maopar
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giovedì 25 dicembre 2014
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grande woody
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guardare alla luna con la magia dell'amore Valutazione 5 stelle su cinque
Sì
68%
No
32%
Quando all'uscita dalla sala i giudizi sul film sono estremi e contrastanti...vuol dire che siamo stati coinvolti... manifestando un rifiuto o come per me una totale condivisione emotiva perché sei in "sintonia" con l'autore. Addirittura hai potuto anche anticipare il regista(quando Stanley sperimenta la preghiera....).I personaggi sono azzeccatissimi,l'illusionista Stanley il più bravo del mondo di vasta cultura,che conosce l'arte della "magia"che è come la realtà, e quindi come l' esperimento scientifico si può ripetere e predire.Questa visione laica ben accuratamente caratterizzata in Stanley si scontra con la chiaroveggenza di Sophie che guarda nell'anima e che fa parlare i morti.
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guardare alla luna con la magia dell'amore Valutazione 5 stelle su cinque
Sì
68%
No
32%
Quando all'uscita dalla sala i giudizi sul film sono estremi e contrastanti...vuol dire che siamo stati coinvolti... manifestando un rifiuto o come per me una totale condivisione emotiva perché sei in "sintonia" con l'autore. Addirittura hai potuto anche anticipare il regista(quando Stanley sperimenta la preghiera....).I personaggi sono azzeccatissimi,l'illusionista Stanley il più bravo del mondo di vasta cultura,che conosce l'arte della "magia"che è come la realtà, e quindi come l' esperimento scientifico si può ripetere e predire.Questa visione laica ben accuratamente caratterizzata in Stanley si scontra con la chiaroveggenza di Sophie che guarda nell'anima e che fa parlare i morti...In un contesto paradisiaco della costa Azzurra tra colori e paesaggi e ricchezze di ogni tipo,avviene lo scontro tra" reale" e "trascendente", e come dice Stanley ormai sopraffatto dagli eventi:è una vicenda di magia,filosofia .... di RELIGIONE....E il mondo cambia quei colori e profumi che prima erano solo visti con superficialità adesso, con la speranza dell'ETERNITA',sono testimonianza di un amore dilagante ,la musica che Stanley conosce bene e che usa nei suoi spettacoli per potenziare l'attenzione degli spettatori,diventa motivo di gioiosa testimonianza dell'Eterno..(settima Beethoven...)Eccezionale è la sequenza dello sguardo alla luna che avviene sotto la cupola dell'osservatorio ( qui come "Tempio" della Scienza) che si apre verso il cielo...una nuova visione!(Magic in the Moonlight) E anche se Sophie si rivela essere un'impostora che si è servita della complicità del migliore amico di Stanley,nulla cambia.....La visione "trascendente"della Vita è l'unica che vale la pena di vivere in pienezza....Ma dopo tutto perché DIO si sarebbe dovuto disturbare a creare il mondo se non ci fosse stata l'ETERNITA'........ [-]
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[+] magia: per credenti e non credenti
(di mericol)
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maurizio meres
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domenica 7 dicembre 2014
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magic allen
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Ancora lui ,dal suo genio questa volta esce una magia fatta di eleganza raffinatezza e amore ,in un ambientazione vellutata così come era quel tipo di borghesia con il paraocchi e un indifferenza sociale radicata di quel periodo ,scenari della bellissima costa azzurra stupendi ,atmosfera fantastica visto il tema del film direi magica .Dialoghi come suo solito accattivanti,coinvolgenti,che proiettano lo spettatore dentro il film ,ambientazione superlativa curata nei particolari ,abiti ,modi di fare ,le auto una piacere vederle ,sceneggiatura semplice non importante basata semplicemente da un inganno forse raccontato demenzialmente ma piacevole,centrato sul trionfo dell'amore.
Attori tutti eccezionali ,del resto essere diretti da Allen diventa un compimento alla carriere o un grande inizio.
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Ancora lui ,dal suo genio questa volta esce una magia fatta di eleganza raffinatezza e amore ,in un ambientazione vellutata così come era quel tipo di borghesia con il paraocchi e un indifferenza sociale radicata di quel periodo ,scenari della bellissima costa azzurra stupendi ,atmosfera fantastica visto il tema del film direi magica .Dialoghi come suo solito accattivanti,coinvolgenti,che proiettano lo spettatore dentro il film ,ambientazione superlativa curata nei particolari ,abiti ,modi di fare ,le auto una piacere vederle ,sceneggiatura semplice non importante basata semplicemente da un inganno forse raccontato demenzialmente ma piacevole,centrato sul trionfo dell'amore.
Attori tutti eccezionali ,del resto essere diretti da Allen diventa un compimento alla carriere o un grande inizio.
Sicuramente non è il migliore più di quarant'anni di regia richiedono cambiamenti ,ricerca di nuove sensazioni ,ma la radice ironica grottesca da sognatore rimane ,chi ama Allen sicuramente lo apprezzerà in tutta la sua fantastica finzione cinematografica.
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wounded knee
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martedì 9 dicembre 2014
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woody è sempre woody
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Non sarà il miglior film di Woody Allen, ma continua senz’altro tutte le tematiche del suo pensiero. Non ultimo il concetto che “non esiste il bianco o il nero nella vita, ma molte sfumature di grigio”. Il protagonista, interpretato da un Colin Firth, sempre all’altezza della situazione (e oltre), cinico e disincantato, viene “folgorato” da colei che lo incanta, in quanto il suo esatto opposto. Fin qui siamo nello schema della seduzione, gli opposti si attraggono. A questo punto sembra quasi che cominci la “redenzione” del grande cinico, abituato a vivere nell’oscurità della vita, stimolato della solarità e positività di Sophie.
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Non sarà il miglior film di Woody Allen, ma continua senz’altro tutte le tematiche del suo pensiero. Non ultimo il concetto che “non esiste il bianco o il nero nella vita, ma molte sfumature di grigio”. Il protagonista, interpretato da un Colin Firth, sempre all’altezza della situazione (e oltre), cinico e disincantato, viene “folgorato” da colei che lo incanta, in quanto il suo esatto opposto. Fin qui siamo nello schema della seduzione, gli opposti si attraggono. A questo punto sembra quasi che cominci la “redenzione” del grande cinico, abituato a vivere nell’oscurità della vita, stimolato della solarità e positività di Sophie.
Ebbene Woody Allen ancora una volta ci fa scoprire che la positiva e solare protagonista femminile, non è del tutto onesta e positiva, in quanto truffatrice lei stessa. Questo fatto comunque non la getta nella negatività, in quanto appunto non si tratta della protagonista di una fiaba classica, dove il bene e il male sono distinti, ma è una donna che fa parte della vita reale, dove il bene e il male sono costantemente fusi insieme.
Nonostante il tema sia molto complesso, il maestro Woody riesce sempre a ad esporlo in chiave umoristica, e lo mette in scena con una maestria che lo contraddistingue. Scena da maestro la presa di coscienza dell’avvenuto innamoramento, tramite un dialogo spassosissimo tra Stanley e la zia, la quale lo porta alla consapevolezza semplicemente dandogli ragione su tutti i concetti espressi, e portandolo per mano alla conclusione che lui stesso ha già dentro di se.
Anche se a tratti il film soffre di qualche rallentamento narrativo, siamo comunque davanti ad una bella opera del solito maestro Woody.
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[+] una gradevole e aggraziata commedia romantica
(di antonio montefalcone)
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samuelemei
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sabato 20 dicembre 2014
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tra sogno e disincanto: la magia di allen
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Ogni anno durante le feste natalizie il grande pubblico affolla le sale cinematografiche per assistere ai blockbuster hollywoodiani o ai cinepanettoni nostrani. Ma ogni dicembre c’è anche una ristretta cerchia di appassionati che, con sentita devozione, in una sala semideserta si gode l’ennesimo film di Woody Allen. Dalle grandi sale proviene un brusio continuo e un meccanico cric-croc di popcorn. Nella saletta “newyorkese”, il silenzio invernale è rotto soltanto dal canto dei fonografi, dal ritmo del jazz e da scritte bianche su sfondo nero: così ha inizio la magia...
“Magic in the Moonlight” è una commedia divertente e raffinata in pieno stile Woody Allen. Costa Azzurra, 1928: un prestigiatore di fama internazionale, Stanley, (un istrionico Colin Firth), viene ingaggiato con lo scopo di smascherare una medium, Sophie Baker (la graziosa e magnetica Emma Stone) che imperversa nelle case delle ricche famiglie del sud della Francia.
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Ogni anno durante le feste natalizie il grande pubblico affolla le sale cinematografiche per assistere ai blockbuster hollywoodiani o ai cinepanettoni nostrani. Ma ogni dicembre c’è anche una ristretta cerchia di appassionati che, con sentita devozione, in una sala semideserta si gode l’ennesimo film di Woody Allen. Dalle grandi sale proviene un brusio continuo e un meccanico cric-croc di popcorn. Nella saletta “newyorkese”, il silenzio invernale è rotto soltanto dal canto dei fonografi, dal ritmo del jazz e da scritte bianche su sfondo nero: così ha inizio la magia...
“Magic in the Moonlight” è una commedia divertente e raffinata in pieno stile Woody Allen. Costa Azzurra, 1928: un prestigiatore di fama internazionale, Stanley, (un istrionico Colin Firth), viene ingaggiato con lo scopo di smascherare una medium, Sophie Baker (la graziosa e magnetica Emma Stone) che imperversa nelle case delle ricche famiglie del sud della Francia. Il cinico e razionale Stanley rimane subito molto colpito quando vede all’opera la sensitiva e, dopo numerose prove “spiritiche”, vibrazioni positive e avventure nella campagna provenzale, si trova costretto ad ammettere la “genuinità” dei poteri della bella “americana vagabonda”. Eppure, proprio al vertice della sua conversione, quando sua zia è in pericolo di vita, Stanley ricade nel suo consueto scetticismo raziocinante e, con un magistrale gioco di prestigio, smaschera l’intero complotto di cui è stato vittima. A questo punto, crollate tutte le illusioni in un mondo trascendente, solo l’amore può salvarlo dall’infelicità che attenaglia l’intero genere umano...
In “Magic in the Moonlight” Allen riprende l’usuale canovaccio della screwball comedy anni ’30 e di molti suoi film classici: un inguaribile misogino (se non misantropo) alla fine si innamora di una fanciulla che gli mostra il lato positivo dell’esistenza (penso in particolare a “Basta che funzioni” e in parte a “Manatthan”). Ma forse il film più vicino a “Magic in the Moonlight” è “La maledizione dello scorpione di giada”, per il rocambolesco intreccio tra “guerra dei sessi”, magia e innamoramento improbabile.
L’originalità della pellicola sta forse nella profondità “filosofica” che pervade la vicenda, nella capacità del regista newyorkese di riflettere in modo non scontato e ironico sui grandi temi dell’umanità come la morte, l’aldilà, il destino, la felicità. Paradigmatica a questo proposito risulta la parabola interiore di Stanley (si può parlare quasi di “romanzo di formazione”) che oscilla tra materialismo disincantato e slancio mistico, tra razionalismo scientifico e spiritualismo religioso. Se da un lato prevale il pessimismo cosmico, dall’altro l’amore offre quell’illusione consolatoria capace di scaldare, come una fiaccola, il gelo dell’infelicità a cui la “stupida ragione” ci condannerebbe. Nel personaggio di Stanley Allen ha sprigionato tutta l’ambigua polisemia del termine “magia”. Tuttavia, come spesso accade, è la stessa atmosfera del film ad essere magica, con ambientazioni mozzafiato tra roccia e mare (oltre a romantici orti fioriti e splendidi giardini) accarezzati da una languida luce crepuscolare, ma anche la solida interpretazione dei due attori protagonisti, senza parlare dell’immancabile colonna sonora vintage.
Con un’altra piccola perla Woody Allen ci mostra l’ineluttabile necessità delle illusioni. E’ la sua stessa idea di cinema una “magia al chiaro di luna”, lucida sublimazione magnifica del sogno e del disincanto.
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[+] la magia di woody affascina e crea seguaci.......
(di maopar)
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cristina t. chiochia
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martedì 2 dicembre 2014
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magia al chiaro di luna:la trama si infittisce.
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I temi di questo film girato nel sud della Francia nel luglio 2013, con panorami estivi mozzafiato quindi, sono quelli che ci si aspetta da questo regista, fedele al suo talento ed a sè stesso. Sono i temi affrontati da Allen in molti suoi ilm: dalla crisi esistenziale personale (il protagonista, un Colin Firth pienamente nelle corde del personaggio), degli ambienti intellettuali (i fascinosi ritrovi dell'hot jazz anni 20 caratterizzati dalle variazioni improvvisate dai solisti che suonano in fumusi night club, dall'uso frequente del sincopa nella scelte delle musiche tanto che alcune scene quasi paiono un tributo a Black Eduards ed a Julie Andrews nel suo "le jazz hot" in Victor Victoria oltre dalla descrizione dei che partecipano alle sedute spiritiche ovviamente) e alla rappresentazione spesso autoironica della comunità americana (felice il rimando all'ebreo Hudini specializzato nel numero della tortura cinese dell'acqua- il protagonista è infatti un illusionista che si trucca da cinese- e, come Hudini è scettico e spesso smaschera finti medium che sfruttano la credulità dell'alta borghesia) ma è soprattutto la critica feroce alla borghesia che emerge, in tutti i suoi stereotipi (il giovane ricco e viziato che per per sposare la bella protagonista Emma Stone, suona l'uculele e promette viaggi meravigliosi fino all'isola di Bora Bora o il discorso finale della zia del protagonista) e che un pò ricorda nei dialoghi atmosfere di Match Point.
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I temi di questo film girato nel sud della Francia nel luglio 2013, con panorami estivi mozzafiato quindi, sono quelli che ci si aspetta da questo regista, fedele al suo talento ed a sè stesso. Sono i temi affrontati da Allen in molti suoi ilm: dalla crisi esistenziale personale (il protagonista, un Colin Firth pienamente nelle corde del personaggio), degli ambienti intellettuali (i fascinosi ritrovi dell'hot jazz anni 20 caratterizzati dalle variazioni improvvisate dai solisti che suonano in fumusi night club, dall'uso frequente del sincopa nella scelte delle musiche tanto che alcune scene quasi paiono un tributo a Black Eduards ed a Julie Andrews nel suo "le jazz hot" in Victor Victoria oltre dalla descrizione dei che partecipano alle sedute spiritiche ovviamente) e alla rappresentazione spesso autoironica della comunità americana (felice il rimando all'ebreo Hudini specializzato nel numero della tortura cinese dell'acqua- il protagonista è infatti un illusionista che si trucca da cinese- e, come Hudini è scettico e spesso smaschera finti medium che sfruttano la credulità dell'alta borghesia) ma è soprattutto la critica feroce alla borghesia che emerge, in tutti i suoi stereotipi (il giovane ricco e viziato che per per sposare la bella protagonista Emma Stone, suona l'uculele e promette viaggi meravigliosi fino all'isola di Bora Bora o il discorso finale della zia del protagonista) e che un pò ricorda nei dialoghi atmosfere di Match Point.
Ma dove la critica si fa specchio di tutte le sue passioni: l'analisi dell'io, la letteratura (bello il dialogo dei due protagonisti quando lei legge dondolandosi su di un'altalena) e quell'amore da cui costantemente trae ispirazione.
Una curiosità è il sodalizio tra Allen e la costumista originaria di Oviedo, Sonia Grande , al suo quarto film con Allen (Magic in the Moonlight,Blue Jasmine,To Rome with Love,Vicky Cristina Barcelona) ma che ha anche lavorato per Gli abbracci spezzati e Parla con lei di Pedro Almodóvar e Mare dentro di Alejandro Amenabar.
Concludendo si parla di impressioni mentali in questo film, insomma. Dove le "scaltre imbroglioncelle" guardano planetari spalancati ed i "nembocumuli" sono solo il passaggio obbligato per l'amore per far breccia nel cuore degli uomini, anche i piu' restii sotto un cielo colmo di stelle. Godibilissimo se si ama Allen.
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camiglia
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domenica 1 febbraio 2015
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woody e l'aldilà (o le illusioni)
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Un "mago" cinese dà dimostrazioni di magia. Si tratta in realtà di Stanley, aristocratico inglese, razionale e materialista, Stanley dichiara apertamente che i maghi sono truffatori e chi crede nella magia è almeno un ingenuo. Intende dimostrare soprattutto che in quella zona ove si trova, Costa Azzurra alla fine degli anni '20,non è altro che una abile truffatrice una giovane donna, Sophie, che,in quanto medium,afferma di avere rapporti con l'aldilà. Di Sophie Stanley finisce per innamorarsi. Ne resta estasiato. Pentito della sua primitiva tesi, quando Sophie rivela,da maga, il suo passato e il suo presente. In realtà quella di Sophie era un,abile trovata, come tutte le trovate degli illusionisti= maghi : aveva ricevuto tutte le informazioni del caso da parte di un amico di Stanley.
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Un "mago" cinese dà dimostrazioni di magia. Si tratta in realtà di Stanley, aristocratico inglese, razionale e materialista, Stanley dichiara apertamente che i maghi sono truffatori e chi crede nella magia è almeno un ingenuo. Intende dimostrare soprattutto che in quella zona ove si trova, Costa Azzurra alla fine degli anni '20,non è altro che una abile truffatrice una giovane donna, Sophie, che,in quanto medium,afferma di avere rapporti con l'aldilà. Di Sophie Stanley finisce per innamorarsi. Ne resta estasiato. Pentito della sua primitiva tesi, quando Sophie rivela,da maga, il suo passato e il suo presente. In realtà quella di Sophie era un,abile trovata, come tutte le trovate degli illusionisti= maghi : aveva ricevuto tutte le informazioni del caso da parte di un amico di Stanley.
Fantasia,psicanalisi, religione come in molti film di W.Allen. Ma alla fine vale per i credenti che superano i limiti della vita terrena. Ma anche per i non credenti :l'illusione é necessaria per sopravvivere, "come l'aria che si respira" (così concludeva lo stesso Woody in Ombre e nebbia). I dialoghi sono vivacissimi.Il commento musicale piacevolissimo, come al solito anche nelle code del film
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soviet rossija
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domenica 8 marzo 2015
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woody allen quasi in forma
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Magic In The Moonlight si presenta sullo scenario del cinema attuale come una boccata d'aria fresca dal sapore arcaico e pulito. Si tratta di un'opera,se non brillante,almeno degna di nota e leggera(ma non troppo) mostrando un Woody Allen equamente lontano sia dai successi romantico-umoristico-filosofici degli ultimi anni sia dai dissacranti film del suo periodo recitativo. Il film è una commedia 'all Brit' dall'ambientazione vintage provenzale e dall'atmosfera magica,legata alla colonna sonora jazz/swing che la accompagna. La storia del film,partendo da una situazione disillusamente egoistica e scettica,approda ad una situazione altrettanto scettica ma relativamente più aperta e positiva(anche se l'egoismo borghese e il sarcasmo britannico dominano dalla prima scena sino all'ultima).
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Magic In The Moonlight si presenta sullo scenario del cinema attuale come una boccata d'aria fresca dal sapore arcaico e pulito. Si tratta di un'opera,se non brillante,almeno degna di nota e leggera(ma non troppo) mostrando un Woody Allen equamente lontano sia dai successi romantico-umoristico-filosofici degli ultimi anni sia dai dissacranti film del suo periodo recitativo. Il film è una commedia 'all Brit' dall'ambientazione vintage provenzale e dall'atmosfera magica,legata alla colonna sonora jazz/swing che la accompagna. La storia del film,partendo da una situazione disillusamente egoistica e scettica,approda ad una situazione altrettanto scettica ma relativamente più aperta e positiva(anche se l'egoismo borghese e il sarcasmo britannico dominano dalla prima scena sino all'ultima). Le perle della pellicola sono racchiuse nelle magistrali interpretazioni,sotto cui si notano la mano esperta e l'estro alleniani,di Colin Firth(in un ruolo "very british" di cui non vestiva i panni da diverso tempo) e di Emma Stone giovane,allegra e provocatoria nonché motore di tutta la trama ingannevole di fondo. Forse,escludendo alcuni film quali Midnight In Paris,Troverai L'Uomo Dei Tuoi Sogni e Match Point,questo film segna una delle migliori regie e sceneggiature realizzate da Allen nel nuovo millennio,a cui manca solo lo spirito yiddish(marchio di fabbrica di Woody) per entrare nell'Olimpo dei capolavori immortali di Woody Allen. Un lavoro ottimo,una regia attenta,con un cast eccezionale e aderente ai ruoli e una minuziosa dovizia di particolari scenici e dialoghi comici(come il botta&risposta tra l'anziana ed esperta zia e il nostro confuso illusionista Colin),in mezzo ai quali risaltano alcune parti a metà tra incanto e romanticismo che danno quel tocco 'magico' citato nel titolo. Da non perdere per alcun motivo.
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filippo catani
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sabato 13 dicembre 2014
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gradevole commedia
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Fine degli anni Venti a Berlino. Un celebre prestigiatore inglese accetta l'invito di un amico a smascherare una presunta sensitiva che sta letteralmente imperversando nella Francia del sud presso una ricca famiglia.
Woody Allen ci regala una piacevole commedia che ha sicuramente nell'ambientazioni, nei costumi e nelle musiche d'epoca i suoi tratti distintivi. Firth è perfetto nell'impersonare un abile e disilluso prestigiatore che ai trucchi di scena e all'illusione del palco sa opporre un razionalismo e un cinismo estremi nella vita di tutti i giorni. Sarà costretto a cambiare idea quando farà i conti con la bella sensitiva presentatagli dal suo amico.
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Fine degli anni Venti a Berlino. Un celebre prestigiatore inglese accetta l'invito di un amico a smascherare una presunta sensitiva che sta letteralmente imperversando nella Francia del sud presso una ricca famiglia.
Woody Allen ci regala una piacevole commedia che ha sicuramente nell'ambientazioni, nei costumi e nelle musiche d'epoca i suoi tratti distintivi. Firth è perfetto nell'impersonare un abile e disilluso prestigiatore che ai trucchi di scena e all'illusione del palco sa opporre un razionalismo e un cinismo estremi nella vita di tutti i giorni. Sarà costretto a cambiare idea quando farà i conti con la bella sensitiva presentatagli dal suo amico. La ragazza è senza dubbio affascinante e pare avere poteri soprannaturali. Allen ovviamente usa questa storia per riflettere sull'annoso ed eterno dibattito razionalismo-spiritualismo e lo fa come sempre alternando ironia, battute sagaci e anche numerosi riferimenti letterari e filosofici (si arrivano a citare Hobbes e Nietzche). Insomma un buon film che non è certo ai livelli dell'ultimo Blue Jasmine ma è comunque gradevole e di valida fattura se non altro per le sue ambientazioni anni venti.
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iolanda la carrubba
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venerdì 2 gennaio 2015
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tra illusionismo e magia
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Tra illusionismo e magia alla scoperta dell’Io in cerca di un D’io in questo rocambolesco “romantic psyco-thriller” dai solipsistici ricordi di Interiors, all’entusiasmo barocco della Maledizione dello scorpione di giada.
In Magic in the moonlight, Woody Allen riaffronta il tema dell’illusionismo, ambientando l’intricato svolgersi dell’intera vicenda, negli anni ’20.
Il tutto ha inizio a Berlino nel 1928 dove uno spettacolo di illusionismo, viene messo in scena da un aitante prestigiatore orientale Wei Ling Soo ovvero, Stanley Crawford, protagonista ed alter-ego di Allen, meno ipocondriaco, ma ossessionato dalla volontà di capire gli inganni della vita-società, è interpretato da un affascinante Colin Firth che indossa la stessa ossessionante curiosità di Houdinì nei confronti dell’aldilà, ma con una nota più cinica dovuta alla sua intelligenza scientifica.
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Tra illusionismo e magia alla scoperta dell’Io in cerca di un D’io in questo rocambolesco “romantic psyco-thriller” dai solipsistici ricordi di Interiors, all’entusiasmo barocco della Maledizione dello scorpione di giada.
In Magic in the moonlight, Woody Allen riaffronta il tema dell’illusionismo, ambientando l’intricato svolgersi dell’intera vicenda, negli anni ’20.
Il tutto ha inizio a Berlino nel 1928 dove uno spettacolo di illusionismo, viene messo in scena da un aitante prestigiatore orientale Wei Ling Soo ovvero, Stanley Crawford, protagonista ed alter-ego di Allen, meno ipocondriaco, ma ossessionato dalla volontà di capire gli inganni della vita-società, è interpretato da un affascinante Colin Firth che indossa la stessa ossessionante curiosità di Houdinì nei confronti dell’aldilà, ma con una nota più cinica dovuta alla sua intelligenza scientifica.
Tutto è certo per Stanley, esattamente come la sincerità di zia Vanessa (Elien Atkins) che veste i panni della sua coscienza, portando le certezze del nipote ad un traumatico risvolto del dato di fatto (logica e buon senso?). Così Stanley con la sua maschera scorbutica ed arrogante, si mette sulle tracce della troppo giovane chiaroveggente Sophie Baker (Emma Stone), con l’obbiettivo di rivelare i suoi di trucchi. Il primo incontro avviene nella villa della vedova Catledge, dove la pseudo chiaroveggente, vi soggiorna.
Da qui in poi tutto è sovvertito. L’indomito Stanley, assuefatto dal suo stesso cinismo, inizia a dubitare delle sue certezze. Sorge un quesito (posto dallo stesso regista?) l’aldilà è un’illusione o un dato incerto reso certo dall’ottenebrante paura di sparire? Dunque Allen interroga se stesso attraverso il suo alter-ego Stanley (sceneggiato con acuta perspicacia) ed in un nuovo incontro nel salotto buono di zia Vanessa confesserà:
- … e se fosse genuina? Allora si solleverebbe la nuvola nera che mi segue fin dall’infanzia.-
Arriva un nuovo giorno, Stanley invita Sophie a fare una gita con la subdola speranza di riuscire a carpire i segreti della giovanissima medium. Si mettono in viaggio in macchina ed è interessante notare come in questo caso Allen, decida di fare un omaggio alla commedia americana anni ’50 con protagonista Spencer Tracy, mettendo alla guida distratta anche Stanley per svelare così al pubblico, il segreto del green screen, ed altri misteri. Non a caso infatti, nonostante la giornata fino a quel momento abbia promesso sole, scoppia un furibondo temporale (l’avanzare della morte?) che tramite un esilarante escamotage dovuto ad un guasto meccanico della cappotte della vettura, costringe i due a rifugiarsi nel vecchio osservatorio collocato da lì a pochi passi. Questo il luogo della confessione, il luogo dell’infanzia, ed al cospetto dell’intero universo minacciosamente romantico, Stanley si abbandona a quel momento “materno”, addormentandosi su di una panchina in posizione fetale. Fatale sarà la conferenza stampa dove lui dichiarerà l’autenticità delle doti di lei anche se in un secondo momento, per respingere le sue debolezze, Stanley affermerà:
- sono un uomo razionale, in un mondo razionale, tutto il resto è illusione. Regia è illusionismo, sembrerebbe confermare Allen con questo nuovo e frizzante lavoro, un film ironicamente colto, continuamente in competizione con il subinconscio trhiller dove: -…tutto è bene quel che finisce bene!:-
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frankdamiano
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martedì 10 febbraio 2015
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allen, è sempre magia!
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Il mio caro Woody non si smentisce neanche questa volta. Non è il suo miglior film dicono, forse è vero, anche se non capisco perché il film successivo deve essere migliore di quello precedente, è come chiedere a una coppia appena sposata di avere la stessa passione dei primi tempi, giorno dopo giorno, sappiamo invece che, ahimè, avverrà l'esatto contrario. Detto ciò, a parer mio, un film deve intrattenere, incassare quattrini e perché no smuovere l'anima e farci pensare e "M[+]
Il mio caro Woody non si smentisce neanche questa volta. Non è il suo miglior film dicono, forse è vero, anche se non capisco perché il film successivo deve essere migliore di quello precedente, è come chiedere a una coppia appena sposata di avere la stessa passione dei primi tempi, giorno dopo giorno, sappiamo invece che, ahimè, avverrà l'esatto contrario. Detto ciò, a parer mio, un film deve intrattenere, incassare quattrini e perché no smuovere l'anima e farci pensare e "Magic in the moonlight" ci riesce bene. Woody Allen non mostra la risposta al tema, se non la sua, ma ci fornisce tutti gli elementi affinché ognuno alla fine del film, e si spera nella propria vita, possa fare la sua scelta: essere cinici e razionali su tutto ciò che ci circonda e accade oppure guardare gli eventi con un altro approccio, più spirituale, come se tutto avesse un senso al di là dei dogmi religiosi. Come un mago domina la tecnica dell'illusionismo per stupire gli spettatori allo stesso modo tutti noi, con consapevolezza, possiamo stupirci per un evento della natura o un incontro "casuale" con qualcuno grazie alla magia, non in quanto numero d'illusionismo ma quell'antidoto che ci concede una tregua dall'arida quotidianità. Con consapevolezza? Sì, perché essa non significa soltanto sapere chi siamo e chi vogliamo essere bensì saper scegliere le proprie illusioni.
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