Soundtrack - Ti spio, ti guardo, ti ascolto

Linda è nata a Budapest dove ha incontrato sul set di un film il tecnico del suono italiano Paolo. È stato un colpo di fulmine e Linda ha seguito Paolo in Italia proseguendo lì la sua carriera di attrice, fino ad arrivare a Sulmona, dove dovrà interpretare il ruolo della protagonista di un testo scritto e diretto da Andrea, suo amico di lunga data. Il testo ha a che fare con la gelosia e il tradimento, esplorando il rapporto di coppia attraverso un personaggio femminile che “cerca al di fuori” del menage a due, anche solo con l'immaginazione: lei racconta le sue fantasie, lui si sente provocato.
Paolo, osservando le prove, comincia a nutrire il sospetto che Linda desideri davvero tradirlo, e per verificare comincia a controllarla, da vicino e da lontano. Soundtrack affronta così anche la tematica del voyeurismo, insita nella natura stessa del cinema, e lo fa attraverso uno sguardo registico nitido ed elegante, e soprattutto attraverso un montaggio “emotivo” (di Fabio Loutfy) che nei momenti salienti assume il ritmo concitato del batticuore di chi scopre un tradimento, e frammentato come l'esplosione di quel cuore in mille pezzi. Anche la tendenza a confondere realtà e finzione, soprattutto per chi si muove nel mondo dello spettacolo, fa da fil rouge alla narrazione.
Tuttavia alcune svolte di sceneggiatura appaiono davvero improbabili e soprattutto il personaggio di Paolo resta poco sviluppato, complice anche la recitazione monocorde di Vincenzo Amato, altrove molto più ricco di nuance emotive. Funziona bene invece Andrea Osvart nei panni di Linda, grazie alla sottile ambiguità della sua interpretazione e all’eleganza lievemente algida del suo aspetto fisico.
Dopo una lunga militanza come assistente alla regia, Francesca Marra esordisce alla direzione e scrittura (insieme a Enrico Oldoini) di questo suo primo lungometraggio scegliendo la strada non facile (in Italia) del cinema di genere, in questo caso il thriller noir a sfondo erotico. Un atto di coraggio che trova nella buona mano registica e nell’ottima cura formale la sua conferma, nell'ingenuità della scrittura il suo tallone d’Achille. Coinvolgenti le musiche di Francesco Cerasi e Giacomo Vitullo. 