Realista-visionario: un ossimoro per inquadrare un regista, creatore di immagini indimenticabili. Se poi la specificità del linguaggio è esaltata da una interpretazione come quella di Sean Penn, ricca di sfumature, difficile da mantenere in equilibrio senza cadere nel grottesco e intensa fino al drammatico, si ha un’idea della forza di questo film. Né si può tacere dei comprimari eccellenti: una per tutti Frances McDormand nel ruolo della moglie del protagonista, donna concreta, pronta al sorriso e all’empatia, in netto contrasto con la lentezza triste del marito. Ci sono poi altri due elementi che contribuiscono a rendere quest’opera difficile da dimenticare. Alludo alla espertissima fotografia di Luca Bigazzi, volta a sottolineare la cura estrema e il coraggio estetico dell’autore, che riprende dall’alto e di lato, esalta i dettagli fino al grottesco, insinua rapidi flash all’indietro nella narrazione. Infine citerei la colonna sonora di David Byrne nonché la scena in cui egli canta la canzone che dà il titolo al film; alle spalle del cantante, Sorrentino su un piano perpendicolare mette in scena simbolicamente il passato con un effetto complessivo straordinario. Altra sequenza indimenticabile sul piano linguistico si trova nelle ultime sequenze. L’ex-nazista ormai vecchissimo compare nudo in mezzo alla neve: in quell’inquadratura estremamente realistica e insieme simbolica c’è tutta la ferocia del tempo che passa sui nostri corpi e l’umiliazione dell’umanità. Quel vecchio senza abiti, sulla neve, in una luce bianca, muove il protagonista a pietà più che a vendetta. E’ il momento in cui si capisce che il protagonista si è finalmente liberato della maschera di cerone che ne celava la vera identità, facendolo apparire quasi come un fantasma in una casa bianca e singolare, accanto alla moglie che gli fa da madre, sfiorando, col suo sguardo bambino, cose e persone. Dondolante l’andatura, bassa la voce, ma indicibilmente espressivo lo sguardo ingenuo o remoto a seconda del contesto. Finché a lui non muore il padre ed egli entra finalmente in contatto con quell’estraneo fondamentale in ogni crescita che si rispetti. Lasciata l’Irlanda e raggiunti gli States comincia un on-the-road che ricorda molto Wenders e Antonioni, ma che risulta singolare pur se già visto. Strana infatti e inusuale è la meta di questo andare. Il rocker cerca un ex-aguzzino nazista che ha profondamente umiliato in passato il padre ebreo e perciò da lui ossessivamente inseguito per tutta la vita. Nel viaggio del figlio tanti sono gli incontri, surreali o emblematici, ma tali da fargli capire qual è il suo “posto”. Ed una cosa è certa: la sua straordinaria attenzione alla complessità-semplice della realtà muove alla riflessione lo spettatore. Mi accorgo di avere usato ancora un ossimoro alla fine di queste impressioni: sarà un caso o l’uso è ineludibile in tale contesto?
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marezia
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martedì 18 ottobre 2011
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olgadik,
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un minestrone incredibile questo. Ma Lei ha capito il senso del nudo del nazista? Non mi sembra proprio! "La ferocia del tempo che passa sui nostri corpi" NON C'ENTRA NIENTE.
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marezia
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martedì 18 ottobre 2011
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non sa proprio scrivere, sa?
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Si impegni di più la prossima volta.
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marezia
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martedì 18 ottobre 2011
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olgadik,
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Lei si preoccupa dell'ossimoro di troppo e non di come scrive? E' una recensione questa, secondo Lei? E' un guazzabuglio di dati di fatto misti ad un modo di argomentare l'ineffabile confuso. ORRIBILE ED INCONCLUDENTE. Sccccccccccccccc
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weach
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sabato 22 ottobre 2011
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ottima splendente
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luana
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sabato 22 ottobre 2011
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che maleducata marezia ma che maleducata
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E poi parli di umanità nelle tue pseudo recensioni. C'è modo e modo di sollevare dei quesiti. Anche io , Olgadik, sono stata a volte villana con lei. Mi perdoni. Questa donna prenderebbe pure a calci un cane se le sta tra i piedi. E' senza pietas..è senza anore per il prossimo. La saluto. E se ne freghi di quello che ha da dire questo personaggio da fumetto. Con simpatia Luana.
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weach
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lunedì 7 novembre 2011
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perdonarsi e perdonare
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dalla tua recensione."Strana infatti e inusuale è la meta di questo andare. Il rocker cerca un ex-aguzzino nazista che ha profondamente umiliato in passato il padre ebreo e perciò da lui ossessivamente inseguito"Aggiungerei che la punizione pretesa resta in linea con quel percorso di metamorfosi che è in atto: una sorta di perdono e liberazione che si evolve verso la consapevolezza.
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