Titolo originale | Akiresu to kame |
Anno | 2008 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Giappone |
Durata | 119 minuti |
Regia di | Takeshi Kitano |
Attori | Takeshi Kitano, Kanako Higuchi, Yûrei Yanagi, Kumiko Aso . |
Tag | Da vedere 2008 |
Distribuzione | Ripley's Film |
MYmonetro | 3,07 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 10 marzo 2010
Figlio di un ricco industriale e collezionista d'arte, Machisu sogna di diventare famoso come pittore. Grazie alla sua passione riesce ad affrontare i drammi della vita con sguardo distaccato.
CONSIGLIATO SÌ
|
Il signor Kuramoshi è un ricco industriale appassionato d'arte che ama circondarsi di artisti. Suo figlio Machisu ha una passione per tele e colori e sogna di fare il pittore. In seguito al fallimento e alla perdita di tutti i suoi beni, Kuramoshi si toglie la vita e il bambino viene affidato a uno zio brontolone e poco comprensivo che si sbarazza di lui mandandolo in orfanotrofio. Crescendo Machisu continua a dedicarsi alla pittura deciso ad affermarsi, ma viene di volta in volta criticato e "rimandato" da un gallerista pieno di sé.
Con Achille e la tartaruga Kitano chiude la trilogia iniziata nel 2005 con Takeshis' e proseguita con Glory To the Filmmaker!, presentato alla Mostra del cinema di Venezia lo scorso anno. Se nel primo capitolo il regista nipponico aveva rappresentato il conflitto tra il sé privato e quello pubblico, e nel secondo si era interrogato su quale genere cinematografico intraprendere al fine di ottenere credito, in questo terzo e conclusivo episodio smette di vedere il successo come qualcosa da agognare e perseguire. Attraverso la figura di Machisu, un pittore che sacrifica il talento naturale per cercare di compiacere il critico (e dunque il pubblico) finendo per perdere la freschezza e l'estro, Kitano tenta di dare il giusto peso al successo.
Achille e la tartaruga è un racconto crudele dell'arte, come spiega l'autore, una parabola dell'artista "maledetto". Per il protagonista, che nella terza parte del film è interpretato dallo stesso Kitano, la pittura è una dipendenza e come tale può prescindere dalla fama e dalla credibilità. Inoltre, grazie a questa passione, Machisu riesce ad affrontare le situazioni dolorose che la vita gli pone - la morte del padre e della matrigna, la perdita di ogni ricchezza, l'accoglienza gelida e anaffettiva dello zio - con lo sguardo distaccato, come se gli eventi fossero semplicemente qualcosa da rappresentare su tela. È, ancora, la pittura che lo porta in età adulta a trovare la donna che gli rimane al fianco nonostante le "bocciature" e che alimenta la sua creatività dandogli piena fiducia. Passando dalle vicende drammatiche a momenti di ilare leggerezza, come se fossero spennellate di colore su una tela scura, il regista di Tokyo trova nella storia lineare di un pittore fallito (come artista ma non come uomo), il modo di far raggiungere la tartaruga da Achille.
ACHILLE E LA TARTARUGA disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€7,99 | – | |||
€7,99 | – |
Il paradosso di Zenone in stile anime dà inizio al film:Achille non può superare la tartaruga partita prima,le contraddizioni logiche nel tentativo di spiegare la presenza del movimento nella realtà portano la ragione a rifiutare l'esperienza sensibile e affermare che la realtà è immobile. Su questa premessa Kitano dà il via ad una storia,un falso biopic,una vera allegoria in quattro parti,che parla [...] Vai alla recensione »
Il signor Kuramoshi è un ricco proprietario di un'industria tessile con la passione per la pittura, al punto da essere anche facilmente raggirato da venditori improvvisati. La sua non accurata passione ha però trasmesso nel figlio Machisu la voglia di disegnare, anche a scuola durante le lezioni. Il bambino dipinge di tutto, incurante di tutto e tutti.
Banalizzo il titolo del film, sicuramente molto più profondo (Lo fosse anche il film stesso!), per esemplificare la piega (Relativamente) discutibile che ha preso l'autore di "Han-bi". Già "Takeshi's" non prometteva nulla di buonissimo: forse non bisognerebbe mai fidarsi degli artisti quando dicono, in maniera -Relativamente- implicita, che si ripromettono di fare la "Summa " di loro stessi.
Questo film non merita 4 stelle...forse non ne meriterebbe neanche tre, ma il regista che mi aprì l'anima al cinema quando ero un ragazzetto è tornato a commuovermi con un tono da ultima volta, una stella alle emozioni che ha saputo regalarmi con la sua semplicità e con un linguaggio cinematografico tutt'altro che scontato.
prendete "la vita è bella", tagliatelo a metà e invertite le parti... "achille e la tartaruga" è esattamente così: prima parte tragica all'inverosimile, seconda parte comica da farsela addosso. ti senti pure in colpa a ridere tanto dopo aver visto il dramma della prima parte. protagonista della storia, divisa in tre capitoli, è un pittore. giovane promessa da bambino, meno giovane e meno promettente [...] Vai alla recensione »
Anche Kitano, un po' come i Coen di ieri, in questa 65ma Mostra sembra aver finalmente trovato la strada. E anche lui, come i fratelli americani, viene a Venezia per chiudere una trilogia, quella dedicata all'"autodistruzione dell'artista", con "Achille e la tartaruga". Il paradosso di Zenone ha ovviamente ancora una volta per protagonista Beat Takeshi, in versione biondiccia come ai tempi del primo [...] Vai alla recensione »
Cinema e arte in un mix spietato. Colorato e crudele, patetico e umoristico. In un certo senso Achille e la Tartaruga di Takeshi Kitano, film in concorso proiettato ieri per la stampa, sembra il manifesto di questa edizione della mostra di Venezia. Nelle parole del direttore Muller, nella formazione pittorica di Wenders, presidente della giuria - dove c’è il primo video-artista Douglas Gordon - dovrebbe [...] Vai alla recensione »
Mezz'ora di meno e Achille e la tartaruga di (e con) Takeshi Kitano, sarebbe il primo buon film in concorso della Mostra. Sebbene tirato in lungo, è opera dignitosa, una netta ripresa dopo il modesto Takeshi's e il modestissimo Kantoku Banzai!, che facevano pensare al declino precoce - è del 1947 - di uno dei rari innovatori del cinema nell'ultimo ventennio.
Takeshi Kitano in Achille e la tartaruga, terza parte di una virtuale autobiografia artistica, glorifica e nello stesso tempo prende in giro, come fosse Tim Burton alle prese con Ed Wood jr., il suo stesso lavoro estetico, la vocazione sperimentale, la follia romantica e vangoghiana di creare e vivere in altri mondi. Racconta tutto questo attraverso l'esistenza drammaticissima di un alter ego, un pittore, [...] Vai alla recensione »
Il Concorso non parte di corsa. Sarà che c'è di mezzo una tartaruga. Scolastico il tedesco Jerichow di Christian Petzold, praticamente Il postino suona sempre due volte rivisto per la centesima volta. Congedato dalla guerra in Afghanistan con disonore, giovane belloccio senza qualità arriva in campagna dove conosce coppia squilibrata: lui è turco, ricco, brutto e buono; lei è ariana, bella, indebitata [...] Vai alla recensione »
Considero Takeshi Kitano uno degli autori più interessanti dei cinema giapponese di oggi. Dotato di una straordinaria fantasia creativa, sa mescolare al dramma l’umorismo, con punte a volte fino al sarcasmo, sempre misurato, però, quasi freddo, come quel suo viso in cui un noto incidente stradale ha cancellato quasi del tutto la mobilità della mimica, confinandola solo negli sguardi, questi allora, [...] Vai alla recensione »
Achille e la tartaruga di Takeshi Kitano, bel film giapponese in concorso sull'amore per l'arte e sul fallimento, su un uomo che adora la pittura ma non ha alcun talento, usa per il titolo il paradosso di Zenone, secondo cui, in una gara di corsa dove la tartaruga abbia un vantaggio, l'uomo veloce non raggiungerà né supererà mai l'animale più lento.
Même en panne d'inspiration, Takeshi Kitano n'est jamais à cours d'idées. C'est ce qu'il a prouvé coup sur coup avec Takeshis', film schizophrène centré sur le personnage de Beat Takeshi, vedette du cinéma et de la télévision avec lequel il a construit sa notoriété au Japon, et Glory to the Filmmaker, portrait d'un réalisateur en bout de course, s'essayant à tous les genres dans l'espoir de faire un [...] Vai alla recensione »
L'arte - in tutte le sue appassionanti e contraddittorie varianti - scruta se stessa. È questo in linea di massima il tema della giornata n°2 della Mostra, caratterizzata come promesso da un recupero in controtendenza (chi vuol intendere intenda dalle parti del Festival di Roma) del versante cinéfilo/filologico. Purtroppo il pezzo forte del programma ha fatto cilecca, anche se i tanti fan locali del [...] Vai alla recensione »