eliuzz
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lunedì 18 giugno 2007
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cinema minore italiano anni cinquanta
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Ecco perchè Tarantino dichiara deprimente il cinema italiano.
Sembra di essere tornati ai film piagnucolosi italiani anni 50.
delusione.
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erbenelli
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martedì 29 maggio 2007
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veramente bello
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Questo film è stato uno dei film che più mi è piaciuto quest'anno...veramente un bel film ve lo consiglio!!!
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cineofilo92
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martedì 29 maggio 2007
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...
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Di certo il nuovo film di Muccino non spicca per originalità: ultimamente abbiamo visto palate e palate di film di famiglie americane al verde che tirano avanti solo perchè hanno un bambino e una speranza. Oltretutto il film è anche stancante, ma non nel senso che è un film "peso", intelligente, ma perchè e pallosissimo. Fortunantamente c'è qualche battuta di spirito. Un vero peccato che non goda di quel tocco tipico del regista italiano. Allora sarebbe stato bello.
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vittorio
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venerdì 25 maggio 2007
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semplice ma poco originale!!
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Film semplice, a volte commovente, ma sinceramente mi aspettavo molto ma molto di più. In fin dei conti non è altro che il solito film...un rapporto difficile in famiglia, l'assenza di soldi, un bel bambino che adora il papà......insomma quante volte abbiamo visto film del genere?? Per questi motivi non me la sento di osannare questo film, una sceneggiatura molto, forse troppo semplice, una storia a volte scontata, con un finale che è tipico di Walt Disney. Complessivamente è un film godibile, ma non aspettatevi un capolavoro...rimarreste delusi!!
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adriano lotito
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lunedì 21 maggio 2007
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il mio muccino preferito non è questo
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un film molto difficile da realizzare in cui Gabriele Muccino racconta l’American dream ispirandosi ad una storia vera. Ma il film segue sempre la stessa linea, troppo drammatico, troppo triste, troppo lento e questo rende la storia, comunque valida, un polpettone commovente a sprazzi che nel complesso è abbastanza noioso. Will Smith è bravo ma il figlio supera il padre offrendo un’interpretazione ingenua e semplice che fa scoppiare il cuore. Chris Gardner ha problemi economici, riesce a mangiare vendendo scanner e sogna di diventare broker. Ma quando rimane con soli ventuno dollari lui e il figlio vanno a vivere sulle panchine, nei bagni pubblici o nei dormitori per senza tetto. La sua intelligenza tuttavia lo porta a superare l’esame di ammissione per broker e riesce a scalare Wall street.
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un film molto difficile da realizzare in cui Gabriele Muccino racconta l’American dream ispirandosi ad una storia vera. Ma il film segue sempre la stessa linea, troppo drammatico, troppo triste, troppo lento e questo rende la storia, comunque valida, un polpettone commovente a sprazzi che nel complesso è abbastanza noioso. Will Smith è bravo ma il figlio supera il padre offrendo un’interpretazione ingenua e semplice che fa scoppiare il cuore. Chris Gardner ha problemi economici, riesce a mangiare vendendo scanner e sogna di diventare broker. Ma quando rimane con soli ventuno dollari lui e il figlio vanno a vivere sulle panchine, nei bagni pubblici o nei dormitori per senza tetto. La sua intelligenza tuttavia lo porta a superare l’esame di ammissione per broker e riesce a scalare Wall street. Acclamato in America dove ha superato Apocalypto, Casino Royal ed Eragon, si è guadagnato un posto negli Oscar, ma se questo film fosse stato realizzato in Italia e senza Will Smith siamo sicuri che avrebbe riscosso questo successo?
Deludente ma comunque da vedere.
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piernelweb
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domenica 20 maggio 2007
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la ricerca di hollywood
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E' un film profondamente americano questo "The Pursuit of Happyness" che segna l'esordio Hollywoodiano del nostro Gabriele Muccino. Voluto fortissimamente da Will Smith, che aveva apprezzato le pellicole italiane del regista romano, Muccino è in realtà abbastanza ingabbiato da una sceneggiatura dedita ad esaltare il mito tanto caro al popolo statunitense del self-made man. Mentre il film corre davanti agli occhi, infatti è ben evidente come il regista abbia avuto ben poco modo di esprimersi e personalizzare la narrazione. La pellicola è abbastanza scontata e spesso retorica, caratterizzata da una regia a pieno supporto del protagonista ma che regala qualche momento di buon cinema garantendo complessivamente un buon livello interpretativo.
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E' un film profondamente americano questo "The Pursuit of Happyness" che segna l'esordio Hollywoodiano del nostro Gabriele Muccino. Voluto fortissimamente da Will Smith, che aveva apprezzato le pellicole italiane del regista romano, Muccino è in realtà abbastanza ingabbiato da una sceneggiatura dedita ad esaltare il mito tanto caro al popolo statunitense del self-made man. Mentre il film corre davanti agli occhi, infatti è ben evidente come il regista abbia avuto ben poco modo di esprimersi e personalizzare la narrazione. La pellicola è abbastanza scontata e spesso retorica, caratterizzata da una regia a pieno supporto del protagonista ma che regala qualche momento di buon cinema garantendo complessivamente un buon livello interpretativo. L'ottimo successo al botteghino dovrebbe garantire a Muccino la possibilità di ripetersi magari con un progetto più personale. Per il momento va bene così.
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[+] quale felicità
(di marco-mg, roma)
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gianfranco
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giovedì 10 maggio 2007
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non un capolavoro, ma una grande prova
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Per me, vedere il film è stata un'odissea: nessun voleva venire a vederlo perchè ritenuto un classico melò strappalacrime. ALla fine, appena uscito in dvd, finalmente l'ho potuto vedere comodamente seduto a casa mia... ed ho pianto. La forza del film non è tanto nella tipica storia (vera) del drammatico sogno "americano" con lieto fine, né in diversi momenti di grande interpretazione del bravissimo Will Smith o del piccolo inteprete (nonché vero filgio di Smith). La bellezza del film di Muccino riesiede nell'intepretare con mente e cuore italiano una tipica storia americana rendendola più "umana", asciutta e meno standadardizzata. Quindi, "La ricerca della felicità" deve essere visto come un'orginale - nonché nostrana - interpetazione di una tipica storia certamente già vista.
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Per me, vedere il film è stata un'odissea: nessun voleva venire a vederlo perchè ritenuto un classico melò strappalacrime. ALla fine, appena uscito in dvd, finalmente l'ho potuto vedere comodamente seduto a casa mia... ed ho pianto. La forza del film non è tanto nella tipica storia (vera) del drammatico sogno "americano" con lieto fine, né in diversi momenti di grande interpretazione del bravissimo Will Smith o del piccolo inteprete (nonché vero filgio di Smith). La bellezza del film di Muccino riesiede nell'intepretare con mente e cuore italiano una tipica storia americana rendendola più "umana", asciutta e meno standadardizzata. Quindi, "La ricerca della felicità" deve essere visto come un'orginale - nonché nostrana - interpetazione di una tipica storia certamente già vista. Il povero padre soffre con il piccolo figlio, si sacrifica, sogna, si tormenta, patisce il dramma della povertà, ma alla fine vince. Niente di nuovo? No certamente, ma la storia è resa con sobrietà e moderazione,al punto di toccare l'anima e commuovere, specialmene nelle scene più drammatiche (vedi, tra tutte, la notte clandestina nella stazione della metro ed il grande volto di Smith nel finale). Sappiamo che ciò che ci viene raccontato è vero,certamente sappiamo già tutto: ma questa volta non si può non riflettere, perchè il tono è doloroso,composto e dignitoso come i protagonisti di questa storia di vita. Per un attimo, ci rendiamo anche noi protagonisti di questa storia, vivendo l'insopportabile sensazione che l'idea della povertà detta. Quando finsce il film, tiriamo un sospiro di sollievo. Allora, ci si rende conto che il film ha funzionato.
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gabry
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lunedì 7 maggio 2007
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una america dei valori rende grande muccino!
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Sano e salutare trascorrere ore a vedere un film che veicola modalità vere di ricerca della felicità, proponendo esempi di vita costruttivi.
Splendido e solare Smith, la sua saggezza aristotelica insegna ad accogliere il dolore quale parte integrante della vita, perchè a ciascuno spetta di vivere momenti di gioia e dolore la grandezza sta nell'accoglierli con semplicità alla stessa maniera, sapendo aspettare fiduciosamente...aspettare... e aspettare che il sole torni a brillare, consapevoli del fatto che dietro le nuvole c'è sempre il sole. Aspettare oggi, in una società che non ha tempo. Stringere i denti e lottare, anche quando non hai più nessuno dalla tua parte. Come è importante quel "si" del figlio al "ti fidi di me" che dona al padre il coraggio di non desistere.
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Sano e salutare trascorrere ore a vedere un film che veicola modalità vere di ricerca della felicità, proponendo esempi di vita costruttivi.
Splendido e solare Smith, la sua saggezza aristotelica insegna ad accogliere il dolore quale parte integrante della vita, perchè a ciascuno spetta di vivere momenti di gioia e dolore la grandezza sta nell'accoglierli con semplicità alla stessa maniera, sapendo aspettare fiduciosamente...aspettare... e aspettare che il sole torni a brillare, consapevoli del fatto che dietro le nuvole c'è sempre il sole. Aspettare oggi, in una società che non ha tempo. Stringere i denti e lottare, anche quando non hai più nessuno dalla tua parte. Come è importante quel "si" del figlio al "ti fidi di me" che dona al padre il coraggio di non desistere. Resistere...resistere...resistere! Auguro al regista ed all'attore una brillante carriera
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bartolo fontana
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giovedì 26 aprile 2007
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un'occasione mancata
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L'attore Will Smith, nel film "La ricerca della felicità",sicuramente esprime una recitazione da premio Oscar, ma sarà improbabile che lo vincerà.
Dovrà ringraziare il suo regista Muccino che ha reso il film pesante, lento, fino alla noia.
Lo so, qualcuno salterà dalla sedia in questo momento; ma proviamo, per un attimo, a riflettere.
Un film è composto da una storia, da attori importanti, da una eccellente sceneggiatura, fotografia, per non parlare della musica.
Nel film "La ricerca della felicità" i dialoghi sono zero, quindi pessima sceneggiatura, la musica sembra scritta per un altro film, quindi inappropriata.
Gli attori, o meglio l'attore ( Smith ), è superlativo, bravo...ed è per questo che la rabbia cresce maggiormente.
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L'attore Will Smith, nel film "La ricerca della felicità",sicuramente esprime una recitazione da premio Oscar, ma sarà improbabile che lo vincerà.
Dovrà ringraziare il suo regista Muccino che ha reso il film pesante, lento, fino alla noia.
Lo so, qualcuno salterà dalla sedia in questo momento; ma proviamo, per un attimo, a riflettere.
Un film è composto da una storia, da attori importanti, da una eccellente sceneggiatura, fotografia, per non parlare della musica.
Nel film "La ricerca della felicità" i dialoghi sono zero, quindi pessima sceneggiatura, la musica sembra scritta per un altro film, quindi inappropriata.
Gli attori, o meglio l'attore ( Smith ), è superlativo, bravo...ed è per questo che la rabbia cresce maggiormente.
La fotografia è discerta e così la sequenza di alcune scene...ma tutto sembra posticcio, incollato in fretta, per finire prima il lavoro.
Abbiamo perso tutti una grande occasione con questo film.
Will Smith avrebbe potuto vincere il premio Oscar ma non lo vincerà.
Ci saremmo, come italiani, sentiti fieri che un regista nostro connazionale avesse condotto un film con magistrale bravura: ma così non è stato.
Avremmo potuto sentire delle musiche meravigliose ed, invece, non sappiamo e non capiamo quali atmosfere vogliano riproporci.
In sotanza: Un film inutile, noioso fino alla morte, che sfrutta un tema importante e vero come quello dell'uomo che combatte contro le avversità della vita.
Il tema è sempre lo stesso: uomo o donna che sia.
Uomini umiliati quotidianamente da una società consumista e materialista.
Donne che credono di migliorare solo perchè puntano di avere gli stessi diritti dell'uomo.
A nulla serve l'insieme di certi valori se non si punta alla educazione di una dignità, di un sentimento.
Persino il co-protagonista del film, un bambino di colore che condivide col padre le sue traversie, rischia di annullarsi, nonostante la bravura.
Pessimi primi piani, espressioni del volto studiate con estrema superficialità.
Forse meglio cambiare titolo a questo film.
Si potrebbe chiamarlo: " Alla ricerca di un bel film".
E in questo caso, purtroppo, saremmo costretti a cambiare sala cinematografica.
Un'occasione mancata.
Certo, è questo il vero titolo di " La ricerca della felicità".
di Bartolo Fontana
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[+] un'occasione ritrovata
(di gianfranco)
[ - ] un'occasione ritrovata
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