Quasi Venezia

Film 2019 | Documentario 48 min.

Anno2019
GenereDocumentario
ProduzioneItalia
Durata48 minuti
Regia diFrancesca Sironi, Alberto Gottardo
MYmonetro 2,94 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Francesca Sironi, Alberto Gottardo. Un film Genere Documentario - Italia, 2019, durata 48 minuti. - MYmonetro 2,94 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 28 giugno 2019

Un documentario sul turismo di massa, i viaggiatori low cost e i luoghi in cui vivono.

Consigliato sì!
2,94/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 2,88
CONSIGLIATO SÌ
In viaggio tra Toscana, Venezia e le Dolomiti. Tre esempi di turismo low cost, con buona sintesi dei pro e dei contro.
Recensione di Raffaella Giancristofaro
venerdì 28 giugno 2019
Recensione di Raffaella Giancristofaro
venerdì 28 giugno 2019

"Un miliardo e 61 milioni di turisti hanno viaggiato in Italia negli ultimi 10 anni. Con 5 milioni di posti letto, abbiamo il record di ospitalità in Europa. Venezia ha introdotto una tassa su chi entra in città. La Valle di Braies, nelle Dolomiti, d'estate è a numero chiuso. Il 60 per cento delle spiagge italiane è a pagamento". Questi i dati che i documentaristi Alberto Gottardo e Francesca Sironi (che per Sky Atlantic hanno già girato, insieme a Paolo Fantauzzi, Follow the Paintings, sugli investimenti del crimine organizzato nel mercato delle opere d'arte) mettono in testa al loro documentario in tre parti, Quasi Venezia, che affronta il fenomeno del turismo di massa in Italia.

Con scansione precisa, nei quasi 47 minuti di osservazione ravvicinata di escursioni mordi e fuggi, gli autori lasciano che in tre episodi di uguale peso, siano i viaggiatori a far emergere con le loro testimonianze i lati positivi e negativi del "viaggiare democratico".

Da Piazza Argentina a Milano la notte partono i pullman che assicurano sole, spiaggia bianca di Vada (Livorno) e distrazione dai ritmi della città. Per circa 24 ore, a prezzi modici (tra i 25 e i 35 euro, ma l'ombrellone te lo porti da casa). Per lo più a famiglie numerose, coppie squattrinate, e chiunque sia in cerca di fuga dall'alienata routine metropolitana.

A guidarci nell'esperienza è un giovane "tour operator" peruviano, che si preoccupa delle liste come della tombola al ritorno, per alleviare il dispiacere di una fuga di poche ore. Sul lago di Braies, divenuto attrazione per molti dopo il successo della serie tv Un passo dal cielo, si considera l'impatto di numeri quasi triplicati rispetto alla ricettività massima del luogo. Ma anche l'effetto benefico che chi viene da Paesi lontani e ai quali è difficile ritornare, quei paesaggi così rasserenanti possono portare. La preoccupazione per l'impatto ecologico, la sostenibilità di tali spostamenti, arriva sempre dopo, di solito tardi.

Infine viene spiegato anche quel "quasi", prima di Venezia: significa a Mestre, la barriera (finora) prima della città unica al mondo, e che rapidamente si sta attrezzando a ricevere migliaia di escursionisti, offrendo a 10-12 euro (colazione esclusa, lenzuola portate da casa, o sacco a pelo, tassa di soggiorno da calcolare) un pernottamento in ostello a portata di mezzi di trasporto da una giornata ad ammirare la poesia di canali e gondole.

L'incontro con culture diverse, la sensazione di vivere una vita più intensa spostandosi, l'illusione di una vacanza caraibica, la suggestione delle immagini social e la spinta del turismo cinetelevisivo, l'applicazione dello sconto a mete altrimenti inarrivabili: sono tanti gli spunti, figli inevitabili di un'epoca che consuma rapidissimamente ogni cosa, contrapposta al turismo di matrice otto novecentesca, esperienza senza limiti di tempo, riflessiva, aristocratica.

Non c'è giudizio nelle immagini di Gottardo e Sironi, per lo più inquadrature fisse, ad alta definizione, accompagnate dal commento musicale non invasivo di Cacao. O meglio: lo si lascia a chi guarda. C'è il rispetto per il desidera il viaggio come evasione fuggevole, o realizzazione personale, rivincita su privazioni precedenti; ma anche la registrazione obiettiva di mete che si trasformano in "set", merci da consumare trionfo del selfie stick, nevrosi del fotografare senza vedere ma soprattutto senza sperimentare, vivere.

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