Un altro me

Film 2016 | Documentario, +13 83 min.

Anno2016
GenereDocumentario,
ProduzioneItalia
Durata83 minuti
Regia diClaudio Casazza
AttoriPaolo Giulini, Francesca Garbarino, Andrea Scotti (I), Maritsa Cantaluppi, Luca Bollati Luigi Colombo.
Uscitagiovedì 13 aprile 2017
DistribuzioneLab 80 Film
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,06 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Claudio Casazza. Un film con Paolo Giulini, Francesca Garbarino, Andrea Scotti (I), Maritsa Cantaluppi, Luca Bollati. Cast completo Genere Documentario, - Italia, 2016, durata 83 minuti. Uscita cinema giovedì 13 aprile 2017 distribuito da Lab 80 Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,06 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 7 aprile 2017

Un anno intero di lavoro tra l'equipe dell'Unità di Trattamento Intensificato per Autori di Reato Sessuale del CIPM e i detenuti 'abitando' i luoghi delle riprese. In Italia al Box Office Un altro me ha incassato 8,5 mila euro .

Un altro me è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
3,06/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,11
CONSIGLIATO SÌ
Il primo esperimento italiano di 'trattamento intensificato' per responsabili di violenze sessuali.
Recensione di Olivia Fanfani
Recensione di Olivia Fanfani

Nel carcere di Bollate c'è un reparto dedicato ai cosiddetti "sex offenders". Rei d'aver commesso reati sessuali, Sergio, Gianni, Giuseppe, Valentino ed Enrique sono i protagonisti di un percorso sperimentale in cui criminologi e terapeuti vestono i panni terreni di un Virgilio dantesco, nel tentativo di sottrarre gli uomini dall'inferno delle pulsioni incontrollate.
Accompagnati da psicologi che cercano di dar loro una nuova consapevolezza, la presa d'atto dei pazienti avviene attraverso una sorta di confronto caratterizzato da una spiazzante lucidità, difficile da catalogare in quanto conclusione "legittima" di un pensiero estraneo alla percezione del dolore e dell'orrore causati.
Un'opera rivoluzionaria, a testimonianza di una profonda verità, oltre - e al di là - della demonizzazione dei volti che abitano l'Unità di Trattamento intensificato del CIPM, primo esperimento in Italia di prevenzione della recidiva per reati sessuali. Il documentario non segue i canoni classici dell'analisi d'inchiesta, limitandosi a mettere in scena la quotidianità di una condizione che sfocia nella violenta sopraffazione dell'essere umano su un altro essere umano. L'impostazione invisibile dell'operatore di camera, di una narrazione esente da ogni riferimento extradiegetico - dalle musiche alle voci fuori campo - conduce direttamente tra i banchi delle sedute di gruppo, all'interno di momenti di confronto in cui emerge lentamente la difficoltà dei terapeuti d'impostare un dialogo costruttivo, in grado di assicurare agli uomini la misura dello squallore e del dolore di cui si sono resi portavoce.
Abbandonando ogni sorta di retorica, lo sguardo indaga, si ferma, immobile, in un angolo della stanza, per farsi raccontare l'umanità dietro la disumanizzazione del mostro, lasciando i detenuti costantemente fuori fuoco per concentrarsi sugli operatori sanitari e sui dettagli di un istituto comprensivo in cui al silenzio si sostituiscono vacui sentimenti d'angoscia che la solitudine ha trasformato in rapporti patologici col mondo.
Un lungo viaggio nel travagliato mondo dei carnefici, dove le vittime sono evocazione di una sopraffazione crudele, vissuta come per istinto e avvicinata dal regista grazie a uno shopenhaueriano velo di maya giocato sul fuori fuoco. Una sorta di spazio altro in cui sia spettatori che detenuti sono tutelati dalla scelta nitida di scorgere il racconto senza affrontarne lo sguardo. Casazza abita i luoghi con la pazienza di colui che non contrappone forzosamente il dolore dei sentimenti alla segregazione. Non c'è mediazione da parte sua, piuttosto una presa d'atto in profondità, affidata a una forma spogliata da ogni sorta di poetica autoriale, che si avvicina per questo alla contraddizione che incarnano gli uomini, tra assunzione di colpa e sradicamento di un'idea legittimante.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 7 aprile 2017
Paul Bompard
Times Higher Education

Un altro me è un documentario che raccoglie conversazioni tra alcuni psicologi e un gruppo di detenuti del carcere di Bollate, vicino a Milano, condannati per reati sessuali. A colpire subito è l'apparente normalità e l'ordinarietà dei detenuti. In un certo senso viene in mente la "banalità del male" coniata da Hannah Arendt per descrivere Adolf Eichmann.

NEWS
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domenica 26 febbraio 2017
 

Un altro Me è girato nella casa di reclusione di Bollate, vicino a Milano, dove ha luogo il primo esperimento italiano di "trattamento intensificato" per responsabili di violenze sessuali. Prima di vincere il Premio del Pubblico alla IV edizione de [...]

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