Lettere di uno sconosciuto

Film 2014 | Drammatico, +16 111 min.

Titolo originaleComing Home
Anno2014
GenereDrammatico,
ProduzioneCina
Durata111 minuti
Regia diZhang Yimou
AttoriLi Gong, Dao Ming Chen, Huiwen Zhang, Guo Tao, Peiqi Liu, Zu Feng Ni Yan.
Uscitagiovedì 26 marzo 2015
DistribuzioneLucky Red
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +16
MYmonetro 2,79 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Zhang Yimou. Un film con Li Gong, Dao Ming Chen, Huiwen Zhang, Guo Tao, Peiqi Liu, Zu Feng. Cast completo Titolo originale: Coming Home. Genere Drammatico, - Cina, 2014, durata 111 minuti. Uscita cinema giovedì 26 marzo 2015 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 2,79 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 28 aprile 2015

Una storia dolorosa che comincia durante la Rivoluzione Culturale e arriva ai giorni nostri. Ha vinto un premio ai Asian Film Awards, In Italia al Box Office Lettere di uno sconosciuto ha incassato 124 mila euro .

Lettere di uno sconosciuto è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
2,79/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 2,40
PUBBLICO 3,47
CONSIGLIATO SÌ
Da un'ottima idea nasce un melodramma tutto in sottrazione che non trova mai il vero sentimento.
Recensione di Gabriele Niola
mercoledì 28 maggio 2014
Recensione di Gabriele Niola
mercoledì 28 maggio 2014

Lu Yanshi è un oppositore del sistema negli anni della rivoluzione culturale, per questo è perseguitato e deve nascondersi dalla sua stessa famiglia. Intenzionato a rivedere la moglie di cui è innamorato una notte ritorna a casa ma la figlia (plagiata dai ricatti della compagnia di ballo nella quale danza e che le ha negato un ruolo da protagonista proprio per il fatto di avere un padre dissidente) decide di tradirlo. Così il giorno dopo agenti governativi lo catturano alla stazione proprio mentre la moglie sta per avvertirlo.
Anni dopo, finita la rivoluzione culturale, Lu Yanshi ritorna a casa ansioso di riabbracciare la moglie ma trova una donna che in seguito ad un trauma non lo riconosce più. Lei ricorda tutto tranne il marito dissidente e a lui non rimane che cercare di scavare nei loro ricordi, nelle memorie condivise per stimolare in lei il riemergere dei ricordi.
Come fosse un cineasta della Hollywood degli anni d'oro Zhang Yimou divide la propria produzione in film dal carattere personale se non proprio sperimentale e produzioni invece molto canoniche ed in linea con le esigenze di perpetuazione della visione storica propugnata dal governo cinese. Così dopo aver realizzato Sangue facile, remake delirante e in costume di Blood simple dei fratelli Coen, ha cominciato a lavorare a diverse opere di carattere storico come la commedia romantica Under the Hawthorn Tree (inedito in Italia), I fiori di guerra e ora questo melodramma intimista ambientato a cavallo della fine della Rivoluzione Culturale.
La storia non fa mistero in nessun momento di quale sia il punto di vista prediletto: la Rivoluzione Culturale è stato un male così aberrante da riuscire non solo a cancellare le persone dai documenti e dalla storia ma in alcuni casi addirittura dalla memoria dei propri cari. L'intuizione è quindi quella di rendere tangibile il concetto di oblio cui venivano condannati i dissidenti, Lu Yanshi subisce tutte le umiliazioni possibili, vede la propria figlia rivoltarsi contro di lui ad opera della rivoluzione e poi, anche quando è finita l'ostracizzazione, sul suo percorso incontra solo macerie: una famiglia spezzata in due e una moglie contemporaneamente vicina e lontana, innamorata di lui ma non più in grado di riconoscerlo.
Per ammaestrare il dolore Zhang Yimou abbassa i toni e dopo un inizio in cui si diverte a flirtare con lo spy-movie, lasciando i protagonisti muoversi in ambienti piovosi e umidi, notti di passione e suspense o inseguimenti nelle stazioni del treno come un poliziesco moderno, sceglie di lavorare unicamente d'interno. Interno dei luoghi e interno delle persone. Per arrivare al suo melodramma umano, quieto e pacato, privo di impennate ma condotto sul filo di un'invisibile tensione sentimentale che non si può realizzare, sottrae tutte le caratteristiche del suo cinema, fino a sembrare progressivamente irriconoscibile.
Proprio in quest'operazione lo assistono poco gli attori, in primis il corpo femminile di Gong Li, con la quale ha un sodalizio e un affiatamento che non nascono oggi, ripiegata su standard televisivi di mancate espressioni e sofferenze solo accennate ma mai vissute. Quella che è stata l'attrice più fiammeggiante del cinema cinese degli anni '90, si perde in un deserto di recitazione a sottrarre (ben più potenti erano le espressioni vacue di La storia di Qiu Ju), lasciando anche il film stesso a languire. Come sempre è nel melodramma infatti il male si accanisce sulla protagonista femminile (dalla malattia alle conseguenze dei tradimenti) che in questo caso agisce come una spugna: assorbe tutto rilasciando pochissimo in un continuo rimando di un sentimentalismo che purtroppo non si manifesta mai con la forza che sarebbe auspicabile.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 2 aprile 2015
Flyanto

 Film in cui si racconta di una donna abbastanza giovane alla quale, nel corso della rivoluzione culturale voluta da Mao Tse Tung in Cina, viene arrestato e deportato nei campi di lavoro per svariati anni il marito. Ella sarà così costretta a vivere e mantenere la propria figlia piccola da sola fino a quasi la sua età adulta, aspettando e sperando, nel frattempo, sempre il [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 aprile 2015
Nanni

La rivoluzione culturale avrebbe dovuto far fare alla giovane rivoluzione comunista  cinese un  salto di qualità nella realizzazione del cosiddetto uomo nuovo, invece, per moltissimi  aspetti fu solo un’esperienza criminale al pari di tutti gli altri regimi totalitari e di uomini nuovi, come ci descrive zhang Yimou, neanche l'ombra.

lunedì 30 marzo 2015
Silvano Bersani

Rimaniamo sempre affascinati dinnanzi all'opera del genio artistico di Zhang. Conseguenza di quella sottile ansia che ci porta ad esplorare l'universo parallelo, ma infine mai così distante, di una cultura e di una civiltà che solo la geografia colloca apparentemente dall'altra parte del mondo. Zhang, giova ricordarlo, arriva, anzi esplode sugli schermi europei in virtù [...] Vai alla recensione »

venerdì 15 aprile 2016
Luigi Chierico

Un film capolavoro a mio giudizio perché non manca di nulla; la lentezza e l’apparente poco dialogo sono assolutamente necessari a non far allontanare lo spettatore dalla realtà, come anche la fotografia bellissima non si avvale del colore e della bellezza esteriore, lasciando che sul bianco e nero emerga generalmente solo il rosso, colore caro alla Cina, vedi la bandiera e il famoso libretto di Mao [...] Vai alla recensione »

venerdì 15 aprile 2016
Luigi Chierico

L’approccio con questo delicatissimo film che fa dell’Amore una poesia, una lirica,non è certo facile. Per poterlo apprezzare in tutta la sua portata è necessario essere capaci di immedesimarsi nella storia, nei personaggi, in un mondo che non ci appartiene. Ambientato nel periodo che ha preceduto e seguito la rivoluzione culturale di Mao in Cina (1966 – 1969) il film riporta una storia iniziata appunto [...] Vai alla recensione »

sabato 28 marzo 2015
goldy

Una storia struggente per dedizione e  amore vero. Una ricordo delle devastazioni provocate dall'assurdità della Rivoluzione Culturale  a uomini e famiglie paragonabili in certi casi alle deportazioni  ebraiche. . Zan Yi Mou ricorda alle nuove generazioni un periodo  di grandi sconvolgimenti  che benchè dettate dall'intenzione di capovolgere le scale di [...] Vai alla recensione »

lunedì 6 aprile 2015
FabioFeli

Non ha dubbi Feng (Gong Li), una donna cinese, il marito della quale, Lu (Dao Ming Chen), è stato imprigionato per motivi politici all’inizio della Rivoluzione Culturale ed è riuscito a fuggire dal campo di lavoro: se si farà vivo, cercherà  di aiutarlo a nascondersi nonostante le sanzioni che tale comportamento provocherebbe.

mercoledì 28 dicembre 2016
stefano manferlotti

A ben vedere, il film mira ad evidenziare in sottofondo, vale a dire senza proclami e senza sottolineature esplicite (con tanta maggiore efficacia, quindi) le devastazioni prodotte dalla cosiddetta "rivoluzione culturale": fra queste, l'annientamento di affetti primari, in specie all'interno della famiglia, che in Cina è da millenni l'istituzione fondamentale della società.

lunedì 5 settembre 2016
Filippo Catani

Cina.  Un professore, oppositore del regime, dopo essere stato tradito dalla figlia finisce per essere rieducato nell'ambito della rivoluzione culturale promossa da Mao. Una volta rientrato dalla prigionia, l'uomo cerca di riconquistare l'affetto della moglie che però soffre di amnesie. Yimou ci regala un melodramma intenso calato nella difficile realtà della Cina pre [...] Vai alla recensione »

martedì 21 aprile 2015
gabrielebaldin

Ancora una volta il grande regista Zhang Yimou dimostra di essere uno dei registi migliori, più raffinati che ci siano Questo film che inizia con un tono più acceso, più movimentato passa poi ad uno stile più calmo, pacato, lento, si potrebbe dire che segue la vita della protagonista, i suoi cambiamenti sia fisici ma soprattutto mentali.

martedì 28 giugno 2016
no_data

Ci sono momenti nel film di pura poesia ed il finale è tra i più belli di tutti i tempi. Meriterebbe un giudizio migliore ma certi crtitici sono prevenuti rispetto a quello che chiamano dispregiativamente "melò".

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Drammi individuali, tragedie sociali. Se negli Usa (Still Alice) l'Alzheimer conduce ai labirinti dell'identità, in Cina dimenticare significa unirsi all'oblìo di tutto un popolo. Succede nel sontuoso Lettere di uno sconosciuto, in cui Zhang Yimou dirige nuovamente la magnifica Gong Li. Una Penelope destinata ad aspettare per anni il marito, dissidente incarcerato.

Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

Preparate i fazzoletti, perché l'ultima prova del già sommo Zhang Yimou è liquido dramma dell'amore e dell'oblio sullo sfondo della Rivoluzione culturale. Dal romanzo di Yan Geling, segue la coppia Lu Yanshi (Chen Daoming) e Feng Wanyu (Gong Li) unita e innamorata, finché l'uomo non viene internato in un campo di lavoro quale prigioniero politico. Verrà rilasciato solo agli sgoccioli della Rivoluzione, [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Fuggito da un campo di lavoro nella Cina di Mao e di nuovo catturato su delazione della giovanissima figlia imbevuta dell'ideologia al potere, un professore torna a casa dopo circa vent'anni, ma la moglie, afflitta da una sorta di amnesia probabilmente causata dallo choc e dal dolore, non lo riconosce più. Cosicché al marito, per esprimerle i suoi sentimenti, non resta che affidarsi alle parole di [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Il ritorno di Zhang Yimou, principale esponente della generazione che tra anni 80 e 90 ha affermato il cinema cinese nel mondo, avviene all'insegna dell'incontro tra un tema di portata storica e la scelta di trattarlo in chiave intimista e usando i codici del melò. La Rivoluzione Culturale, applicata da Mao Zedong contro altre fazioni del partito comunista, entra nel vivo della sua stagione più violenta [...] Vai alla recensione »

Alice Sforza
Il Giornale

Durante la Rivoluzione Culturale cinese, lui viene arrestato e mandato, come prigioniero politico, in un campo di lavoro, lei inizia a soffrire di amnesia. Quando l'uomo, dopo anni, torna a casa, scopre che la compagna non è più capace di riconoscerlo. Non solo: la donna continua ad attendere il ritorno del marito. Riuscirà a risvegliare i ricordi della moglie? Lento melò intimista diretto da Zhang [...] Vai alla recensione »

winner
miglior attore esordiente
Asian Film Awards
2015
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