Anno | 2012 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Alan Polsky, Gabe Polsky |
Attori | Dakota Fanning, Emile Hirsch, Hayes MacArthur, Joshua Leonard, Shae D'Lyn Jenica Bergere, Garrett Backstrom, Oren Skoog, Noah Harpster, Nancy Youngblut, Andrew Lee, Cristian Cruz, Scott MacArthur, Kris Kristofferson, Stephen Dorff. |
MYmonetro | 3,05 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 25 settembre 2013
Tratto da un romanzo di Willy Vlautin, il film racconta la storia di due fratelli che si mettono in viaggio dopo aver provocato un incidente mortale. Il film è stato premiato a Roma Film Festival,
CONSIGLIATO SÌ
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Frank e Jerry Lee sono rimasti orfani da piccoli. Prima di morire, la madre ha chiesto loro solo una cosa, di restare uniti. Il primo ha perso un amore ma ha un talento per inventare storie che fanno sognare il fratello, il secondo invece ha perso una gamba e ha talento per il disegno. Nemmeno quando Jerry Lee finisce ricercato dalla polizia a causa di un terribile incidente Frank pensa mai di abbandonarlo: compra un’auto e si sposta con lui da motel a motel.
The Motel Life è una storia di persone sfortunate, che un po’ ci nascono e un po’ se la cercano, ambientata in un clima freddo e arido, a cui si aggiunge la scomodità di non avere un centro a cui fare ritorno. E tuttavia non la si può dire una storia triste, non fino in fondo. Non sono, però, i doni dei due personaggi, come verrebbe facile credere e come probabilmente gli autori vorrebbero farci credere, a tenere saldo il film e ad impedirgli di sprofondare nel baratro di una catena di disgrazie a caccia a della pietà dello spettatore. A dirla tutta, questi doni rischiano di non servire affatto l’interesse dell’opera, carichi come sono di un peso retorico che è probabilmente consono alla versione letteraria (il romanzo di Willy Vlautin) ma non altrettanto all’adattamento cinematografico. È piuttosto quella dose di speranza a cui accenna Kris Kristofferson -e che il film rende molto bene, nelle curve della storia (il cane, la vittoria di Douglas su Tyson) e sul volto di Emile Hirsch- la responsabile della leggerezza di tocco che salva il tutto, ad un passo dalla rovina.
Per il loro debutto alla regia Alan e Gabriel Polsky, già produttori indipendenti, hanno scelto la storia di due fratelli, come loro, ma soprattutto la storia di un rapporto tra due uomini che si fa valore assoluto, di fronte al quale tutto ciò che accade, nel corso del tempo, si affronta e si tollera perché l’assunto non è mai messo in discussione. Anche quando il destino infetta la coscienza e l’esistenza dell’uno, rischiando di segnare irrimediabilmente anche la fine dell’altro, perché tale è il legame in questione.
Non è un’esperienza che seduca o commuova, The Motel Life , e si esaurisce nella visione senza aprire varchi per particolari ritorni del pensiero, ma in fondo è un film onesto, che non pecca di troppa ambizione.
I fratelli Polsky, nati come produttori indipendenti, conquistano il pubblico del grande schermo e la critica cinematografica, con il loro primo debutto alla regia. Ultimo film in concorso della settima edizione del Festival del Cinema di Roma, e vincitore del Premio del Pubblico BNL, The motel life, è accolto da un lungo e caloroso applauso dalla platea.
Rimasti orfani di madre dopo la morte del padre, sin da piccoli i fratelli Frank e Jerry Lee Flannigan sono indissolubilmente legati nonostante le avversità che vedono il secondo essere accudito da primo dopo la perdita della gamba. Spostandosi di motel in motel e conducendo un'esistenza precaria, la loro vita prenderà una piega drammatica ed inaspettata quando a causa di un incidente [...] Vai alla recensione »