Advertisement
Viva la sposa, il cinema italiano che viene da fuori

Presentato alle Giornate degli Autori alla Mostra di Venezia 2015, l'opera di Ascanio Celestini è disperata e piena di vitalità. Di Roy Menarini.
di Roy Menarini

In foto Ascanio Celestini in una scena del film.

lunedì 26 ottobre 2015 - Focus

Tenuto ai margini in maniera francamente ingenerosa alla Mostra del Cinema di Venezia 2015, Viva la sposa di Ascanio Celestini merita più di un plauso per le modalità di racconto, messa in scena e rappresentazione che porta in dono. Difficile descrivere con precisione timbri e ironie di un'opera contemporaneamente disperata e piena di vitalità, dove si assiste - più che alla descrizione di un quartiere - a una vera e propria micro-cosmogonia di personaggi e situazioni periferiche.
E proprio questo elemento ci interessa, di Viva la sposa, per la nostra rubrica. Del cinema italiano si lamenta spesso la sensazione di inautenticità, le rappresentazioni urbane sempre identiche, le case agiate dei personaggi sempre più stereotipate (Io e lei ne è solo l'ultimo esempio), i mestieri sempre gli stessi (architetto, pubblicitario, imprenditore ecc.), mentre là fuori c'è un Italia che vive e si arrangia nei modi più diversi e raramente sondati dai nostri autori.

Poi c'è un cinema periferico, appunto, un cinema che sembra alieno a queste dimensioni, comprese - sia chiaro - quelle che indagano con morbosità i recessi più violenti e squallidi della nazione. Questo "cinema di mezzo" arriva non di rado da personaggi che stanno ai margini del mondo produttivo nostrano.

Negli ultimi anni un gruppo di autori ha cercato di deterritorializzare le consuetudini descrittive dei nostri film. Ci vengono in mente, per esempio, il fumettista Gipi, con l'imperfetto ma suggestivo L'ultimo terrestre (a sua volta adattato da una graphic novel di un collega, Giacomo Monti); oppure, per rimanere al fumetto, l'atteso film di Valerio Mastandrea, La profezia dell'armadillo, tratto da Zerocalcare. Oppure il film di Emma Dante, Via Castellana Bandiera, trasposizione per il grande schermo di un atto teatrale destinato alla claustrofobia dell'ambiente unico. Poi Pippo Delbono, uno dei grandi sperimentatori del teatro italiano contemporaneo, che rischia di essere ricordato più per gli scandali suscitati dal suo ultimo Sangue che per le modalità totalmente indipendenti di realizzazione e per le tecniche (una fotocamera da cellulare) usate nei primi due film, La paura e Amore carne. E ancora il cinema di Franco Battiato, musicista e cantautore. O gli horror di Federico Zampaglione, artista da palco ma conoscitore filologico dell'horror italiano e internazionale. E anche il precedente film di Ascanio Celestini, La pecora nera, va considerato un tentativo in questa direzione.
Si tratta di una produzione sbilenca, che forse non vede dialogare un film con un altro, che per di più ha in elenco titoli spesso claudicanti e mai del tutto riusciti, o troppo avanguardistici, o troppo singolari, o troppo lunari, o troppo qualcos'altro. Troppo poco consueti, questo sì. E si tratta spesso di opere che non hanno trovato un pubblico, unite spesso dall'insuccesso distributivo, o dalla propria stessa vocazione di nicchia.

Eppure, varrebbe la pena sostenerli, e non censurare gelosamente la ricerca di nuove modalità espressive da parte di autori di arti limitrofe, che semmai aiutano un mondo autoriale - quello del cinema italiano - in grave difficoltà nel pescare nuovi stimoli dalla cultura contemporanea. C'è un mondo letterario, fumettistico, teatrale, musicale, sperimentale e performativo che sembra francamente sfuggire ai nostri registi e sceneggiatori medi. In attesa che ne riconoscano l'ispirazione, accogliamo a braccia aperte un cinema italiano "che viene da fuori".

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati