Anno | 2019 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 72 minuti |
Regia di | Gianfranco Pannone |
Uscita | giovedì 16 gennaio 2020 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,06 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 10 gennaio 2020
Il racconto tragicomico del rapporto tra gli italiani e la guerra. In Italia al Box Office Scherza con i fanti ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 6,3 mila euro e 2,6 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Un viaggio tragicomico nella recente storia d'Italia e, insieme, un canto per la pace. Un percorso lungo più di cent'anni, dall'Unità d'Italia a oggi, per scandagliare il difficile, sofferto e spesso ironico rapporto del popolo italiano con il mondo militare e con il potere. Attraverso le preziose immagini dell'Archivio Luce, i canti popolari e quattro diari intimi: di un soldato del Regio nell'Ottocento, di un combattente in Etiopia nel 1935, di una donna partigiana, di un sergente della Marina militare in Kosovo.
Da acuto ed esperto ricercatore qual è Gianfranco Pannone ci offre un’occasione di riflessione lontana dalla retorica pacifista di maniera sul senso che le guerre hanno avuto per il popolo italiano.
La scelta di utilizzare quattro diari di epoche diverse, accompagnandoli con immagini e musiche che facciano loro da supporto significativo, risulta molto interessante ed efficace. In particolare colpisce la cronaca di una delle pagine buie del Risorgimento: la rappresaglia compiuta dall’esercito sabaudo a Pontelandolfo nel 1861. Se non si conoscesse la data e se lo stile della scrittura del diario non fosse così ottocentesco si potrebbe pensare alla descrizione di un eccidio compiuto dai nazisti. Questo ci fa riflettere sulla natura degli esseri umani indipendentemente dalle epoche e dalle contingenze storiche. A fare da contrappunto a queste narrazioni abbiamo Pulcinella, sotto forma di burattino che sintetizza nella sua arguta semplicità la reazione della gente comune alla violenza e alla morte. C’è poi un altro elemento degno di nota che però meritava di essere più di un capitolo di un documentario avendo tutte le potenzialità per divenire un’opera a sé stante. Si tratta della lettura che Ferruccio Parazzoli fa di Piazzale Loreto a Milano come crocevia di una fase della storia del nostro Paese. Lo scrittore, che in quella Piazza abita, rievoca sia l’uccisione e l’esposizione dei corpi di numerosi partigiani compiuta dai nazifascisti sia il trattamento che venne riservato ai cadaveri di Mussolini, della Petacci e di alcuni gerarchi.
Pannone in passato aveva manifestato l’idea di dedicare un suo film alla memoria (o alla perdita della) in relazione a quegli accadimenti interrogando appartenenti a diverse generazioni. Sarebbe stato davvero interessante come indagine sulle rimozioni collettive. Resta comunque ciò che Parazzoli dice su tendenze riemergenti nelle masse del nostro Belpaese. Fa venire voglia di rileggere un saggio di un altro interessante autore: Corrado Augias. Il titolo è tutto un programma: “Il disagio della libertà. Perché agli italiani piace avere un padrone.” Parazzoli ce ne offre inquietanti sviluppi.
Italiani brava gente? Discutibile. Ma certo il nostro non è mai stato realmente un popolo guerriero, anche perché la millenaria storia del Paese ha visto fin troppe guerre, violenze, pestilenze per potersi affidare al solo amor patrio. Partendo da questa particolare condizione storica, Scherza con i fanti vuol essere sia un viaggio tragicomico nella recente storia d'Italia sia un universale inno alla pace, ma soprattutto si propone con un percorso lungo più di cent'anni che prova a scandagliare il difficile e anche sofferto e ironico rapporto del popolo con il mondo militare e più in generale con il potere, in cui agisce fortemente una pietas di matrice cristiana. Tutto questo attraverso i canti popolari, le immagini d'archivio dell'Istituto Luce e quattro diari di guerra di ieri e oggi.
Gianfranco Pannone è anche un disseppellitore di found footage, l'arte di "risignificare" il repertorio. Questa volta dalle viscere degli archivi ha ridato luce a immagini tabù: i cadaveri dei contadini etiopi carbonizzati con le loro famiglie dall'iprite fascista non le avevamo mai viste. Il dittico sull'Italia contadina cominciato nel 2016 adesso lascia stare i santi e si occupa- anche grazie ai [...] Vai alla recensione »
Per capire l'operazione del doc Scherza con i fanti, presentato come evento speciale alle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezia, bisogna partire dalla fine. Per l'appunto, dai titoli di coda che mostrano diversi bambini in grembiule che vanno a scuola. Dopo Lascia stare i santi il regista Gianfranco Pannone coadiuvato da Ambrogio Sparagna, che cura le belle musiche, compie infatti [...] Vai alla recensione »
Continua il viaggio di Pannone nella memoria collettiva italiana. Dopo Lascia stare i santi, che ha investigato sul nostro rapporto con la religione e i suoi simboli (argomento diventato di sinistra attualità in questo scorcio di crisi di governo) è ora la volta di Scherza con i fanti, presentato nelle Giornate degli autori a Venezia, che ragiona, invece, sul tema della guerra e sulla sua percezione [...] Vai alla recensione »
Dopo aver scherzato con i santi, Gianfranco Pannone scherza con i fanti. Scherza ma non gioca, anzi: il dittico del regista napoletano è cosa seria, un tracciato sinuoso sotto l'epidermide del nostro paese, o meglio dei nostri paesi, delle Italie regionali, microcosmiche, marginalizzate poi dai processi storici fino quasi a scomparire, a favore di una forzata omogeneità nazionale delle culture.
Dopo il precedente Lascia stare i santi, doc che indagava le manifestazioni ritualistiche del sacro nella cultura popolare, in Scherza con i fanti Pannone, sempre in collaborazione col musicista ed etnomusicologo Ambrogio Sparagna, sceglie di rivolgere la propria attenzione al rapporto che intercorre tra l'Italia e il mondo militare. Come ci ricorda Ennio Flaiano nelle pagine di Diario notturno, «"militare" [...] Vai alla recensione »
Saccheggi, incendi, fucili, carrarmati, bombe, corpi abbandonati. Da un Pulcinella che non vuole andare a combattere, e dopo una rassegna grottesca di soldati in marcia e popolazioni decimate, si passa a una sorta di rapporto grottesco sulle guerre nostre o di nostri vicini. Testi guida, diari e lettere dal fronte e sul fronte. Dal bersagliere Margolfo nel 1857 al militare in Kosovo, dal milite d'Etiopia [...] Vai alla recensione »
Com'era il detto? «Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi»? Ecco, questo documentario si rifà a quella massima popolare, raccontando il nostro rapporto con i conflitti armati. Quattro diari di guerra, dall'Unità d'Italia a oggi, per capire il «dietro le quinte» del nostro rapporto con il potere e la divisa; a partire da quello di un soldato lombardo del Regio Esercito di stanza a Pontelandolfo, [...] Vai alla recensione »
Gianfranco Pannone, coadiuvato da Ambrogio Sparagna - che cura le musiche per un film che non sarebbe quello che è senza di quelle - azzarda con Scherza con i fanti, un'operazione molto rischiosa per gli ambienti in cui il film potrà trovare una sua idonea sede. I mugugni tra i denti di una agguerrita parte degli spettatori della proiezione d'esordio al Lido, conferma, con gravità, l'assunto.
Gianfranco Pannone (affiancato da Ambrogio Sparagna che si occupa delle musiche) si cimenta con il materiale di repertorio per dare nuova vita a immagini e suoni che hanno raccontato l'Italia bellica dell'ultimo secolo. Il pretesto è quello di seguire le azioni di quattro diari (di un soldato del Regio nell'Ottocento, un combattente in Etiopia nel 1935, una donna partigiana e un sergente della Marina [...] Vai alla recensione »
Gianfranco Pannone, coadiuvato da Ambrogio Sparagna - che cura le musiche per un film che non sarebbe quello che è senza di quelle - azzarda con Scherza con i fanti, un'operazione molto rischiosa per gli ambienti in cui il film potrà trovare una sua idonea sede. I mugugni tra i denti di una agguerrita parte degli spettatori della proiezione d'esordio al Lido, conferma, con gravità, l'assunto.