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La tv degli immigrati

A Torino si gira Notte finisce con gallo, la commedia d’esordio di Matteo Pellegrini.
di Robert Bernocchi

Una scena del film Notte finisce con gallo.
Aleksey Guskov (66 anni) 20 maggio 1958, Brzeg (Polonia) - Toro. Interpreta Mako nel film di Matteo Pellegrini Italian Movies.

venerdì 22 luglio 2011 - Approfondimenti

Se c’è una cosa positiva di Notte finisce con gallo (pellicola prodotta da Indiana e da Eagle Pictures, che si occuperà anche della distribuzione), è la voglia di uscire dagli stereotipi (o meglio, di giocarci, come dice lo stesso regista). Nel cinema italiano, siamo abituati a vedere gli immigrati come macchiette per suscitare una facile risata o come vittime/carnefici di storie drammatiche. E se invece di metterli come comprimari o in ruoli monodimensionali, fossero i protagonisti di una pellicola?

La storia è apparentemente semplice, ma ricca di idee potenzialmente molto stimolanti. Al centro, un gruppo di immigrati, che ogni notte fanno le pulizie in un’emittente televisiva dove viene girata un’importante telenovela. Quando scoprono che le attrezzature sono disponibili, decidono di utilizzarle per la cerimonia nuziale di un loro conoscente. Da una cosa nata quasi per caso, l’avventura prende piede e i set televisivi diventano il luogo dove far parlare tante persone che normalmente non hanno voce.

“Abbiamo evitato le caricature e gli eccessi nei personaggi” ci dice Melanie Gerren, vista anche ne Il principe e il pirata di Pieraccioni. L’attrice nota anche come tanti giovani figli di immigrati sono così desiderosi di essere accettati, da seguire qualsiasi moda. “Ma forse la vera avanguardia sarebbe la tradizione”.

Di sicuro, non abbiamo a che fare con una favola, come ci rivela Tiziana Catalano, che nella pellicola interpreta una donna che non ama gli extracomunitari. “La nostra è una storia reale, stiamo andando verso una società multietnica e molti, come il mio personaggio, hanno paura”. Ma la verità è complessa. “La donna che interpreto prova una tristezza e un dolore non spiegato. Si tratta di una persona che ha perso tutto e ha dovuto ricominciare da capo, proprio come è capitato a me”.

La stella del gruppo è Alexsei Guskov, diventato noto in tutto il mondo come protagonista de Il concerto. Perché accettare un film italiano e dire no alle tante proposte di Hollywood? “In America, mi offrono sempre di fare il russo cattivo nei film, cose che non mi interessa. Io preferisco delle storie normali e interessanti, come questa sceneggiatura, che ho letto in un weekend e che mi ha fatto venire subito voglia di chiamare Pellegrini”.

Michele Venitucci invece parla delle difficoltà del fare un film del genere nel nostro Paese. “È un malessere presente in tutte le attività italiane, per cui c’è una diffusa mancanza di coraggio, di cui fanno le spese i registi. In effetti, Pellegrini ha dovuto attendere diversi anni prima di poter esordire con questa pellicola”.

Proprio il regista ci spiega da dove nasce il titolo del film, ossia da una frase del personaggio più folcloristico del gruppo. Poi, parla della paura nel lungo periodo di gestazione del progetto. “Quando è uscita la pellicola di Ken Loach Bread and Roses, ho avuto il timore che fosse molto simile alla mia e che dovessi buttare tutto nel cestino della spazzatura, come mi è capitato per un’altra idea”. L’obiettivo era comunque quello di “analizzare la paura dell’ignoto, portando in scena delle storie emozionanti e mai banali”.

Dopo le interviste, si passa a una visita al set, con delle scenografie che sarebbero state perfette per un programma di Renzo Arbore come "Indietro tutta". È il trionfo del kitsch e dell’eccesso, un ambiente perfetto per una telenovela, ma che ricorda anche certi set di programmi televisivi del mattino.

Poi, assistiamo alla prova di una scena con protagonista Filippo Timi. Visto che si tratta di baciare con molto ardore un’avvenente fanciulla, diverse persone (casualmente, tutti maschi) si offrono di sostituire Filippo Timi nel caso fosse stanco. Scherzi a parte, la sequenza è emblematica: Timi, che interpreta il figlio del proprietario degli studios, si diverte allegramente, mentre vicino a lui diversi addetti alle pulizie non vengono degnati di uno sguardo, come se non esistessero. Più chiaro di così…

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