Dopo Inception Nolan rilancia e con Interstellar punta ancora più in alto, in termini di temi affrontati e complessità narrativa, questa volta però la mia impressione e quella di un buon tentativo (già molto vista l'altezza dell'asticella, meno male che qualcuno ci prova) non del tutto riuscito.
I temi sono quelli cari alla fantascenza: distopia di un mondo devastato dall'uomo, la ricerca di un nuovo eden nello spazio, viaggio nel tempo, fin qui nulla di nuovo, temi presenti in molti blockbuster (tra i quali film godibilissimi), ripetto a questi Interstellr fa però un passo in più con l'intento di andare più a fondo nella riflessione di questi argomenti, dando a tratti una lettura che vuole andare oltre la chiave di lettura più superficiale del semplice racconto della storia rappresentata, una lettura fatta di metafore (la lotta dei due uomini soli sul pianeta deserto) di scene basate più sulla suggestione che sulla narrazione dei fatti (la biblioteca in cui si trova incastrato il protagonista, da un punto di vista visivo scena grandiosa, come molte altre del resto, Nolan è davvero bravo). Rispetto a queste aspettative il film secondo me ha il difetto di non emanciparsi pienamente dalle caratteristiche di un film meno ambizionso e più commerciale (i blockbuster), lo fa nel voler dare spiegazioni didascaliche e pseudoscientifiche agli eventi narrati che finiscono per stonare (cosa non fatta per esempio in Inception), la dove l'inverosimile o lo si pone come dato di fatto nel patto narrativo con lo spettatore e lo si lascia celato dietro la suggestione del mistero o, se si tenta di svelarlo con giustificazioni che non possono stare in piedi, il rischio e di scadere nel grottesco (nel b-movie) facendo perdere di efficacia l'intento dell'opera.
Come suddetto la complessità narrativa è alta e putroppo in quasi tre ore di film gli spunti non giungono tutti a compimento in maniera armonica in un finale che ho trovato un po' affrettato.
In conlusione il film non mi è dispiacito (da vedere), ma ha il difetto di tenere il pide in due scarpe, quella della fantascienza "filosofica" (alla 2001: odissea nello spazio, che nel fim è più volte citato e omaggiato, ma 2001 non a caso è stato definito un "colossal del cinema indipendente", o alla "Moebius")), e quella del blockbuster, restando così in parte inconpiuto.
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