non gli consentiranno di sostenere da protagonista la maratona attoriale che richiede un ruolo come quello del Principe di Danimarca.

È certamente mosso dalla razionalità il regista quando decide di sostituire lo spettacolo con un altro già rodato. Allora perché dovremmo stare dalla parte dell'attore e di sua sorella, la quale si mette anche in contrasto con un marito fino ad allora partecipe e comprensivo? Perché negli occhi di Lisa leggiamo tutto il dolore ma anche tutta la coesione che la unisce a Sven, che le fa 'sentire' la consapevolezza che solo quella speranza può continuare a spingerlo a lottare contro la malattia.

Questi Hansel e Gretel ormai adulti potrebbero smarrirsi in una foresta oscura, come è quella della malattia, con la casetta di marzapane rappresentata dalle terapie che, sole, sembrerebbero essere la soluzione e invece nascondono l'insidia della abbandono passivo a una morte progressiva. Questo è ciò contro cui lotta, andando contro ad ogni speranza la 'sorellina' Lisa.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 25 febbraio 2020
Simone Porrovecchio
La Rivista del Cinematografo

Due grandi attori nei panni di una coppia di gemelli simbiotici: i tedeschi Lars Eidinger e Nina Hoss sono insieme per la prima volta davanti alla cinepresa nella sottile pellicola vista al concorso della Berlinale Little Sister. Sven è malato, gravemente malato. Sa che non vivrà a lungo. Un trapianto di midollo osseo è andato male. Dopo l'ennesimo crollo è tornato in ospedale.

martedì 25 febbraio 2020
Raffaele Meale
Quinlan

Lisa ha rinunciato alle sue ambizioni di drammaturga a Berlino e si è trasferita in Svizzera con i suoi figli e suo marito, con il quale gestisce una scuola internazionale. Quando suo fratello gemello Sven, attore protagonista al teatro Schaubühne di Berlino, si ammala di leucemia, Lisa ritorna nella capitale tedesca. Le sue speranze di tornare sul palco danno a Sven la forza di cui ha bisogno per [...] Vai alla recensione »

martedì 25 febbraio 2020
Adriano De Grandis
Film TV

Lisa ha detto addio alle sue ambizioni di drammaturga e, dalla Svizzera dove vive con la famiglia, torna a Berlino per stare vicina al fratello gemello Sven, importante attore di teatro, da tempo malato di cancro. Stéphanie Chuat e Véronique Reymond firmano un film che vorrebbe dire tante cose, senza trovare la forza di raccontarne alcuna, dai conflitti familiari ai sogni artistici abbandonati, dalla [...] Vai alla recensione »

martedì 25 febbraio 2020
Gherardo Ugolini
Close-up

L'amore di una donna per il proprio fratello gemello, un amore assoluto, un legame indissolubile che dall'infanzia alla maturità si rivela più forte di ogni altro affetto, soprattutto nel momento della malattia. È questo il tema di Schwesterlein, letteralmente "sorellina", ultimo film di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond, due registe e sceneggiatrici svizzere che si conoscono fin dai tempo della [...] Vai alla recensione »

lunedì 24 febbraio 2020
Antonio D'Onofrio
Sentieri Selvaggi

Lisa (Nina Hoss) e Sven (Lars Eidinger) sono due gemelli eterozigoti. Lei è una scrittrice, lui un attore di teatro. Quando Sven si ammala di leucemia, a lei tocca accudirlo, per l'assenza del padre, e una madre inadatta, svampita, ex attrice anche lei. Finiti i cicli di chemio, Lisa decide di portare il fratello da Berlino a Leysin, in Svizzera, luogo nel quale si è trasferita, malvolentieri, insieme [...] Vai alla recensione »

NEWS
BERLINALE
martedì 25 febbraio 2020
Giancarlo Zappoli

Ottima la prova di Nina Hoss, che conferisce alla storia un senso di grande umanità. Alla Berlinale 2020. Vai all'articolo »

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