Amour

Un film duro , essenziale, per certi versi crudo e spietato. La coppia di fronte alla malattia ed alla morte. Non una coppia qualsiasi, una coppia che, nell’immaginario collettivo, può essere definita una vera coppia, una coppia ideale: insieme da una vita, con grande rispetto e amore reciproco, con la condivisone degli interessi e dei piaceri (“ quando vi sentivo fare all’amore da piccola mi tranquillizzavo perché il vostro amore era la mia sicurezza” dice la figlia). Forse una coppia del genera realizza, vuoi per il lungo tempo trascorso insieme, vuoi per la condivisone degli interessi, vuoi per l’esclusività dello stare l’uno con l’altro ( nel film oltre alla figlia ,comunque lontana, e ad un amico al cui funerale il protagonista partecipa, non c’è traccia di vita sociale né per l’uno né per l’altra) una sorta di “simbiosi” con tutti i connotati positivi e negativi che tale situazione comporta. Questo è il vero tema del film: cosa succede ad una coppia di questo tipo all’arrivo della malattia invalidante e all’avvicinarsi inesorabile della morte di uno dei due. La malattia e la morte non sono più un fatto individuale ma diventano un fatto di coppia, l’amore verso la moglie porta il protagonista ad un atteggiamento di dedizione totale con esclusione anche della figlia. Ma la domanda che sorge spontanea è: l’amore del titolo è solo tale o si tratta di” necessità”? “ tu cosa faresti al mio posto?” chiede il marito alla moglie “ non so cosa farei , non sono nella tua situazione” L’esclusività del rapporto di coppia porta a vivere in modo esclusivo, simbiotico, la malattia e la morte: uno non può sopportare la decadenza dell’altro perché a questo punto la decadenza del partner diventa anche la propria, la fine inevitabile dell’altro diventa anche la propria fine… Il protagonista è imprigionato in quella casa, è imprigionato dal legame che ha in quella casa, la sua anima è indissolubilmente legata alla moglie. Il piccione è la metafora della sua anima: la sua faticosa cattura e la successiva concessione della libertà è la consapevolezza che la libertà per la propria anima è all’esterno, fuori da quella casa, fuori dal suo rapporto di coppia . Non è una presa di coscienza facile, sembra sul punto di soffocare il piccione: la perdita della propria libertà in nessun caso può essere indolore. Per lui oramai è tardi: l’uscita dalla casa può avvenire, come ben rappresenta la penultima scena , solo insieme a sua moglie, il loro legame è ormai inscindibile nel bene e nel male, lo è stato nella salute ed ora lo è nella malattia e lo sarà nella morte: è questa l’unica possibilità di libertà che ora è concessa alla propria anima. E’ qui la vera durezza del film: un rapporto di coppia così “elevato” porta, al momento della fine, un dramma che non può più essere individuale ma appunto di coppia. L’Amore del titolo è la riflessione dello stesso nella coppia, con tutte le valenze positive e negative che esso reca in sé, sul confine, a volte molto sottile, tra amore come libero arbitrio e amore come sola necessità e unica possibilità.