Fuga dal Call Center

Film 2008 | Commedia 95 min.

Regia di Federico Rizzo. Un film Da vedere 2008 con Natalino Balasso, Emanuele Caputo, Paolo Pierobon, Isabella Tabarini, Matteo Gianoli. Cast completo Genere Commedia - Italia, 2008, durata 95 minuti. Uscita cinema venerdì 17 aprile 2009 - MYmonetro 2,86 su 18 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 10 dicembre 2018

Il film racconta la vita e le vicende sentimentali di Gianfranco, giovane precario dei giorni nostri, catapultato dalla gioia di una laurea a pieni voti in vulcanologia direttamente in un call center. In Italia al Box Office Fuga dal Call Center ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 24,6 mila euro e 1,5 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
2,86/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA 3,07
PUBBLICO 3,51
CONSIGLIATO SÌ
Un esperimento a tinte forti, di certo sopra le righe, per un tema scottante.
Recensione di Paola Monticelli
Recensione di Paola Monticelli

Federico Rizzo confeziona un altro lungometraggio in digitale restando in un territorio che gli è caro: la denuncia sociale. Da sempre espressione di quella realtà milanese che conosce a fondo, questa volta racconta "l'universo call-center", il grado massimo del precariato italiano.
Gianfranco, vulcanologo fresco di laurea con tanto di lode, in attesa del lavoro della vita, accetta un posto in un call-center. Quando la sua donna, Marzia, studentessa di giornalismo che si paga gli studi rispondendo a una linea erotica, vede che i conti di fine mese non tornano, Gianfranco trova un secondo lavoro come "uomo" delle pulizie per una famiglia di filippini. Ma l'annichilimento di un angusto lavoro, la perdita di ogni aspirazione professionale, mettono in crisi anche la coppia più innamorata e l'idea di mettere su famiglia naufraga miseramente.
Fuga dal call center è un po' film e un po' documentario. Le scene della vita di Gianfranco, infatti, si mescolano a spezzoni d'interviste di veri precari di call-center, appunti di film in bianco e nero che sono stati per Rizzo lo spunto da cui partire. Se da un lato questi volti e racconti sanno di realtà, le vicende di Granfranco e Marzia, dall'altro, sono così esasperate, da sfiorare il nonsense. Il mondo del precariato forse è così folle e privo di regole, se considerato come la base da cui partire per alimentare aspirazioni e portafogli, che non resta altro che esprimerlo attraverso una favola nera, grottesca e surreale, in cui fantomatici scommettitori puntano sul cavallo da call-center più produttivo e strani supereroi in calzamaglia compaiono ai dipendenti più stanchi. Quando il protagonista parla della sua vita dicendo che la vorrebbe con una trama forte e non come un insieme di episodi che non hanno senso, sembra stia descrivendo il film più che se stesso. Sarà per gli inframezzi delle interviste o per le apparizioni nonsense, ma la trama a volte procede a singhiozzi, risultando episodica e frammentata. Alcuni dettagli della vita dei protagonisti non trovano l'incastro perfetto, altri non sono messi a fuoco abbastanza per arricchire la storia di nuovi spunti di riflessione, specialmente nella seconda parte del film e nel finale, un po' troppo debole dopo cotanta denuncia. Ma questo non vuol dire che manchino idee originali e personaggi decisamente singolari: fra tutti il comico di Zelig, Natalino Balasso, nel ruolo del "motivatore" dei nuovi assunti e Tatti Sanguineti nelle vesti dello psicologo aziendale.
In fondo bisogna sempre ricordare che il film non si muove sui binari cinematografici tradizionali: dall'uso della semplice telecamera digitale, che entra nella vita dei protagonisti con maggiore discrezione e insicurezza, alla sperimentazione nata dalla commistione di generi diversi usata dal regista, passando per la produzione low-cost del progetto che ha trovato nel Comune di Milano e nella CGIL Lombardia alleati significativi.
Gianfranco e Marzia sono una coppia al singolare, ma diventano volti di tanti nell'Italia di oggi. Federico Rizzo è l'autore di un esperimento a tinte forti, di certo sopra le righe, per un tema scottante visto il suo orribile realismo. Sconsigliata la visione ai pessimisti e ai neo-laureati.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 20 aprile 2009
SimoBirilli

Ho visto il film e mi è piaciuto molto. Il film racconta la vita di due giovani ragazzi precari e della loro difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro per poter costruire la loro vita di coppia. All'interno del racconto ci sono anche le vere testimonianze di persone intervistate per la realizzazione del film. E' proprio l'incastro tra la trama e le interviste che rende il film fresco e originale. [...] Vai alla recensione »

lunedì 20 aprile 2009
dieci63

Bravo il regista a creare un film diverso... Un azzardo nel nostro piattume televisivo Mi è piaciuta questa storia semplice , piccola eppure con una verità esplosiva. Tutto è davanti ai nostri occhi eppure non riusciamo a vederlo. Questo film mi svela la grande truffa , e io ci sono dentro... Bravi ragazzi laureati truffati a ripetizione. L'ingenuità dei protagonisti è disarmante .

lunedì 20 aprile 2009
ElDoge

Brillante, divertente, amaro ma con un finale di speranza: finalmente un film sul precariato in cui i precari stessi, ma non solo, si possono riconoscere. Il film mescola finzione e realtà col risultato paradossale che la realtà risulta più surreale della finzione. Un film che tutti dovrebbero vedere. Un piccolo gioiello, una dimostrazione di cosa può fare il cinema indipendente. Da non perdere. Vai alla recensione »

domenica 27 settembre 2015
ARISTOTELES

Tra finzione e realtà ,anche con molta durezza,il regista racconta il dolorosissimo problema del precariato. Molti personaggi, tranne la coppia dei protagonisti, vengono rappresentati in maniera grottesca,aggiungendo originalità e sollevando la pellicola dalla depressione,visti i temi trattati. Il prodotto finale e' originale e va dritto al punto:Bisogna combattere,chi si ferma [...] Vai alla recensione »

mercoledì 22 aprile 2009
BobSaturno

Un film divertentissimo e profondo. Ti tocca e ti stupisce per l'abilità registica, attoriale (finalmente attori e non i soliti pupazzetti del cinema nostrano), con dialoghi ferocissimi e testimonianze reali ben integrate nel racconto. Grande montaggio, bella la fotografia, per me è il miglior film italiano dell'anno. Innovativo, urgente, coraggioso, da sostenere a più non posso.

martedì 21 aprile 2009
amelandri

Mi pare una critica troppo rigida per un film coraggioso, che cerca di uscire dai normali canoni, e racconta una realtà di giovani senza i soliti Vaporidis, Capotondi, Crescentini... Mi sembra che sono questi i film, distribuiti indipendentemente, che dobbiamo appoggiare, piuttosto che i blockbuster che popolano sempre di più i nostri schermi!

lunedì 20 aprile 2009
ale82

Ho visto Fuga dal Call Center e l'ho trovato molto carino, divertente e soprattutto attuale. Consiglio di andarlo a vedere perchè da una bella visione del mondo attuale in cui ci troviamo.

sabato 18 aprile 2009
pierpaolo

come spesso accade non mi trovo d'accordo con le vostre recensioni: il film di Federico Rizzo è autentico, cosa che manca alla maggior parte degli italiani contemporanei. Parla di una generazione reale e di un clima culturale e sociale che esiste, osservandoli attraverso il filtro del grottesco, del surreale e dell'ironia, senza per questo alleggerire di un minimo la critica ferocissima del nostro [...] Vai alla recensione »

martedì 21 aprile 2009
abcde

Fuga dal call center mi è sembrato un film genuino, divertente e fuori dal comune modo di intendere il cinema. Sicuramente non privo di difetti, ma con la dignità di un prodotto indipendente, coraggioso e originale. Bellissimo il doppio binario fiction documentario. All'inizio non capivo se fossero vere o meno, poi il trucco finale mi ha fatto capire il senso della scelta.

sabato 19 giugno 2010
Roberto Burchidi

E' davvero un bel film su un argomento tanto attuale e urgente. Una regia fresca con dialoghi geniali (non a caso ha vinto l'Agave di Cristallo 2010 per il film italiano con i migliori dialoghi). Bravi gli attori (chi avrebbe mai scommesso per esempio sul Pali e Dispari Angelo Pisani in un ruolo impegnato?). Finalmente un film italiano con una regia non convenzionale.

martedì 7 aprile 2009
vagabond

Biografia Nato il 26 ottobre 1973, si è laureato in scienze economiche all’università cattolica di Milano nel 2000 ma ha sempre avuto un debole per l’impegno artistico. Viaggiatore infaticabile, ha percorso i cinque continenti scrivendo e fotografando quello che ha visto (Per avere un saggio di questi lavori visitate il suo sito vagabondoitlaiano.

lunedì 24 maggio 2010
ultimoboyscout

Un vero inno alla banalità. Brutto,sciocco, fiacco e privo di un minimo di contenuti. Davvero tempo perso. Il "palo & disparo" almeno è simpatico però.

Frasi
Signorina cos'ha contro Portogruaro? E' bellissimo Portogruaro...
Una frase di Il geometra Palma (Paolo Pierobon)
dal film Fuga dal Call Center - a cura di Franco
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Stefano Lusardi
Ciak

Piccola produzione indipendente, ha solo il "torto" di arrivare dopo Tutta la vita davanti di Virzì. Ma il giovane Federico Rizzo, nonostante qualche ingenuità (soprattutto nel padroneggiare le tinte del grottesco), racconta con la giusta disperata ironia le disavventure del vulcanologo (110 e lode) intrappolato nell'alienazione di un Call Center, facendo i conti con uno stipendio da 500 euro al mese, [...] Vai alla recensione »

Valentina Castellano Chiodo
Il Giornale

Una pellicola giovane, manifesto di una generazione. È «Fuga dal call center», il nuovo film di Federico Rizzo sul problema del lavoro precario, raccontato personalmente dalle voci di chi, con una cuffia sulle orecchie e perennemente al telefono con sconosciuti, si è sentito profondamente solo e sfruttato e ha smesso di sognare (forse per sempre) una vita migliore.

Gabriele Spila
VivilCinema

Guardare un film come Fuga dal call center in un periodo di recessione globale come quello attuale fa venire in mente brutti pensieri: il rischio, cioè, che la preoccupazione per il lavoro precario possa essere (ma forse è già successo) sostituita dalla realtà ancor più angosciante dei licenziamenti di massa. Eppure, la graffiante opera prima del 33enne brindisino Federico Rizzo (girata interamente [...] Vai alla recensione »

Federico Pontiggia
Cinematografo

“La mia vita appesa a un filo, ma non sono una malattia terminale. Sono al guinzaglio di una cuffia telefonica e sto per compiere il terzo compleanno da operatrice di call center. Che cosa devo espiare?. Così parlò il precario, uno dei tanti intervistati dal regista brindisino e milanese d’adozione Federico Rizzo per Fuga dal call center (FDCC), progetto indie-meneghino prodotto da Gagarin e Ardaco. [...] Vai alla recensione »

Andrea Giorgi
Film TV

Sapessi com'è strano, fare il laureato a Milano. Il concetto è chiaro: «Se dopo la terza media fossi andato a lavorare, adesso non avresti nessun problema», così si sente dire il povero Gianfranco, vulcanologo fresco di università e freschissimo di disoccupazione. Uno che lo squillo dei call center ce l'ha stampato, come un presagio, persino nel cognome: Coldrin.

Boris Sollazzo
Liberazione

Tre anni in un call center e un film per non tornare più in quell'inferno surreale, sorridente e tragicomicamente umiliante. La generazione di fenomeni cresciuta con cuffia e microfono, a spacciare offerte commerciali e assistenza clienti a tempo determinato (i contratti durano settimane, le telefonate massimo 160 secondi) finalmente parla di sé. Dopo Celestini, Virzì, Amoroso un bravo esordiente come [...] Vai alla recensione »

Maurizio Cabona
Il Giornale

Il laureato lavora nel call center e guadagna solo cinquecento euro al mese, così arrotonda pulendo - a cinque euro l'ora - la casa del filippino che, per otto euro l'ora, pulisce case altrui… È la miglior trovata di Fuga dall call center di Federico Rizzo, che per gli esigui mezzi è un film riuscito. Sarebbe anche un film pedagogico se, nel mostrare l'attrito fra laureati e realtà, suggerisse che [...] Vai alla recensione »

Nicola Falcinella
Metro

«Ho lavorato tre anni nei call center e ho fatto il film anche per non tornarci». Parola del regista milanese Federico Rizzo, autore di “Fuga dal call center” in uscita domani. Uno sguardo grottesco sul mondo del precariato. «Tra i precari — spiega Rizzo — si ironizza molto sulla propria condizione, l’ironia è l’unica arma che resta loro». La storia racconta la vita e le vicende, sentimentali di Gianfranco [...] Vai alla recensione »

Paola Targa
Il Piccolo

La crisi sbarca al cinema attraverso il difficile quotidiano, raccontato in chiave di tragicommedia, dei lavoratori precari. Sono almeno quattro i film recenti che li raccontano: uno già uscito e campione d'incasso, "Tutta la vita davanti" di Paolo Virzì; due sono alla vigilia del debutto nelle sala cinematografiche italiane, "Fuga dal call center" di Federico Rizzo (nelle sale da domani, con fra gli [...] Vai alla recensione »

Valentina Torlaschi
Duellanti

Dal 1980 il Festival Internazionale Filmmaker rappresenta una delle vetrine più importanti del cinema indipendente milanese e non solo. Un cinema fuori formato, fuori dalle logiche estetiche e produttive dominanti, fuori dal mainstream del lungometraggio di finzione, che ha fatto del digitale il mezzo privilegiato per raccontare la realtà. Film su telefonini, Internet, PC, iPod.

Antiniska Pozzi
Cronaca Qui

Un film indipendente che parte da Milano per. parlare di tutta l’Italia quello del regista brindisino milanese d’adozione Federico Rizzo, che arriva oggi nelle sale di Roma e Torino (dal 24 a Milano al cinema Mexico): è “Fuga dal call center (Fdcc)”, una commedia ironica e un pochino romantica che racconta la realtà del precariato attraverso uno dei suoi luoghi-simbolo, il call center appunto.

Nicola Falcinella
La Provincia di Como

Il precariato arriva sullo schermo. Se della “generazione precaria” si parla poco, ci provano i registi a rimettere al centro dell’attenzione circa sei milioni di under40 italiani Dopo il buon esito di Tutta la vita davanti di Paolo Virzì (candidato ai David di Donatello) arrivano in questi giorni altri due film, che in modi diversi affrontano la questione.

Marco Presti
Gazzetta del Sud

La crisi sbarca al cinema attraverso il difficile quotidiano, raccontato in chiave di tragicommedia, dei lavoratori precari. Sono almeno quattro i film recenti che li raccontano: uno già uscito e campione d'incasso, "Tutta la vita davanti" di Paolo Virzì; due al debutto in sala, "Fuga dal call center" di Federico Rizzo (nelle sale da domani) e "Generazione Mille Euro" di Massimo Venier (che uscirà [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Due orfani d'oggi, o truffati da genitori hippies, lui vulcanologo del call center lei giornalista precaria, vivono coi rispettivi nonni (strafatti) che poi lasciano «la comune» per sposarsi. Si amano, ma non tanto perché non hanno mai soldi, neanche per comprare test della gravidanza (Aied dove sei?), litigano e si lasciano. Poi, però, arriva il pupo che vuol dire felicità e un surplus di assegni [...] Vai alla recensione »

Sara Chiappori
La Repubblica

Gianfranco ha una laurea in vulcanologia che sembra servirgli a poco e per mantenersi lavora in un call center per 4 euro all'ora. Esattamente la metà di quanto guadagna il filippino da cui fini fa fare le pulizie. La sua fidanzata, Marzia, si paga gli studi di giornalismo rispondendo a un telefono erotico. Tutte e due vivi o con i nonni, i quali pensano bene di finire a letto insieme sconvolgendo [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

I precari vanno al cinema? E se ci vanno, hanno voglia di vedere un film sui precari? L’esperienza dice no: i disoccupati durante la Grande Depressione preferivano le commedie, meglio se ambientate tra i miliardari. I registi italiani non si rassegnano all’idea. In due settimane consecutive a ridosso del primo maggio escono due pellicole in tema. Oltre a Massimo Venier, tenta il colpo Federico Rizzo, [...] Vai alla recensione »

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